Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

lunedì 30 maggio 2016

I cinque malfatti. Nati per leggere

Se mi avessero letto questo libro quando ero piccolo/giovane adesso sarei una persona migliore. I cinque malfatti è per bimbi grandicelli, direi dai 4 anni a salire, fino ai 90 anni e anche oltre.
E' uno di quei libri da secondo impatto, le illustrazioni di  Beatrice Alemgna sono molto belle, molto, ma non "facili", occorre essere abituati ad avere in mano libri con disegni diversi, colori diversi, fuori da "schemi classici". Insomma, il solito discorso dei disegni e delle illustrazioni omologate nei tratti e nei colori.
In questo albo la storia ha molti colori, è dolce, tenera ma anche molto forte. Dico sempre di non prestare attenzione ai "messaggi" che i libri danno, di godere solo del momento della lettura. In questo caso mi riesce difficile.
Mi riesce difficile perchè ne I cinque malfatti c'è un messaggio cui sono molto affezionato, forse perchè mi ci sono scontrato a lungo.
Comunque, in breve: ci sono 5 malfatti, 5 personaggi con dei difetti, evidenti, fastidiosi e limitanti; ad un certo punto arriva un tipo perfetto che però non è capace di essere felice. La faccio facile e banale.
La vera differenza è nella capacità dei cinque malfatti di riconoscere il proprio essere fatti male (gareggiano anche per determinare il più malfatto) e nel trasformare il loro essere Malfatto nel loro punto di forza, nell'accettarlo e ribaltare la situazione.
Una delle cose che apprezzo è che tutti e cinque i personaggi sono ben costruiti (non solo figurativamente), sono tutti protagonisti ed è facile affezionarsi.
Ecco, ribadisco ancora una volta che i libri non dobbiamo usarli in maniera strumentale, non dobbiamo leggerli per far passare dei messaggi, però possiamo usarli come stimoli per parlare dei contenuti. Per questo I cinque malfatti è un bel libro da leggere coi vostri bimbi "grandi" perchè potrete scoprire tante cose e divertirvi a parlarne e a giocarci. Ho imparato tanto dalle domande di Gaia circa i personaggi, domande che con le letture son diventate osservazioni e risposte.
Con i libri si può palrare di un'infinità di cose, l'importante è che vi togliate di dosso quell'espressione grave che avete adesso. Prendete in mano I Cinque malfatti e leggetelo, il resto lo faranno loro. 
Insomma, Topipittori è una garanzia in questo, i suoi albi non sono mai banali, scontati, richiedono sempre un pegno di concentrazione per essere affrontati e letti. Ti ripagano però con delle storie bellissime, di quelle che non vi stancherete mai di tenere a portata in libreria, di quelle che a distanza di anni vi torneranno in mente, piacevolmente.

giovedì 26 maggio 2016

Il sogno dell'orsetto rosa. Nati per leggere

Questo è stato uno dei primi albi illustrati che ho preso, sicuramente il primo che ho preso di testa mia, senza seguire consigli o indicazioni. Dopo questo mi sono affidato a consigli di altri quasi sempre....eheheh.
Ho provato a leggerlo per giorni, cercando di capire se mi piaceva o meno.
L'ho dimenticato presto, in un angolo della libreria. Poi è saltato nuovamente fuori, dopo tanti mesi, e l'ho finalmente scoperto. Un po' come capita per i libri da "grandi", può capitare che non si entri in sintonia con un albo da subito.
A me è capitato con "Il signore degli anelli", l'ho iniziato almeno sette volte, poi l'ho abbandonato per anni e alla fine l'ho ritrovato e letto in pochi giorni, da grande.
Il sogno dell'orsetto rosa l'ho capito dopo. Eppure è un albo molto bello, ben fatto, adatto anche ai piccolissimi e con una storia molto dolce, molto sussurrata.
Se proprio siete fanatici nel cercare secondi fini psico-socio-peda-educativi questo libro vi piacerà ancora di più. Infatti, in mezzo ad un racconto molto dolce c'è anche un finale di quelli che fanno direi ai genitori "visto, cosa ti avevo detto, cucciolo mio?". Un libro che porta a riflettere sull'ascolto degli altri, su quello di cui hanno bisogno. L'ho già scritto, io non sono per questo utilizzo dei libri per bambini, lo vedo come un piacevole effetto collaterlae ma non leggo mai per far passare un messaggio. Invece, mi capita di pensare di più alle volte che il messaggio arriva a me genitore, rispetto alle volte in cui arriva alle mie figlie. E anche in questo caso il messaggio può arrivare anche a noi genitori. Il prestare attenzione agli altri, alle loro reali richieste, specialmente quando sono piccoli è una lezione che potremmo tenere a mente.
Ma non fatemi parlare di questo, fatemi parlare di un libro che è perfetto da leggere prima di andare a nanna, per accompagnarci nei nostri sogni, è perfetto da leggere quando abbiamo voglia di accucciolarci sul divano come gatti, è perfetto da leggere fra una carezza ed un bacino. Ha dei disegni che ho imparato ad amare, una volta disintossicato da Biancaneve gonna gialla e camicetta blu.
Insomma, uno di quei libri con un tirmo controllato, volumi bassi, difficile da leggere in contesti molto numerosi, ma perfetto per abbassare i volumi, per attirare l'attenzione, per catturare (una parola sussurrata può catturare più di mille urla).
Questo è un libro che ho imparato a leggere tardi, che ho ascoltato male per tanto tempo ma col quale "ho fatto pace" recentemente e che adesso mi piace un sacco.
Ve lo consiglio, anche perchè non è un libro particolarmente diffuso ma è un libro che merita.
Edizioni Logos

