Di nuovo sul divano, di nuovo avvolto
dal nulla tipico del mio riposo serale. In realtà sono assorto a
guardare Gaia.
Ad un certo punto si volta verso di me
e mi inchioda con lo sguardo.
“Babba, ho pensato ad una cosa per la
piccolina”.
N: “Immagino qualcosa di bello”, da
qualche tempo faccio caso a come si comporta con i suoi bambolotti e
non sempre è cortese.
G: “Allora, cosa ti credi. Certo, ho
pensato ad una cosa. Ho pensato che voglio insegnarle che non è vero
che l'importante nella vita non è partecipare”
N: “Non è neppure vincere, tesoro
mio”, la interrompo convinto di poterle finalmente dare una lezione
di vita, già pregusto il suo hai ragione babba, grazie.
G: “Certo, l'importante non è
vincere, è ritirare il premio.”
N: “Ah... questa me la devi
spiegare”.
G: “Certo. Dunque, tempo fa ho letto
quella roba dell'importante non è vincere ma partecipare. Lì per
lì mi è sembrata sensata. Poi però tutti commentavano che non è
un dramma perdere una finale, per esempio, perché l'importante è
partecipare. Secondo me questa seconda parte è sottovalutata. Il
tizio che l'ha detta”
N: “Pierre de Cubertin”, grazie
iPad che mi hai permesso di anticipare mia figlia e di scriverlo bene.
G: “Dicevo, il tipo che l'ha detto,
quando l'ha detto, parlava delle Olimpiadi. E per forza l'importante
è partecipare, arrivare alle Olimpiadi è già aver vinto, hai già
ritirato il premio. Io non voglio che la piccolina cresca convinta
che basti iscriversi alla vita per essere felici. No, serve ritirare
il premio, serve arrivare in cima. Non basta essere nati, non basta
partecipare. Ci devi arrivare, a partecipare”.
N: “Mi piace, hai ragione. Però non
tutti possono ritirare il premio. Rischi che poi ci resti male”.
G: “Quello che intendi tu no, però
io posso insegnarle a darsi dei traguardi, posso insegnarle ad essere
superiore alle corse degli altri e a correre solo contro sé stessa.
Posso insegnarle a darsi un obiettivo e a ritirare il premio. Non
importa cosa faranno gli altri, lei potrà vincere sempre.”
N: “Beh, così è troppo facile, uno
si assegna un obiettivo lo centra e poi si complimenta da solo”.
G: “E' per questo che le insegnerò a
darsi gli obiettivi. Le insegnerò a cercare di migliorarsi sempre.
Fidati, sarà sempre meglio che insegnarle che l'importante è
esserci. Le insegnerò che l'importante è esserci se significa
qualcosa, se arriverà alla finale delle sfide della sua vita allora
l'importante sarà esserci. Voglio che impari che perdere è una
lezione e non che perdere non è nulla perchè tanto partecipa e
quindi vincono tutti. Dovrà migliorarsi, dovrà godersi ogni premio
che ritira e dovrà godere ancora di più per ogni fallimento perchè
le permetterà di alzare l'asticella la volta successiva. Fidati,
farò di lei una bimba eccezionale”.
N: “Un po' mi spaventi, ma vorrei
avere la capacità di trasmetterti le stesse cose, la stessa passione
per la vita”.
G: “Grazie mille, non sei per niente
male come babba.”
Nessun commento:
Posta un commento