Quando ti nasce un figlio è un po'
come la caduta dell'impero romano d'occidente del 476 che segna
l'inizio dell'età medioevale e la fine di quella antica (boato, non
ho guardato wikipedia): per quanto puoi aver rimandato prima,
quell'evento segna la fine del tuo essere giovine e ti proietta
nell'essere adulto.
Il segnale più forte di questo
trapasso lo danno i genitori, quelli per i quali prima eri il centro
del mondo e che adesso ti ignorano completamente.
Bene, ero solo sul divano a gestire
questo trapasso (ok mi ci vuole del tempo, le mie bimbe ormai ci sono
da mesi e mesi), pensavo a come gestirlo. Ho subito ritenuto che
dovessi darmi degli obiettivi, dei progetti miei. Insomma, dovevo
continuare a difendere Nicolò all'interno della mia vita.
Non fraintendetemi, la mia più grande
pulsione sarebbe di annullarmi completamente e dedicare la mia
esistenza alle mie figlie, però so che non gli gioverebbe.
Allora, forte di questa conquista
comincio a pensare ai miei progetti.
Mi dico subito “cerca di essere
concreto e datti delle scadenze”. Comincio a sentirmi figo, in un
momento di delirio da cagnina arrivo pure a pensare “cazzo questa
volta faccio il botto, meglio rispolverare l'inglese perchè nel giro
di due anni mi ritroverò a parlare di come ho deciso di dare nuovo
impulso alla mia vita in giro per l'Europa. Anzi in giro per il
mondo.”.
Gongolo e comincio a riflettere.
Rispolvero l'antico sogno di fare il
Coast to Coast negli Stati Uniti per i miei 40 anni, meglio iniziare
da qualcosa di ludico, di facile, di fattibile.
Comincio a sognare di finire il mio
libro, di realizzare video, di sistemare il mio gioco da tavola, di
creare cose e sono gasatissimo.
Bianca mi osserva come fossi scemo e
Gaia è distratta da Nina e Nello (un libro).
Da fuori sembro un'otaria spiaggiata
sul divano ma dentro, dentro sono un fermento di idee. Sgorgano
programmi, traguardi, piani, progetti, chissà se mi basta il tempo!
Prendo pure in mano l'iPad per inserire
tutto in un calendario/Gantt in modo da non scordare nulla.
Sono un fiume in piena, non mi basterà
una vita per fare tutto ma ci riuscirò, basta saper dosare Magnesio,
Ginseng, Vitamina B e Omega 3/6.
Mentre sono all'apice
dell'autocompiacimento, mentre sono pronto ad essere invaso da tutta
questa progettualità, mentre recettivamente sono ad un passo
dall'essere iperstimolato dal futuro, Gaia chiude il suo libro,
scende dalla sua sediolina Ikea e viene verso di me.
Mi dice “leggiamo insieme, prendimi
in braccio” e alza le braccia come fa quando la devo sollevare. Nel
momento stesso in cui la prendo in braccio e la guardo negli occhi
vedo il presente.
E capisco. Capisco che il mio delirio
da ex-figlio è giusto, è corretto ma che non devo aspettare domani
per qualcosa, capisco che non ha senso dire “non vedo l'ora che sia
Marzo per poter cominciare ad andare in bicicletta al lavoro (uno dei
miei progetti che rientrava nella sottocategoria “attività fisica”
della categoria principale “stato di salute”)”. Capisco che
devo pensare a fare le cose adesso.
Gaia si siede sulle mie ginocchia, apre
il libro e poi lo richiude. Mi guarda e mi dice “anche Bibi”.
Prendo Bianca e me le metto sulle
gambe, a fianco di sua sorella. Gaia riapre il libro e dice “Non
vedo l'ora che sia adesso. Dai leggi”.
Non vedo l'ora che sia adesso, ecco
quello che mi serviva per capire.
Questo è un post che avevo in mente di
pubblicare la prossima settimana. Ma oggi ha più senso.
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