mercoledì 25 maggio 2016

Il libro bianco. Nati per leggere

Minibombo con questo albo mi permette di introdurre il tema dei silent-book. Cosa sono? Sono quei libri senza parole, con le immagini che si susseguono a suggerire una o più storie che spetta a noi raccontare, creare, immaginare.
Personalmente sono molto affascinato dai SB ma non sono molto bravo, mi mettono soggezione, lo ammetto. Forse mi manca creatività, forse mi manca l'ascolto, non so. Questo però mi piace e mi riesce anche abbastanza bene. Sarà per la semplicità, sarà che apre molti scenari e suggerisce molte storie. Non so, sarà che Minibombo mi è famigliare e quindi mi sento a mio agio con i disegni e i colori, boh. Comunque, i SB sono un mondo. E mi danno la possibilità di aprire due tematiche importanti: la prima relativa al costruire le storie assieme ai nostri cuccioli, quindi coinvolgendoli e stando pronti a guidarli e supportarli lasciandogli spazio e inventiva; la seconda legata all'ascolto, al capire dove la storia ci porta, dove ci stanno portando loro e cercare di quadrare tutto senza sopraffarli, semplicemente prestando molta attenzione. Sono due aspetti importanti perchè ascoltare e coinvolgere sono quelle due azioni che ci rendono "veri" agli occhi dei bambini durante ogni lettura. Quando leggiamo e ci assentiamo, quando scorriamo una storia ma non la seguiamo loro se ne accorgono. Può capitare di mettersi in standby e leggere in modalità "pilota automatico". Questo è un bluff che dura poco, i bimbi ci scoprono e la magia si rompe. I SB sono ancora più spietati e sono un valido allenamento per ascolto e attenzione. La nostra. Ecco, ora che ci penso, sarebbero un altro bel libro per bambini da usare anche per gli adulti, in quelle riunioni dove c'è gente che non ascolta, non supporta ma semplicemente dice quello che vuole dire.
I SB ci portano a stringere un patto ancora più forte con chi ci ascolta, ci porta a coinvolgerlo nella costruzione della storia. Ma è una costruzione con dei vincoli, dei paletti: si chiamano disegni. E' un bell'esercizio, veramente. Però il fatto che richiedano un coinvolgimento così diretto ed una partecipazione così attiva li rendono adatti anche ai più piccoli. Ecco, non so quanti la pensino così ma per me, una storia che si costruisce assieme può essere "tarata" su tutte le età.
Tornando a noi, il libro Minibombo è molto carino, con dei disegni molto semplici e con tanto colore.
A me piace "leggerlo" e mi piace proprolo in contesti diversi per vedere quali storie possono nascere, quali idee possono venir fuori e magari riutilizzarle e mischiarle ogni volta. Ancora una volta Minibombo ci porta ad esplorare il potere della semplicità, la forza della semplicità. Ovviamente si può anche essere molto direttivi e coinvolgere i bimbi come fanno gli illusionisti, dando l'impressione di essere attivi essendo invece guidati. Non è così infame come sembra, si tratta di essere una guida un po' più coinvolgente per evitare che tante voci portino ad una situazione poco costruttiva e solo rumorosa. Ma questo vi può capitare se leggete a tanti bimbi, se siete in casa coi vostri potete anche essere lioberi e assecondare tutto quello che vien fuori. Troverete mille stimoli e vi divertirete un sacco.

