Il fatto è che a me correre non piace.
Mi è comodo ma non mi piace per niente.
L'unica volta in cui l'ho trovato
interessante e piacevole è stato nel 2009 quando tre volte a
settimana andavo a correre con un amico. Ma avevamo un obiettivo (ci
preparavamo fisicamente ad una vacanza) ed eravamo abbastanza in
forma da parlare e correre. Siamo andati avanti quasi un anno, poi la
neve e la vita ci hanno stoppato.
Fra i tre sport classici pre prova
bikini, correre, pedalare e nuotare, la corsa è quello che mi piace
meno. Nuotare è il mio preferito ma è troppo impegnativo in termini
di tempo. Per correre mi metto un paio di scarpe e mi butto in
strada, per nuotare la “suppa” è lunga. Non sarebbe male
pedalare ma ci sono tre problemi: i ciclisti sono i miei acerrimi
nemici; quando vado in bici troppo facilmente assumo un'andatura da
passeggio; non mi piace vestirmi come un fantino del palio di Siena,
con tutti quei colori idioti addosso.
Quindi corro.
Trovo la corsa avvincente le prime tre,
quattro volte. Ieri sono andato a correre e, per quanto abbia
allungato la gittata, ero abbastanza in palla da non dovermi
concentrare sulla corsa. Ecco, il limite della corsa è che
mentalmente non mi stimola. E' ripetitiva e il mio cervello ha
grossissimi problemi di concentrazione (l'avessi capito 20 anni fa
adesso sarei medico). Quindi dopo poco comincio a divagare e spesso
finisco a pensare a cosa devo fare, ai problemi, alle cose da
sistemare. Arrivo a casa stanco di gambe e di testa. La corsa non ha
sorprese, non ha situazioni diverse da analizzare e interpretare. Mi
spiego meglio prima che l'associazione podisti anonimi mi tagli le
gomme: quando gioco a squash io reitero sempre la stessa sequenza di
colpi (ecco svelato il trucco per non farmi vincere), è una
sequenza, uso uno o due colpi per entrare in questa routine e in due
o tre colpi chiudo il punto. Sempre la medesima sequenza, in genere
vincente.
Ecco perchè riesco a giocare a squash
nonostante sia uno sport dove si corre molto e io giochi da fermo.
Perchè scelgo e valuto, decido il mio investimento in un punto in
base alla possibilità che ho di entrare nella routine. Ok, ogni
tanto il momento mi porta ad inseguire punti che non mi portano alcun
vantaggio, ma questo è il motivo per cui non sono un discreto amatore e non un buon giocatore.
Provavo a fare la stessa cosa anche ai
tempi del tennis ma il campo grande mi creava difficoltà di
esecuzione. Dieci anni fa mi riusciva bene a racchettoni.
Comunque, nonostante la ripetitività della sequenza,
ogni volta mi si presenta qualcosa di nuovo, di inesplorato che mi
porta ad adattare i famosi colpi che mi portano ad entrare nella mia
routine. Quindi la mia testa è assorbita dall'impegno agonistico,
non si può distrarre.
Con la corsa non ce la faccio. A questo
aggiungiamo che “correre è una sfida con se stessi” e contro me
stesso io non perdo mai. Insomma, mi annoio velocemente.
La musica aiuta ma temo che fra un po',
se non si asciuga il terreno e non posso cominciare a correre sul
morbido, la mia esperienza da podista si concluderà.
Detto tutto questo, adesso sapete che
corro con maggiore disinvoltura, riesco ad avere lo stesso ritmo
quando parto e quando finisco, ho lo sforzo sotto controllo, allungo
ogni volta il mio giro ma che non durerò molto. Sapete anche come
battermi a squash, sapete che dovete impedirmi di entrare nella mia
routine e sapete anche che c'è una sequenza di colpi da identificare
e che sono sempre gli stessi.
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