Sono da poco stato in negozio Decathlon e come sempre mi sono divertito un sacco. Attrezzi, indumenti, strumenti, tutto per fare attività fisica. Adesso che ho una nanetta nel mio stato di famiglia sono rimasto colpito dal costo di alcune cose. Ci sono delle t-shirt in cotone che costano dai 3 ai 5 euro. Le ho controllate, sono cotone al 100%, anzi, sono di cotone buono al 100%.
Io sono molto italiano e quindi sono cresciuto con mia nonna che diceva “chi spende poco spende due volte” e ho sempre dubitato della qualità di chi proponeva manufatti a basso costo. Questa cultura ha condizionato anche tutti coloro che approcciavano il mercato con prodotti economici e si sono adeguati al fatto che nei prodotti low cost l’Italiano non cerca la qualità. Non lo ritiene probabile. Prendiamo un altro esempio: Ikea. Ikea produce mobili a basso costo ma di qualità. Ciò che abbatte la qualità dei mobili Ikea è la nostra manualità nel montarli. I mobili di per sé costano poco perché dietro vi sono forme di risparmio e di contenimento dei costi a tutti i livelli della catena, dalla generazione dell’idea alla produzione, all’acquisto di materiali.
Ecco alcuni spunti che ho trovato sull’inesauribile wikipedia.
Qualità significa capacità di raggiungere gli obiettivi stabiliti (efficacia), utilizzando al meglio le risorse umane, di tempo ed economiche a disposizione (efficienza);
Ho poi recuperato, sempre su wikipedia, un’evoluzione del concetto di qualità
• Joseph M. Juran en:Juran, "Idoneità all'uso" è il padre della moderna gestione della qualità.
• Kuehn & Day 1962, "Nell'analisi finale del mercato, la qualità di un prodotto dipende da quanto bene corrisponde ai modelli delle preferenze del consumatore."
• Gilmore 1974, "La qualità è il grado in cui un prodotto specifico soddisfa i bisogni di uno specifico consumatore."
• Crosby 1979, "Qualità significa conformità a requisiti."
• Broh 1982, "La qualità è il grado di eccellenza ad un prezzo accettabile ed il controllo della variabilità ad un costo accettabile."
• Price 1985, "Fare le cose giuste la prima volta."
• Oakland 1989, "L'essenza dell'approccio alla qualità totale è identificare e soddisfare i requisiti dei clienti, sia interni che esterni."
• Newell & Dale 1991, "La qualità deve essere raggiunta in cinque aree fondamentali: persone, mezzi, metodi, materiali e ambiente per assicurare la soddisfazione dei bisogni del cliente."
• La norma ISO 9000 del 2000 (Fondamenti e Terminologia) "Qualità: Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti ad un prodotto, sistema, o processo di ottemperare a requisiti di clienti e di altre parti interessate."
• La norma ISO 9000 del 2005 (Fondamenti e Terminologia) "Qualità: Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfano i requisiti."
Il concetto di qualità ritorna spesso associato a quello del contenimento dei costi.
Perché allora, specialmente noi Italiani, siamo così restii a ritenere un prodotto economico anche di qualità? Perché Ikea può andare per la tavernetta o per l’appartamento al mare ma non per il salotto di casa? Perché Decathlon è ok per prendere una tenda che si lancia e apre in 5 secondi per mandare il figlio adolescente in campeggio sotto casa e non per prendere le scarpe tecniche con le quali affrontare il torneo di calcetto aziendale con fare da professionista consumato e sovrappeso?
Perchè l’Italia è il paese della saggezza delle nonne e delle piccole e medie imprese: non è nel nostro DNA una grande azienda che produce qualità a costi contenuti. C’è sempre diffidenza. Però indagando il concetto di qualità ho scoperto che forse noi confondiamo la qualità col lusso.
Noi viviamo nel paese del design, delle piccole botteghe di artigiani e questo ci condiziona. Siamo disposti a pagare l’originalità, anche quando non ci piace, ma non riteniamo possibile fare un affare senza spendere il giusto. Vogliamo trattare, spendere poco ma se spendiamo troppo poco siamo convinti ci sia un difetto di qualità.
E che questo falso mito ha creato spazi per chi proponeva prodotti economici ma di scarsa qualità, avvalendosi dell’alibi che tanto erano economici. Siamo pieni di mediocrità a basso costo e non riusciamo a distinguerla dalla qualità a basso costo.
Ecco, oggi parte la mia crociata a favore della qualità, qualità che vuol dire anche giusto costo.