martedì 24 maggio 2016

Solo un puntino. Nati per leggere

Oggi avevo in mente di raccontare un'altra lettura, poi questa mattina le bimbe mi han chiesto di leggere questo e ci siamo divertiti un sacco. Ho pensato di tirar dritto e rimanere su questo lupo. Anche perchè non è il solito lupo cui succede di tutto, sventurato. No, questo è un lupo affamato.
Quindi, altro libro delizioso di Minibombo, come ho già detto è uno di quei libri che mi diverte molto. Mi diverte leggerlo, soprattutto ad alta voce, specialmente quando ci sono tanti genitori. Infatti è un libro che colpisce: la storia di questo lupo cattivo che mangia tutto quello che trova, compresa la bambina, è molto divertente. Ma ancora di più lo sono le facce dei genitori quando si arriva al punto in cui il lupo incontra la bambina. Le espressioni tipo "non mangerà anche la bimba", "oddio se si mangia la bimba mia figlia non dorme più", "se gli fa mangiare la piccola gli salto al collo", "ti prego no, dimmi che non si mangia la bimba" sono impagabili.
Questa mattina l'ho riletto alle mie bimbe e loro si divertono un sacco. Si divertono perchè il lupo non fa paura a nessuno, perchè il lupo quando mangia fa tanti rumori, perchè ci sono tante parole curiose. Mi chiedono cos'è il carapace e gli piace il suono, mi spiegano cosa significa picciolo, adesso che l'hanno imparato. Insomma, come spesso mi capita con Minibombo, dietro poche semplici pagine c'è un mondo.
Il libro si presta ad essere letto anche ai più piccini, i disegni sono semplici, puliti e la storia è molto focalizzata, non ci sono elementi di contorno che distraggono, il tutto è centrato sul lupo e sul suo appetito.
E' un libro con uno schema molto semplice che si ripete, un libro con molti suoni (vi invito a farli i suoni, non limitatevi a leggere GNAM, fatelo, renderà tutto più divertente).
Ovviamente ha anche un finale, ma non ve lo svelo.
Riassuntone: altro piccola perla di Minibombo, una casa editrice che ogni volta mi fa apprezzare le infinite possibilità della semplicità, di come mille sovrastrutture non servano se c'è una bella idea, tanta cura e tanta passione.
Non fatevi spaventare dal lupo, lascioate che si mangi tutto quello che incontra, anche la bambina, anche la gonna.

lunedì 23 maggio 2016

Tre piccoli gufi. Nati per leggere

Eccola una carezza sottro forma di libro.
Questo libro è delicato come il volo dei gufi. Io adoro i gufi, sono affascinato dalla silenziosità di questo animale e dalla sua eleganza, assieme all'orso è uno dei miei animali preferiti.
Il libro ha delle immagini splendide, i tre gufi e mamma gufa sono bellissimi, così come l'atmosfera che si crea. La storia è molto semplice ed adatta anche ai più piccoli. Ci sono tre fratellini-gufi che si svegliano e non vedono più la mamma. Cominciano quindi a pensare dove sia, cosa starà facendo e passanod all'essere sicuri che sia a acaccia per loro ad aver paura che possa non tornare.
Questo libro ha tutto per essere seguito incantati: la storia, il ritmo, le emozioni, la ripetizione (Il piccolo Tobia è l'ancoraggio per ogni pagina) ed un finale dolcissimo.
Soprattutto le emozioni catturano, i tre gufi, come tutti i bimbi, passano rapidamente attraverso tante emozioni e vivono il finale come un vero e proprio scioglimento. Mi piace anche perchè le emozioni sono emozioni da bambini, i tre piccoli gufi sono soli e quello che provano non viene filtrato. Anche ai bimbi succede, ad esempio, quando fanno un brutto sogno o hanno paura del buio si costruiscono la paura, la fanno crescere e a noi può sembrare sciocca. Per loro, invece, è vera e gigantesca. Anche in questo albo la mamma non si capacita della paura dei suoi cuccioli, ma quando un bimbo ha paura non sempre noi adulti siamo capaci di capirlo.
Questo è uno di quei libri da leggere nel nido, accucciolati sul divano o pronti per la nanna. Infatti, fatico a leggerlo in pubblico, anche se mi piace. Per me è un libro molto intimo, che si legge sussurrato, coccolando il proprio gufetto. Io l'ho sempre vissuto molto dolcemente, molto coccolone. Quando si associa un "mood" ad un libro poi se ne condizionano anche le letture successive. Alcuni hanno un carattere che emerge con forza, come questo dei Tre piccoli gufi che è evidentemente delicato, altri sono più energici ed urlati, come Mi porti al parco, altri sono camaleontici, come Una zuppa di sasso, che si adatta all'umore. Ovviamente queste emozioni le percepite voi, è quanto il libro e i vostri cuccioli vi trasmettono, non è detto che quello che arrivi a me sia lo stesso che arriva a voi.
Edizione Mondadori


