“C’era una volta, tanto tempo fa, un Re illuminato. Era molto amato dal suo popolo per via della sua grande capacità di entusiasmarli e incoraggiarli sempre. Era molto positivo ed aveva sempre delle visioni sul futuro molto coraggiose ma allo stesso tempo coinvolgenti e motivanti.
Sapeva dove voleva portare il suo regno, l’aveva sempre saputo. I suoi sudditi lo seguivano sempre, anche quando le avversità quotidiane rendevano difficile guardare lontano come faceva lui.
Ultimamente però i suoi sudditi fedeli si erano invecchiati e non avevano più le forze di farsi carico di tutte le difficoltà che si palesavano davanti a loro nel seguire il loro re.
Avevano ormai reso splendido il regno, lo avevano dotato di ogni comodità. Avevano deviato il corso del fiume quando il loro Re gli aveva detto di sfruttare la forza dell’acqua per muovere le macine, avevano scavato tunnel profondi quando aveva detto loro che al fresco della terra avrebbero conservato meglio ogni cosa. Tutte le volte c’erano stati molti problemi ma erano stati risolti.
Adesso il Re vedeva che il suo popolo non lo seguiva più ed era triste, pensava di non riuscire più a rendere il suo regno un bel posto dove vivere. Sentiva che non stava guidando i suoi sudditi da qualche parte e sentiva che questo, alla lunga, avrebbe stancato i suoi fedeli.
In quel periodo passava molto tempo con i suoi consiglieri che gli suggerivano piani di sviluppo entusiasmanti ed idee future molto interessanti e prospere. Però vedeva che ognuna di queste opportunità non veniva colta dai suoi sudditi, vedeva in loro la stanchezza.
Gli parlava di dighe, di ponti, di semine e raccolti ma loro non avevano più le forze, mentre i giovani non avevano l’entusiasmo, spaventati dalle fatiche dei loro padri.
Alcuni cominciarono a dire che il Re non si rendeva conto, che non capiva i problemi.
Riusciva a veder ei ponti, le dighe, i mulini ma non riusciva a vedere le persone che avevano lavorato a questi progetti che erano al suo fianco. Vedeva il futuro ma non riusciva a vedere i problemi e le difficoltà per raggiungerlo…”
Probabilmente quel Re era un leader presbite, con la capacità di vedere molto lontano, di sentire il futuro e di capire quale fossero le risorse giuste per il suo popolo.
Aveva però sbagliato a scegliere dei collaboratori con il suo stesso problema.
Se, da bravo leader presbite, si fosse scelto qualche manager miope forse avrebbe trovato il giusto equilibrio.
Molto spesso è difficile avere una buona vista in ogni occasione. La freschezza che abbiamo all’inizio è difficile mantenerla e la nostra evoluzione può portarci ad essere presbiti, e perdere il contatto con il qui ed ora, o miopi, e smarrire la giusta direzione e la visione del futuro.
E’ importante, col tempo, capire quale sarà il nostro punto di debolezza e riuscire a circondarsi di persone che possano dare continuità alle nostre idee in maniera complementare.
In genere spetta ai nostri leader di identificare il giusto futuro ma è nostro compito aver scelto bene e da vicino chi saranno questi leader e saperli incoraggiare e consigliare quando ci dicono dove ci vogliono portare, cercando di essere almeno miopi.
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