Ieri sera verso le 22.40 mi telefona mio babbo per avere informazioni su una applicazione dell'iPhone.
Era a cena da un amico che è anche lui possessore di un iPhone e si stavano confrontando su alcune app. Si stavano confrontando e scambiando app.
Io gli ho risposto mentre Giulia mi teneva il telefono e io reggevo quattro bottiglie e tre bicchieri.
Più tardi ho pensato a quanto fosse interessante la cosa.
Però mancano alcune premesse.
Mio babbo è un uomo molto intelligente, dotato di una grande intelligenza pratica e di una notvole capacità di estrarre e astrarre lezioni dal quotidiano. Per capirci, non è uno da grandi teorie su libri o riviste, è uno che riconosce un approccio valido ed è in grado di estrarlo dal contesto per capirne il meccanismo. Se vede qualcosa poi elabora velocemente cos'è successo.
Questo per dire che è uno con la testa.
Bene, non conosco il suo amico ma, se facciamo finta che una carriera professionale possa darci indicazioni circa la persona, dovrebbe essere una persona intelligente.
Quindi siamo davanti a due signori, 55 e poco più di 60 anni, che sono a cena e si confrontano sull'iPhone.
Questo mi ha portato a riflettere nuovamente sull'importanza di rendere semplici le cose.
Questi due signori sono della generazione che si è imbattuta nel PC quando erano già ad una certa maturità, avrebbero forse potuto evitarlo, girandoci attorno e sopravvivendo bene anche senza. Invece conoscono la tecnologia, non ne sono dei malati, almeno mio babbo, e la apprezzano quando li aiuta.
Forse le nuove generazioni saranno molto più veloci ad imparare ad usare una nuova tecnologia ma in alcuni casi si dimenticano del perchè serve loro.
Provo a spiegarmi con due esempi relativi a due oggetti che conosco: moto e cellulari.
Esistono in commercio mezzi stupendi, supersportive con tanta di quella tecnologia che potresti governarci una navetta spaziale. Hanno prestazioni da paura, sono studiate come missili su ruote. Sono anche bellissime e hanno un fascino incredibile. Questa tipologia di mostri su ruote ha mille declinazioni diverse, tutte performanti, tutte bellissime. Il mezzo più venduto in Italia è il BMW R1200GS. Perchè? Mettiamoci che fa moda, lo ammetto, ma come c'è arrivato a fare moda.
Com'è possibile che un concetto di propulsore che ha 30 anni, un sistema di ammortizzazione che è contronatura e anch'esso datato siano alla moda? Perchè il GS è facile. Con un GS mi sento un motociclista pure io. Piego, curvo, accellero, viaggio. Mi sento un motociclista vero. E' chiaro a cosa serve e rende semplice farlo. I primi l'hanno apprezzato e l'hanno fatto diventare un oggetto di moda.
Adesso molte case stanno cercando di copiarne il successo ma, nel tenativo di dare un tocco di personalizzazione al mezzo, ne stanno perdendo la premessa: facile da usare. Ecco, mio babbo ed il suo amico si sono conosciuti girando in moto, su un GS.
Il secondo esempio mi porta ai telefonini. Così come sono un beamer sfegatato sono pure un Apple-addicted. Nella vita ho cambiato diversi cellulari e il punto di forza dell'iPhone l'ho capito nel settembre del 2007 dentro l'Apple store a New York, vicino a Central Park.
Ogni volta che ho preso in mano un nuovo cellulare l'ho messo sotto carica e quindi ne ho studiato il libretto. Nei cellulari adesso ti ritrovi addirittura due libretti di istruzioni, quello normale e la guida rapida. Una volta imparato cominciavo quella che potremmo definire la famigliarizzazione con le funzioni. Prima cerchi l'orologio, poi vedi di impostare la suoneria, magari pure un'immagine di sfondo, passi ai messaggini per vedere se ha il T9 o altro, ecc ecc. Magari mentre cerchi l'oroglogio ti imbatti nella funzione per le suonerie e cerchi di far mente locale per poterti ricordare dov'è in seguito.
Con iPhone il primo impatto è stato a NY, nello store. Telefonino acceso, lo prendo in mano, premo l'unico pulsante che c'è e lui mi dice di muovere il mio dito per sbloccarlo. Fatto questo non c'era più nulla da imparare. Quando dopo qualche mese l'ho potuto comprare l'ho attivato ed ero impaziente fosse carico. Non avevo bisogno di altro tempo per imparare, non c'era nulla da imparare, dovevo usarlo e basta.
Bene, questa cosa, adesso che ho rifilato il mio iPhone a mio babbo, la vedo su di lui. La sua generazione è ancora più utilitaristica della mia, ha quasi il rifiuto di dover imparare le cose. E' rimasta "scioccata" negli anni ottanta qundo gli hanno venduto videoregistratori con millecinquecentotrentasette pulsanti diversi. Ancora oggi ha la convinzione che di quei millecinquecentotrentasette (ho fatto copiaincolla....) pulsanti in realtà solo 5 fossero utili.
E adesso è in grado di apprezzare quando la tecnologia è utile.
Spero di riuscire anche io a mantenere questo spirito critico, a riuscire sempre a scindere la funzione di un oggetto dalla sua forma. A capire cosa fa e spero che la tecnolgia vada nella direzione di non doversi far imparare da nessuno, solo utilizzare.
In fin dei conti se ci circondiamo di cose semplici e utili la vita potrebbe pure diventare.....semplice.
Cosekeso?
Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.
Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"
ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili
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