venerdì 20 maggio 2016

La città dei lupi blù. Nati per leggere.

Cotninuiamo con la nostra settimana del lupo...aahahaha
Questo è un racconto per bimbi un po' più grandini. E' un po' lungo, è pieno di stimoli, di input e un po' di "struttura" serve, per gustarlo. Questo è un libro che non ho amato alla prima lettura. Anzi, l'ho letto un paio di volte e l'ho accantonato. Poi, passato del tempo, mi è tornato in mano e me ne sono innamorato.
In questo libro ci si possono vedere tante cose. Ci sono diversi temi, l'omologazione, la diversità, l'accettazione, la paura del diverso, la curiosità. Insomma, uno di quei libri con un bel peso specifico.
Ecco, a me piace per un altro motivo, piace perchè ho imparato tanti tipi di fischi diversi. Infatti il lupo "diverso" dagli altri si contraddistingue dalla capatià di fare fischi diversi.
Quindi se mi chiedete se è un libro intelligente perchè affronta temi importanti, che è giusto affrontare anche coi bimbi, io vi dico che è un libro che parla molto di fischi, del fischiare e del ruolo del fischio. Ad esempio non mi ero mai soffermato sulla consdierazione ceh il fischio può raffreddare le minestre ma anche scaldare le mani, che il fischio fa compagnia e mette allegria.
Il tema è questo: non leggetelo perchè volete che vostro figlio famgiliarizzi coi temi dell'integrazione, leggetelo perchè è divertente, perchè fa sorridere, perchè i disegni sono curati, vivaci e divertenti e anche il testo si integra.
Ecco, uno degli aspetti che preferisco del libro è la cura di tutto. Ogni dettaglio è importante e ben curato, tutto ha il suo perchè. E' bello scoprire i dettagli delle illustrazioni ad ogni lettura e collegarli alla storia, al testo.
Non è un caso che abbia vinto il premio NpL, non scopro nulla lodando questo lavoro.
Poi, affronta dei temi importanti e può anche generare divertenti e profonde considerazioni. Ma voi ricordatevi di leggere perchè vi piace farlo, perchè i vostri bimbi ne hanno un beneficio incredibile. Poi, che i libri trattino temi importanti e ci siano punti di discussione e approfondimento sono effetti collaterali.
Tempo fa lessi che dobbiamo insegnare ai nostri figli a pensare, non a cosa pensare. Ecco, i libri servono per insegnare a pensare, non concentratevi su quello che volete loro pensino.

Torniamo al libro. Un minimo di riassunto. Nella città dei lupi blù, dove tutto è ordinato, preciso, ripetitivo, amaro e sempre uguale, arriva un lupo rosso. Un lupo rosso che fischia. Questo lupo inizialmente desta stupore, preoccupazione ma poi curiosità. Il suo buon umore si diffonde cambiando radicalmente la società dei lupi blù. Attenzione, cambia la città, cambia i lupi ma tutto resta come prima, solo più felice e allegro. Poi un giorno, com'è venuto, riparte.

Cosa posso aggiungere. Ho cominciato a prestare più attenzione ai lupi nelle favole da quando ho scoperto i lupi nelle fragole e grazie ad una mamma ed alla sua bambina che sono espertissime di lupi. I lupi sono da sempre cattivi e malvagi, così come le foreste e i boschi sono luoghi isolati, misteriosi e paurosi. E' bello che la letteratura per bambini smonti questi "miti" a colpi di lupi buffi, simpatici e divertenti, quasi sempre alle prese con sventure.

