Cosekeso?

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martedì 22 febbraio 2011

I limiti di Marchionne, analisi scema del suo discorso alla Camera

Ho terminato di leggere il discorso che Marchionne ah fatto alla Camera il 15/02/2011.
E’ molto interessante.
E’ farcito di dati numeri, investimenti, percentuali ecc ecc ma qua e là si ritrovano elementi molto più profondi ed utili di semplici numeri.
Qualcuno ha detto che gli uomini creano i numeri e non il contrario, fra le righe Marchionne lo ribadisce fortemente.
Non è un gran comunicatore e non mi spiace particolarmente non aver il video ma solo il testo.
Questo mi ha permesso di scovare alcuni riferimenti interessanti.
Doverosa premessa, non conosco la situazione FIAT attuale e non ho conoscenze e competenze per analizzare quello che è stato proposto per lo sviluppo.
Mi limito ad altre osservazioni.
Alcuni aspetti sono interessanti perché ci spiega cosa significa operare in un mercato globale, dove servono più teste, dove ci devono essere autonomie locali ma dove ci sono politiche e sviluppi comuni. Però è una Corporate che detta le politiche che vengono recepite e gestite in autonomia, non è l’Italia. Se l’Italia saprà essere corporate tanto meglio.
Aprirsi all’estero non vuol dire spostare il baricentro, vuol dire allargarlo e un baricentro più largo in genere è più stabile.
Poi Marchionne fa continui riferimenti alla ricchezza umana che ha FIAT, dice che negli anni ha sviluppato risorse umane che adesso sono la garanzia per il futuro. Dice che FIAT è condivisione di valori, di un sogno e ci spiega anche quali sono questi valori e questo sogno. Non lo dice per dire, li ha ben chiari i valori dell’azienda e li usa come arma e come scudo, sempre.
Fin qui tutto molto bello.
Poi però comincia a dire che per risolvere i problemi bisogna tirarli fuori dai cassetti, dice che le scelte che si fanno hanno per forza a che fare con qualcosa di personale e con le emozioni.
E questi credo siano concetti un po’ più lontani dal sistema Italia.
Non tanto il risolvere i problemi, quanto il tirarli fuori, questo è “rivoluzionario”. Guardiamoli in faccia e “mangiamoci i problemi”, per usare un’espressione di uno dei miei capi.
E poi la componente emotiva delle scelte. Ha riempito il suo discorso di dati di sviluppo, numeri di produzione e di occupazione, parla di fatturati che fan girare la testa e poi le decisioni hanno a che fare con la parte emotiva? Ma che manager è?
Guardate, magari fra dieci anni (o anche meno) verrà fuori che Marchionne è un bluff, scopriremo cose indegne sulla sua gestione di FIAT, magari verrà fuori che predicava bene e razzolava male. Bene, se verrà fuori tutto questo non lo so, però la predica è di quelle di livello, di quelle che non si sentono tutti i giorni, di quelle che in genere fanno i consulenti mentre noi pensiamo “sì, bello dirlo così ma vieni a lavorare tutti i giorni da noi.”.
Ecco, lui è uno che lavora tutti i giorni e dice questo.
Ma sapete qual è il suo vero grande limite? E’ il terzo concetto che ribadisce più volte nel suo discorso: le scelte implicano senso di responsabilità e coscienza.
Senso di responsabilità? E lo dice alla Camera? Sono sbigottito.
Non siamo abituati a sentire queste cose. E comunque, da buon manager, alla fine arrivano le sue richieste: lui vorrebbe poter utilizzare gli impianti e governare le fabbriche.
Cerco di capire, lui parla di senso di responsabilità, ci dice che le scelte hanno a che fare con le emozioni e coi sogni, che i problemi vanno tirati fuori, che FIAT ha una importante ricchezza umana e tutto questo per chiedere governabilità delle fabbriche e utilizzo degli impianti?
Se non capisco male lui ha detto che si assume delle responsabilità ma solo se potrà governare le fabbriche (dove gli interessa far funzionare gli impianti).
Ecco, in questo si vede il limite di Marchionne: cosa potranno mai aver capito i nostri cari membri della Camera di questi aspetti, fortuna che ha tirato fuori pure qualche numero e che ogni tanto diceva “miliardi di euro di investimenti” altrimenti la gente si addormentava.

Ora è chiaro che ho ridicolizzato e banalizzato tutta una serie di concetti ma, ribadisco, se dovesse venire fuori che Marchionne è un bluff ci sono un paio di lezioni che mi voglio tenere:
- I problemi si tirano fuori
- Le ricchezza delle risorse umane è garanzia del futuro
- Le decisioni hanno a che fare con le emozioni
- Le decisioni implicano coscienza e senso di responsabilità
- Non dobbiamo proteggere l’inerzia.

Il resto son mie battute anche poco riuscite nel tentativo di sminuire il personaggio e focalizzarmi sui contenuti.

1 commento:

  1. Mi fanno giustamente notare che "il baricentro è un punto, non ha dimensione, non si può allargare... si può spostare, magari abbassare (per aumentare la stabilità) ma... il baricentro di una serie di corpi è un punto astratto, può trovarsi anche in un posto in cui non c'è nessuno corpo, in cui non c'è niente... è inutile insomma, serve solo per considerazioni teoriche... se tutti i corpi fossero davvero attaccati tra loro, basterebbe spostarlo per spostare il tutto. Ma i corpi, di solito, non sono attaccati e tantomeno gli arcipelaghi fluttuanti...".
    Ora, il ragionamento sull'allargare la base rimane valido ma credo che la precisione e la pulizia negli esempi che vengono riportati vada sempre perseguita. Ecco perchè riporto questa annotazione (cappello ad altre interessanti considerazioni sul testo)relativa ad una imprecisione tecnica sul linguaggio.

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