Cosekeso?

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domenica 26 settembre 2010

Parabole, pentimento e politica

Oggi riflettevo assieme ad un paio di amici sulla politica. Già, la stagione autunnale incupisce anche i nostri discorsi.
La nostra riflessione partiva dalla costatazione che in Italia, appena tenti di fare qualcosa di più grande vieni stoppato.
Senza entrare nei dettagli e nella correttezza delle scelta di grandezza constatavamo che è stato così per Profumo (per farvi capire da quale episodio di attualità siamo partiti), in qualche modo anche per Gardini (noi romagnoli portiamo il suo ricordo nel cuore...).
Ad un certo punto ho fatto una battuta seria, ovvero ho detto scherzando una cosa troppo amara per dirla senza un sorriso. Le mie parole sono state più o meno "Come faccio a sembrare grande se tu cresci, come posso governarti se non sono più grande di te".
Ma non è tanto su questo concetto che voglio arrivare, troppo banale per discuterne.
Volevo introdurvi ad un altro ragionamento, ad un'altra battuta amara.
Parlando di politca chissà come mai siamo finiti a parlare di fango e di reati.
Abbiamo fatto un'altra battuta amara, ahimè anche una battuta vecchia. La battuta è che in Italia essere indagati per un politico fa curriculum.
La redenzione, il ritornare puliti e vergini dopo aver magari tramutato in vistosa beneficenza la condanna è un merito.
Se non altro è visibilità, che in questo periodo storico è tutto.
Allora, sempre scherzando perchè eravamo tra amici e volevamo solo divertirci, abbiamo detto che è normale, siamo uno stato culturalmente cattolico e la parabola del figliol prodigo è quella che preferiamo.
Per quanto ci abbia fatto rabbia vedere l'altro figlio ligio e rispettoso messo da parte.
Bene oggi commentavamo il fatto che questa paraola è molto di moda in politica dove ognuno può sbagliare (non nel senso di commettere un errore ma nel senso di infrangere una legge) e ritornare mesto e riabilitato in società.
Credo che in questo ci sia la cattiva interpretazione della paraola da parte della nostra società.
La parabola del figliol prodigo voleva evidenziare il PENTIMENTO, non la riabilitazione ed il perdono. Certo, sono elementi della parabola ma secondari e comunque successivi al pentimento.
Forse questo è il passaggio che nel corso degli anni si è prima indebolito e poi perso, forse a noi adesso manca un po' di spirito di pentimento.

Ecco, in conclusione, il perdono è sicuramente importante, abbiamo deciso che sia un valore per la nostra società e lo condivido.
Però credo che conditio sine qua non del perdono sia il pentimento e questo non lo possiamo dimenticare o trascurare.

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