In conclusione, La città dei lupi blù è un libro da leggere, da leggere dai 4 anni, direi e da continuare a leggere per tanto tempo. facendosi trascinare nella città monocromatica, monotona e monodimensionale e divertendosi a guardare come può cambiare, con l'intervento di un semplice lupo rosso, che ama fischiare ed è allegro.
EDT-Giralangolo
 

giovedì 19 maggio 2016

Una zuppa di sasso. Nati per leggere

Ascoltando questo libro letto da Alfonso Cuccurullo mi sono innamorato della lettura ad alta voce. Mi ricordo quando ho fatto il corso per volontari NpL, pochi anni fa. C'era questo ragazzo con un'enorme testa di capelli ed una barba folta e scura. Prende in mano il libro e si trasforma in un lupo. Senza trucco, senza eccessi, senza effetti speciali senza "sovrastrutture", seduto su una sedia, ha in mano un libro, lo rivolge a noi ed inizia. E lì ho pensato che mi sarebbe piaciuto avvicinarlo. Ma non per farmi bello, mi sarebbe piaciuto riuscire a dare alle mie bimbe il coinvolgimento che mi ha dato lui quella volta. Ci sono stati altri lettori ed altri libri: Mariarosa mille volte, Marco con "e con tango siamo in tre" e poi tanti altri. Ma Una zuppa di sasso è stata la lettura che mi ha aperto un mondo, che mi ha letteralmente fatto impazzire per la lettura per bambini.
Tutta questa premssa per dire che il mio giudizio, che già di suo non è equilibrato, potrebbe risultare ancora più carico del solito.
Una zuppa di sasso è bellissimo. I disegni sono bellissimi, la storia è eccezionale, i personaggi sono tutti tratteggiati benissimo, anche la carta è eccezionale.
La storia è particolare ma molto semplice: c'è un vecchio lupo che arriva in un villaggio di animali e chiede ospitalità alla gallina. Da lì altri animali si uniscono alla serata e ne scaturisce una piacevole serata fra amici. Tutto questo fino a che il lupo non saluta tutti e sparisce col suo saccoccio in spalla.
Detto questo, perchè questo libro piace?
Io penso che le chiavi possano essere due.
La prima è che si presta ad essere colorato in mille modi, lo si può facilmente adattare al proprio umore. L'ho letto cupo e misterioso, l'ho letto gioioso, l'ho letto in maniera sospesa e curiosa, l'ho letto eccitato. La storia è semplice, ha dei momenti ricorsivi e si presta ad essere letta con colori e umori diversi, in base al nostro stato d'animo si può porre l'accento su diversi aspetti.
Il secondo motivo è che ha dei colpi di scena inattesi a livello emotivo. Non che nella storia succeda molto, in realtà. Anzi, diciamo che emotivamente è coinvolgente proprio perchè si resta in attesa che succeda qualcosa, quel qualcosa. Ci si aspetta che la gallina abbia paura ma prevale la curiosità e da quella sua iniziale decisione inizia una storia che può sfociare in "tragedia" ad ogni pagina voltata. E' bello vedere nei bimbi la loro curiosità nel sapere come la storia procede, quale destino avranno gli animali, se avranno fatto bene o male a fidarsi del lupo. Tutto fino alla fine, quando la curiosità tenuta sospesa per tutto il racconto si sposta sul destino del vecchio lupo che si allontana dal villaggio.
Il lupo, da sempre personaggio pauroso nelle favole per bambini, assume adesso anche ruoli diversi, portandosi sempre dietro gli stereotipi di cui l'abbiamo vestito e giocandoci per creare rotture e situazioni anomale, sospese e diverse. In questa storia il lupo si carica di tutti i suoi stereotipi (e gli altri animali li sottolineano e rafforzano) e fa trattenere il fiato ai bambini per tutta la storia, nell'attesa che si riveli come quel perfido animale del bosco. Invece non succede, il lupo è realmente vecchio e stanco e cerca solo un posto per scaldarsi. E' così che alla fine, la maggior parte delle volte, i piccoli finiscono per preoccuparsi per le sue sorti.
Insomma, non voglio dilungarmi oltre ma Una zuppa di sasso è un libro cult, di quelli che cambiano sotto la vostra voce, che si adattano a voi ed al vostro "pubblico", che più di ogni altro vi mostreranno il profondo legame fra un libro, chi legge e chi ascolta.
Edizioni Babalibri

