Sono nuovamente a casa, dopo una giornata di lavoro e di caldo, rientrando vedo la mia piccolina che gioca sul tappeto. Da poco ha imparato ad alzarsi aggrappandosi e, appena mi sente, cerca di tirarsi su aggrappandosi ad un gioco, per farmi vedere quanto è brava. Non appena mi vede sorride e io mi scordo di tutti i pensieri. Oggi però ha un sorriso diverso, credo mi debba dire qualcosa.
N: “Ciao nanetta, come stai? Ti sei divertita oggi con la mamma e con la nonna?”
G: “Volevo raccontarti una cosa”.
Ecco, sapevo che c’era qualcosa.
N: “Certo dimmi pure”
G: “Oggi sono stata al mare, ero seduta sul telo che cercavo di capire se la sabbia mi piace oppure no. Son partita che ero convinta mi piacesse, è così divertente da tenere in mano, poi ho visto altri che facevano cose incredibili, ho visto persino un castello. Davvero, un castello vero”
N: “Ci credo, magari una volta che andiamo assieme facciamo anche noi un castello, che dici?”
G: “Perché no, se non ho altri giochi da fare, volentieri. Comunque ti dicevo che ero lì che volevo assaggiarla e la mamma mi diceva ‘non mangiarla che è cattiva, vedrai che non ti piace’. Io mi fido della mamma, sempre, però mi pareva impossibile che una cosa così divertente potesse essere cattiva”.
N: “Invece capirai quante volte accade che una cosa bella non è buona o se fa bene è cattiva. Ma poi cos’è successo?”.
G: “Ho preso per ben due volte la sabbia in mano per portarmela alla bocca ma, nonostante le facessi gli occhioni, la mamma non ci è mai cascata a mi toglieva la sabbia dalle mani. Non è come te che ti imbamboli, lei è più sveglia”.
N: “Grazie!”
G: “Comunque le ho provate tutte, ho pure pianto. Alla fine però si è distratta e mi sono messa in bocca un pugnetto di sabbia. Faceva schifo. Ed ero felice”.
N: “Non ti seguo, hai mangiato qualcosa di schifoso ed eri felice?”
G: “No, ero felice perché avevo torto”.
N: “Adesso capisco pure meno. Sei felice ad avere torto? Perché?”
G: “Per due motivi: il primo è che è bello scoprire che la mamma ha sempre ragione, mi pare che il mondo sia un posto migliore quando la mamma ha ragione; il secondo è che ho cambiato idea”.
N: “Scusa, non capisco il secondo”
G: “Cosa c’è di più bello di scoprire che si aveva un preconcetto e di avere l’occasione di ricredersi? Io non sapevo com’era la sabbia, avevo un preconcetto. Adesso lo so, posso dire a tutti com’è e raccontare che prima ero diffidente. Ho cambiato opinione rimediando ad un errore. Adesso so una verità in più e questo mi fa felice, capisci? Potevo anche dar retta alla mamma ma ero così convinta che per cambiare idea dovevo provare.”
N: “Capisco, anche se non sono la mamma.”
G: “E non trovi che sia eccezionale poter cambiare un’opinione quando si scopre la vera verità?”
N: “Fammi una promessa, non cambiare mai”.
G: “Non te lo posso promettere, crescere vuol dire cambiare e non riesco ad immaginare nulla di più bello”.
N: “Sei super”
G: “Credo di essermi cagata addosso”.
N: “Ciao nanetta, come stai? Ti sei divertita oggi con la mamma e con la nonna?”
G: “Volevo raccontarti una cosa”.
Ecco, sapevo che c’era qualcosa.
N: “Certo dimmi pure”
G: “Oggi sono stata al mare, ero seduta sul telo che cercavo di capire se la sabbia mi piace oppure no. Son partita che ero convinta mi piacesse, è così divertente da tenere in mano, poi ho visto altri che facevano cose incredibili, ho visto persino un castello. Davvero, un castello vero”
N: “Ci credo, magari una volta che andiamo assieme facciamo anche noi un castello, che dici?”
G: “Perché no, se non ho altri giochi da fare, volentieri. Comunque ti dicevo che ero lì che volevo assaggiarla e la mamma mi diceva ‘non mangiarla che è cattiva, vedrai che non ti piace’. Io mi fido della mamma, sempre, però mi pareva impossibile che una cosa così divertente potesse essere cattiva”.
N: “Invece capirai quante volte accade che una cosa bella non è buona o se fa bene è cattiva. Ma poi cos’è successo?”.
G: “Ho preso per ben due volte la sabbia in mano per portarmela alla bocca ma, nonostante le facessi gli occhioni, la mamma non ci è mai cascata a mi toglieva la sabbia dalle mani. Non è come te che ti imbamboli, lei è più sveglia”.
N: “Grazie!”
G: “Comunque le ho provate tutte, ho pure pianto. Alla fine però si è distratta e mi sono messa in bocca un pugnetto di sabbia. Faceva schifo. Ed ero felice”.
N: “Non ti seguo, hai mangiato qualcosa di schifoso ed eri felice?”
G: “No, ero felice perché avevo torto”.
N: “Adesso capisco pure meno. Sei felice ad avere torto? Perché?”
G: “Per due motivi: il primo è che è bello scoprire che la mamma ha sempre ragione, mi pare che il mondo sia un posto migliore quando la mamma ha ragione; il secondo è che ho cambiato idea”.
N: “Scusa, non capisco il secondo”
G: “Cosa c’è di più bello di scoprire che si aveva un preconcetto e di avere l’occasione di ricredersi? Io non sapevo com’era la sabbia, avevo un preconcetto. Adesso lo so, posso dire a tutti com’è e raccontare che prima ero diffidente. Ho cambiato opinione rimediando ad un errore. Adesso so una verità in più e questo mi fa felice, capisci? Potevo anche dar retta alla mamma ma ero così convinta che per cambiare idea dovevo provare.”
N: “Capisco, anche se non sono la mamma.”
G: “E non trovi che sia eccezionale poter cambiare un’opinione quando si scopre la vera verità?”
N: “Fammi una promessa, non cambiare mai”.
G: “Non te lo posso promettere, crescere vuol dire cambiare e non riesco ad immaginare nulla di più bello”.
N: “Sei super”
G: “Credo di essermi cagata addosso”.
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