La Ferrari non è qualitativamente superiore alla Toyota, ha un brand più forte, è più esclusiva, è più performante in termini di prestazioni legate alla velocità. Questo determina il motivo per cui costa di più.
Poi c’è Fiat ma questo è un altro discorso, oppure no?
Io sono molto italiano e quindi sono cresciuto con mia nonna che diceva “chi spende poco spende due volte” e ho sempre dubitato della qualità di chi proponeva manufatti a basso costo. Questa cultura ha condizionato anche tutti coloro che approcciavano il mercato con prodotti economici e si sono adeguati al fatto che nei prodotti low cost l’Italiano non cerca la qualità. Non lo ritiene probabile. Prendiamo un altro esempio: Ikea. Ikea produce mobili a basso costo ma di qualità. Ciò che abbatte la qualità dei mobili Ikea è la nostra manualità nel montarli. I mobili di per sé costano poco perché dietro vi sono forme di risparmio e di contenimento dei costi a tutti i livelli della catena, dalla generazione dell’idea alla produzione, all’acquisto di materiali.
Ecco alcuni spunti che ho trovato sull’inesauribile wikipedia.
Qualità significa capacità di raggiungere gli obiettivi stabiliti (efficacia), utilizzando al meglio le risorse umane, di tempo ed economiche a disposizione (efficienza);
Ho poi recuperato, sempre su wikipedia, un’evoluzione del concetto di qualità
• Joseph M. Juran en:Juran, "Idoneità all'uso" è il padre della moderna gestione della qualità.
• Kuehn & Day 1962, "Nell'analisi finale del mercato, la qualità di un prodotto dipende da quanto bene corrisponde ai modelli delle preferenze del consumatore."
• Gilmore 1974, "La qualità è il grado in cui un prodotto specifico soddisfa i bisogni di uno specifico consumatore."
• Crosby 1979, "Qualità significa conformità a requisiti."
• Broh 1982, "La qualità è il grado di eccellenza ad un prezzo accettabile ed il controllo della variabilità ad un costo accettabile."
• Price 1985, "Fare le cose giuste la prima volta."
• Oakland 1989, "L'essenza dell'approccio alla qualità totale è identificare e soddisfare i requisiti dei clienti, sia interni che esterni."
• Newell & Dale 1991, "La qualità deve essere raggiunta in cinque aree fondamentali: persone, mezzi, metodi, materiali e ambiente per assicurare la soddisfazione dei bisogni del cliente."
• La norma ISO 9000 del 2000 (Fondamenti e Terminologia) "Qualità: Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti ad un prodotto, sistema, o processo di ottemperare a requisiti di clienti e di altre parti interessate."
• La norma ISO 9000 del 2005 (Fondamenti e Terminologia) "Qualità: Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfano i requisiti."
Il concetto di qualità ritorna spesso associato a quello del contenimento dei costi.
Perché allora, specialmente noi Italiani, siamo così restii a ritenere un prodotto economico anche di qualità? Perché Ikea può andare per la tavernetta o per l’appartamento al mare ma non per il salotto di casa? Perché Decathlon è ok per prendere una tenda che si lancia e apre in 5 secondi per mandare il figlio adolescente in campeggio sotto casa e non per prendere le scarpe tecniche con le quali affrontare il torneo di calcetto aziendale con fare da professionista consumato e sovrappeso?
Perchè l’Italia è il paese della saggezza delle nonne e delle piccole e medie imprese: non è nel nostro DNA una grande azienda che produce qualità a costi contenuti. C’è sempre diffidenza. Però indagando il concetto di qualità ho scoperto che forse noi confondiamo la qualità col lusso.
Noi viviamo nel paese del design, delle piccole botteghe di artigiani e questo ci condiziona. Siamo disposti a pagare l’originalità, anche quando non ci piace, ma non riteniamo possibile fare un affare senza spendere il giusto. Vogliamo trattare, spendere poco ma se spendiamo troppo poco siamo convinti ci sia un difetto di qualità.
E che questo falso mito ha creato spazi per chi proponeva prodotti economici ma di scarsa qualità, avvalendosi dell’alibi che tanto erano economici. Siamo pieni di mediocrità a basso costo e non riusciamo a distinguerla dalla qualità a basso costo.
Ecco, oggi parte la mia crociata a favore della qualità, qualità che vuol dire anche giusto costo.
La Ferrari non è qualitativamente superiore alla Toyota, ha un brand più forte, è più esclusiva, è più performante in termini di prestazioni legate alla velocità. Questo determina il motivo per cui costa di più.
Poi c’è Fiat ma questo è un altro discorso, oppure no?
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