mercoledì 18 maggio 2016

Sono io il più forte. Nati per leggere

Questo libro, assieme a "sono io il più bello" è ormai uno dei grandi classici delle letture per bambini. Il libro ha già una quindicina d'anni, giusto per ricordarmi come passa il tempo.
E' un libro che si può leggere dai 4 anni, anche prima. Viene consigliato a partire dai due anni, ed in effetti si presta. Però, uno degli aspetti da tenere presente è che lo si apprezza di più se si conoscono i grandi classici, per quello alzerei un po' l'eta. Anzi, ancora meglio, diciamo che si può iniziare a leggerlo dai 2 anni e lo si continua a leggere molto volentieri anche dopo, quando si impara a conoscere i personaggi. Infatti il lupo, nel suo girovagare nel bosco, si imbatte nei tre porcellini, nei sette nani, in cappucceto rosso. Quindi sapere chi sono aiuta a seguire ed aumenta il divertimento. Vedere il lupo che incontra dei personaggi fuori dalle loro storie è sempre divertente.
Il libro è molto simpatico, il personaggio del lupo è molto ganzo, spocchioso e la sua sicurezza cresce pagina dopo pagina, fino all'incontro finale. Pagina dopo pagina diventa sempre più baldanzoso, dopo ogni incontro diventa sempre più soddisfatto e sicuro. Questa crescita prepara al finale che è veramente divertente.
La storia ha una sua simmetria ed un suo ritmo che si ripete: una pagina con tutto il bosco disegnato e curato ed il simpatrico uccellino rosso che segue da lontano il lupo che passeggia da solo, una pagina bianca con il lupo che incrocia di volta volta i personaggi, senza sfondo, senza il contesto. Quindi andamento e ritmo lo rendono accessibile anche ai più piccoli, probabilmente è proprio la struttura a far sì che sia consigliato anche dai 2 anni. La complessità e l'accessibilità delle storie dipendono molto anche dal ritmo, dalla musicalità.
Il ritmo e l'andamento vengono ovviamente spezzati quando incontra l'ultimo personaggio, il rospo/drago, che porta al finale della storia e al ridimensionamento del lupo cattivo.

Insomma, un evergreen come si dice. Un libro che potrete tenere a portata per molto tempo. Come detto, esiste anche Sono io il più bello,dove lo schema si ripete e dove il lupo è alal ricerca di gratificazione estetica, diciamo così, mentre il draghetto questa volt aelegge il suo babbo a "più bello". Io preferisco Sono io il più forte ma i libri sono molto simili, si differenziano dal fatto che in uno il finale è "mammacentrico" e nell'altro è "babbocentrico".

Edizioni Babalibri

martedì 17 maggio 2016

Rex. Nati per leggere

Questo post è per quei 4 babbi che leggono il mio blog. Questo è un libro che dovete maneggiare con cautela. Prestate grandissima attenzione. Io vi ho avvisato, prima di leggerlo preparatevi.
Già, perchè Rex è un libro di quelli che non si riesce a finire alla prima lettura. Arrivi fino all'ultima riga leggendolo, ti piace, lo trovi carino, sorridi per la storia e l'ironia, ti colpisce la capacità di inserire temi anche delicati, poi arrivi in fondo verso un finale largamente atteso ma l'ultima riga ti cava le lacrime direttamente dallo stomaco. Una frase, una semplice frase a conclusione del libro è capace di colpire come un macigno. Semplice, diretta, quasi banale. Ma forte, molto forte.
Tutte le volte che lo leggo, specialmente quando il pubblico è rappresentato dalle mie bimbe, faccio come i tenori durante le esibizioni: quando arriva l'aria che anche l'ultima delle capre paganti si aspetta, alzo il livello di attenzione, perchè una stecca sul "vincerò" vale doppio. Io quando volto l'ultima pagina, faccio un bel respiro, chiudo gli occhi un istante, contraggo gli addominali e leggo, leggo e mi lascio commuovere da tanta semplicità. L'ultima riga di questo libro è l'essenza stessa della paternità. Non ve la anticipo, se vi aspettate che vi dica qualcosa potete smettere di leggere. Se siete curiosi andare in biblioteca o in libreria, aprite il libro dal fondo e leggetela. Però è tutto lì, essere babbi è in questo libro.
Prendete il vostro piccolo Rex sulle ginocchia, leggetegli questo libro e poi abbracciatelo facendogli sentire che siete il Tirannosauro più forte e spietato che ci sia nella vallata. Fatelo per voi, vedrete che piacerà un sacco anche a lui, sentirà tutta la verità dei vostri sentimenti.
Detto questo, nel libro, che io leggerei ai bimbi un po' grandi, diciamo dai 4 anni, c'è molta ironia e ci sono anche altri temi molto delicati ed interessanti. Ma se siete babbi vi scorderete di tutto il resto appena giunti in fondo.
Cosa posso aggiungere? Niente dai, se già non avete voglia di averlo fra le mani direi che non posso farci più nulla.
Lasciatevi conquistare da questa semplice storia.

