Giusto giusto per festeggiare i miei 33 anni stavo leggendo un articolo sulla Cina in cui viene illustrato il tentativo di importare in Cina tutti i centri di R&S delle grandi società straniere.
In pratica i cinesi si sono stancati di fare bassa manovalanza, sono convinti che facendo solo quella prsto saranno superati da altri paesi, e cercano di spostare i centri di R&S all'interno del territorio. Questo anche perchè poi i diritti sui brevetti in Cina paiono essere un po' più "sportivi". Ma non è questo il focus, altri paesi, specialmente quelli orientali, si sono mossi anche con maggiore durezza, in passato.
Importante è che la Cina voglia elevare i suoi standard.
Quindi la qualità paga?
Io credo di sì, credo che dopo un periodo iniziale di grande innamoramento siamo ora ad un livello di diffusione della qualità che spesso ce la fa dare per scontata.
E questo è un errore. Ormai siamo tutti ISO qualcosa, siamo tutti certificati ma non sappiamo cosa vuol dire. Beh, ad esempio, due dei principali costruttori di automobili mondiali sono Toyota e il gruppo Volkswagen. Ora, non stiamo parlando di realtà di alto livello che debono preservare standard elevati (come Ferrari o anche solo Mercedes), parliamo di chi al mondo vende più auto.
Entrambi i gruppi sono sinonimi di qualità, si presentano con vetture ad alta diffusione ma affidabili. Stessa cosa la si può dire per altri colossi come Apple, Ferrero (che grazie a Nutella svolge un ruolo importantissimo nel panorama delle aziende dolciarie) ma anche IKEA (la scarsa qualià di una libreria Billy è un problema di chi la monta, non del prodotto. Ovvero i prodoti IKEA hanno standard molto elevati, sono le nostre capacità di montaggio che spesso ne riducono la qualità). Questo vale anche per chi offre servizi. Google è il miglior motore di ricerca disponibile, perchè è quello fatto meglio.
C'è quindi una qualità che paga, anche su larghissima scala. Parliamo però di prodotto e/o servizio. Ma la qualità è anche processo, almeno così ci hanno insegnato.
Senza banalizzare ma cercando di rendere breve il concetto: il processo deve essere di qualità perchè deve essere stanard, ripetibile, controllato, chiaro. Ognuno deve sapere cosa fare e come, ogni persona deve essere importante ma allo stesso tempo sostituibile con serenità, perchè il processo vince.
Quindi la qualità applicata al processo serve affinchè le persone lavorino bene.
O forse non è così.
Mi è venuto in mente che la qualità importante applicata ad un processo industriale o aziendale sia da ricercarsi nella qualità della vita di chi lavora. Ovvero il lavoro fatto in qualità è sempre figlio di realtà in cui la gente lavora bene perchè sta bene al lavoro. Credo che la qualità debba centrarsi sul prodotto, debba risalire fino ad individuare un processo che renda di qualità questo prodotto ma il reale approccio deve essere sulla qualità del posto di lavoro. Ci sono realtà in cui il processo è così forte che ogni individuo può essere sostituito in pochissimo tempo ma in cui la qualità del posto di lavoro è così alta che nessun individuo ha interesse ad andarsene. La qualità deve fare anche retemption, deve aiutare le aziende a creare posti di lavoro di qualità. Solo così i lavoratori poi potranno inserirsi in una serie di processi virtuosi che portano a prodotti di qualità.
E alle volte bastano piccoli accorgimenti: BMW ha coinvolto i lavoratori di uno stabilimento per fare una valutazione ergonomica delle postazioni, sono emerse alcune proposte (tipo pedane in legno sotto le postazioni di lavoro in piedi fisse, in modo che le artciolazioni di chi lavora otto roe in piedi siano meno stressate) che hanno determinato una crescita della percezione della qualità della vita lavorativa e quindi un aumento della produttività.
In definitiva la qualità rimarrà un valore importante e lo sarà sempre più anche su larga scala. Per questp è importante che chi si occupa di processi si interesi anche di individuare soluzioni che aumentino la qualità del posto di lavoro, prima che del prodoto realizzato.
Cosekeso?
Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.
Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"
ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili
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A tal propostio voglio anche citare ELICA, una realtà marchigiana che ha capito quanto la qualità del posto di lavoro impatti sulla qualità del lavoro
RispondiEliminaElica è in cima alla classifica che annualmente stila "Great Place to Work". Riporto alcune citazioni raccolte sul loro sito (di GPTW) che rendono bene l'idea del lavorare stando bene:
RispondiElimina1) Se dovessi riassumere in poche parole che cosa rende un ambiente di lavoro speciale, direi sicuramente la fiducia. Ho fiducia che il Management prenderà buone decisioni, e sarà disponibile e aperto nei nostri confronti per quanto riguarda la nostra situazione. Ho fiducia che il nostro middle management prenderà buone decisioni per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi prodotti. Ho fiducia che il mio team consegnerà secondo accordi e chiederà aiuto qualora dovesse avere problemi.
2)Si fidano delle persone per cui lavorano, sono orgogliosi di ciò che fanno, e si trovano bene con le persone con cui lavorano.
3)Il management mi tratta sempre bene. Lavoro autonomamente senza essere troppo controllato e questo rende il mio ambiente piacevole. Il management è facilmente raggiungibile: non ci sono barriere tra noi e loro nell’organigramma. Non mi sento di "lavorare per il mio capo”, piuttosto "di lavorare con il mio capo” per portare a termine un lavoro ben fatto.
Un piccolo commento circa l'importanza della qualità.
RispondiEliminaSergio Marchionne, che sarà un pirata, uno che calpesta i diritti dei lavoratori, un esterofilo, ecc ecc ma comunque è artefice della rinascita FIAT sapete cosa faceva prima di andare in FIAT?
Era in SGS, un ente certificatore internazionale per al qualità.