Un breve post per raccontare un po' di me, direi che posso concedermelo.
Quando ero piccolo ero uno di quei bimbi che venivano definiti maturi, seri, educati.
Di quelli mai sguaiati e sempre composti, rispettosi.
Sono stato così da ragazzo, mi sono sempre divertito anteponendo sempre i miei valori e le cose in cui credevo.
Ho perso occasioni per divertimenti sfrenati, al limite ed oltre al buon senso, di quelli eccessivi, che piacciono che fanno impennare l'adrenalina.
Mi son sempre divertito con la testa, mi è sempre bastato riuscire ad essere impegnato in qualcosa per divertirmi. Mi è sempre bastato essere felice per dire di essere felice.
Non mi è mancato nulla, ho sempre avuto giornate splendide che si sono susseguite fra divertimento e gioia. Sono anche fortunato, non me ne vergogno. Però non ho mai passato i limiti, per usare un'espressione sintetica ma chiara. O almeno li ho passati (sì, in effetti li ho passati) con coscienza, ho fatto le mie cazzate con attenzione e se non ne ho pagato le conseguenze è perchè non ho mai lasciato alcun debito da pagare. Non mi son mai trovato in quella condizione.
Questo per dire cosa, per dire che mi piace andare in moto.
Mi piace salire in motocicletta e fare un giretto per prendere un caffè, mi piace fare un giro più lungo e fermarmi a pranzo, amo stare via in moto un paio di gironi, mi sono divertito a star via 15 giorni e mi rilassa ed entusiasma anche andarci al lavoro.
E finalmente ho capito perchè.
Perchè per andare in moto devo stare attento come in poche altre occasioni mi capita di doverci stare, perchè è un divertimento in cui si deve usare la testa. E' un gioco serio e giocare seriamente è il modo che piace a me, è il mio campo.
La testa è il mio organo di divertimento, non è l'adrenalina in pancia e non sono i brividi lungo la schiena.
Quelli non mi divertono, al massimo mi emozionano.
Usare la testa mi diverte, pensare che devo vestirmi in maniera seria, avere il mezzo in ordine, le gomme ok, che devo stare attento a mille cose, ascoltare la moto, i rumori, leggere la strada, cercare di prevedere cosa succede che tenere la testa in modalità alta, devo respirare ogni input che viene dall'ambiente. Questo mi vien naturale, è il mio modo di giocare, è il mio modo di divertirmi.
E tutto questo potrebbe comunque non bastare, mi allaccio il casco ed è possibile che non faccia ritorno a casa, nonostante io cerchi di ridurre questa possibilità al minimo.
E in fin dei conti, se ci pensate la cosa più seria che vi può venire in mente è un bambino che gioca, la sua concentrazione, la sua attenzione e serietà nel gioco è una cosa che l'adulto difficilmente riesce a replicare in qualunque campo. Fateci caso.
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