Cosekeso?

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mercoledì 20 aprile 2011

Gattuso, Ferrer e lo spirito di sacrificio

Sto rivedendo in tv la finale del torneo di tennis di Montecarlo dove Nadal ha sconfitto Ferrer e si è aggiudicato il torneo per la settima volta.
Durante la telecronaca i due commentatori SKY esaltano la sportività di Ferrer, il suo aver capito appieno lo spirito del gioco.
Ferrer è un difensore, uno di quelli che, se non fosse un professionista, chiameremmo pallettaro.
Ad un certo punto la voce femminile al commento (Pero?!?) dice "Ferrer ha grande spirito di sacrificio. Forse non ha avuto il talento cristallino di altri ma con il lavoro ha raggiunto livelli altissimi ed è stabilmente fra i primi dieci". A questo punto fa una pausa e dice una delle frasi più intelligenti che abbia mai sentito: "fra l'altro non vedo cosa ci sia di male, ogni tanto lo spirito di sacrificio viene visto in senso negativo e non capisco perché. Cosa c'è di male a mettere impegno nel proprio lavoro?".
Stupenda.
A questo punto mi sono affiorati aneddoti: il compagno di classe che preferiva dire di non aver studiato e di essere stato fortunato piuttosto che ammettere di aver studiato un sacco ed essersi impegnato; il compagno di squadra che nega di essersi allenato e preparato per una partita. Quante volte mi è capitato di sentire nascondere lo spirito di sacrificio. Pare che sia un disonore ammettere di essersi impegnati.
Sembra che in Italia se non sei Gattuso non puoi ammettere di farti il mazzo per quello che ti piace. Pare una colpa impegnarsi e pare una colpa che il lavoro sia qualcosa che ci piace.
Guai ad impegnarsi, siamo un popolo di talentuosi. O sei universalmente riconosciuto come un giocatore mediocre (Gattuso, non me ne vogliano i milanisti) oppure non ti devi sacrificare, scherzi. Anzi, adesso stiamo vedendo che anche se non hai alcun talento cristallino non è necessario sacrificarsi, i sacrifici, l'impegno sembrano sempre più cose che i nostri nonni e genitori hanno fatto perché a noi non debba mai accadere.
Credo che la mai nuova "campagna" sarà sdoganare lo spirito di sacrificio che da oggi chiamerò "gioia dell'impegno". Chissà, magari certe scorciatoie ci piaceranno meno.

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