Edizione Zoolibri

lunedì 16 maggio 2016

Mangerei volentieri un bambino. Nati per leggere

Probabilmente questa è la storia che ho letto di più in pubblico. Perchè è molto semplice da leggere, molto lineare e con un finale divertente. Il libro è bello, disegnato bene, Achille è uno di quei personaggi che diventa subito un idolo. Questo lo consiglierei anche a chi deve avvicinarsi alle letture per i bambini. Della serie "ma noi non è che in casa leggiamo, ho provato con un libro ma non gli è piaciuto, poi mi sembrava cupo". Ecco, se siete in questa condzione, partite da qui, partite da questo racconto. Perchè la storia di Achille è lineare, è simile a tante altre che abbiamo in testa, è facile. Però, nasconde un finale molto divertente, che fa ridere molto gli adulti (e un adulto che si diverte è un adulto che legge....). Quindi è uno di quei libri che può servire per avvicinare voi ai libri per bimbi. Poi vi stancherà, lo leggerete fino allo sfinimento solo perchè Achille è adorabile, perchè ai piccoli fa ridere quando il piccolo coccodrillo ripete "Mangerei volentieri un bambino".
Io l'ho letto molto per questo motivo, mi aiutava ad avvicinare i genitori, a farli divertire. Ho scoperto che quando un bimbo ride, se poi inizia a ridere anche il suo babbo, il bambino cambia modo di ridere, ride di più. Quindi è stata un po' un'arma segreta, diciamo così. Ecco l'occasione per un'altra riflessione, di quelle paternali che ogni tanto piazzo nei post. Non limitatevi a leggere i libri per bambini, non seguite sempre le loro indicazioni. Ogni tanto, a casa mia, si legge quello che voglio io, ogni tanto quello che sceglie Giulia e ogni tanto quello che chiedono le piccoline. Spesso coincide, ma leggere quello che avete voglia di leggere voi è importante. La lettura coi vostri bimbi imparate a viverla come un'attività con loro e non per loro. Fatelo perchè vi piace, chiedetegli di leggere il libro di Achille piuttosto che Topotto perchè ne avete voglia. Vedrete che cambierà tutto. I libri per bambini, come ho già scritto qualche post fa, "sono per bambini nel senso che piacciono a tutti" (cit da Elogio delle azioni spregevoli). Quindi non pensate di fare qualcosa per loro, che sia un momento per alleviare il vostro senso di colpa per essere stati al lavoro un po' di più o non site venuti via dal parco prima o chissà cosa. No, è un momento vostro e per renderlo tale dovete anche partecipare della selezione dei libri.

Bene, torniamo al nostro Achille, la storia si presta molto anche perchè gli autori fanno coi genitori quello che in genere si fa coi figli: creano delle situazioni famigliari, in cui ci si riconosce ed identifica, ci propognono situazioni che conosciamo bene e questo ci rende partecipi. Achille, che per la mamma è bellissimo, che però non vuole mangiare, che fa i capricci e simile a tutti i nostri bimbi e i vari fallimenti di babbo e mamma coccodrillo sono i nostri. Quindi gli autori ci tirano dentro, ci coinvolgono, diventiamo attori del libro. Un po' lo stesso meccanismo che rende magico "dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini" l'identificazione coi personaggi.
Direi che non ho molto da aggiungere, anzi, dopo tutta questa filippica mi rimane una cosa da dire: leggete Mangerei volentieri un bambino e divertitevi, ridete e ghignate. Voglio sentirvi da qui.
Edizioni Babalibri