Allora, dato che i miei post si sono svuotati di contenuti di mannagment (volutamente con due N), ho deciso di continuare con la rubrica "cazzo, mi tocca fare il padre sul serio".
Gaia, la mia piccola (Bianca è la piccolissima, ndr), è eccezionale. Ha sempre fatto le tre cose importanti: mangia, dorme, riempie con esuberanza il pannolino.
È veramente incredibile, io sono incantato. L'unica cosa che non sopporta è fare il bagno. Abbiamo sbagliato noi, non so dove, ma ad un certo punto il bagnetto è diventato una tragedia.
Dopo l'ultima straziante performance mi sono andato a letto pensando "Nick, non essere idiota, stai sbagliando.
Se Valentino Rossi non va' con la Ducati il problema è la moto, non lui che ha vinto millemila gare su ogni mezzo. Basta pensare a Gaia, pensiamo ad altro". Quella sera ho deciso di fare alcune modifiche. Il bagnetto si è trasformato da obiettivo a strumento mentre il vero obiettivo sono diventate le emozioni. Mi spiego, inutile continuare a lottare per farle il bagno, non è il bagnetto che è importante nella vita di Gaia, non è di quello che mi devo preoccupare. Quello che è importante è che sia serena. Quindi ho pensato alle cose che fa e che la rendono serena. Ovviamente attinenti al bagno. Ormai le piace cambiarsi assieme a me, giochiamo quando si mette il pigiama la sera e quando si veste alla mattina. Allora ho pensato che avrebbe potuto giocare con me preparandosi al bagno senza problemi. In aggiunta ho pensato che per lei fosse importante non avere angoscia di stare in bagno. Allora Giulia è andata sotto la doccia e abbiamo deciso che avrebbe tenuto Gaia in bagno e che Gaia avrebbe deciso se fare il bagno era un'attività che valeva la pena fare per divertirsi. Nessuno l'avrebbe obbligata, aveva qualche gioco e la compagnia della sua mamma. Gaia è stata in bagno, Giulia cantava, cosa che rasserena e diverte Gaia. L'ha invitata sotto la doccia ma lei non se la sentiva. Eravamo d'accordo che non l'avrebbe forzata ad entrare. Alla fine, con un po' di insistenze, Gaia è andata sotto la doccia con Giulia. Non ha ancora trasformato un momento di strazio e angoscia in un gioco ma stasera è stato un momento quanto meno neutro. Anzi, è stato un momento di coccole mamma figlia. Il passaggio strazio-gioco non può essere in un'unica soluzione, è ovvio, bisogna priam "riqualificare" il luogo bagno e poi arrivare alla piacevolezza. Servono diversi episodi. Perché tutto questo? Per dire che dal momento in cui abbiamo spostato il nostro focus dal fare il bagno al giocare a fare il bagno, al trovare nel momento del bagnetto un'occasione per essere sereni le cose sono migliorate. Non siamo più concentrati sul portare a termine il percorso di igiene personale della piccola, siamo concentrati sul quello che lei prova e cerchiamo di inserire nelle attività che la fanno stare bene anche il bagnetto. Ce la stiamo facendo, se non altro oggi si è lavata, non ha pianto e quando abbiamo finito rideva come solo lei sa fare. Ok, lo so, come genitore sono un cane, dovevo farlo prima. Ma non è banale, per niente. Voglio tenerlo presente sempre, l'ho fatto per la pappa e per la nanna. Non so perché mi era scappato il bagnetto. L'unico obiettivo è che le mie piccole siano serene, il mio compito è trasformare ogni attività in un'occasione per esserlo.
Se Valentino Rossi non va' con la Ducati il problema è la moto, non lui che ha vinto millemila gare su ogni mezzo. Basta pensare a Gaia, pensiamo ad altro". Quella sera ho deciso di fare alcune modifiche. Il bagnetto si è trasformato da obiettivo a strumento mentre il vero obiettivo sono diventate le emozioni. Mi spiego, inutile continuare a lottare per farle il bagno, non è il bagnetto che è importante nella vita di Gaia, non è di quello che mi devo preoccupare. Quello che è importante è che sia serena. Quindi ho pensato alle cose che fa e che la rendono serena. Ovviamente attinenti al bagno. Ormai le piace cambiarsi assieme a me, giochiamo quando si mette il pigiama la sera e quando si veste alla mattina. Allora ho pensato che avrebbe potuto giocare con me preparandosi al bagno senza problemi. In aggiunta ho pensato che per lei fosse importante non avere angoscia di stare in bagno. Allora Giulia è andata sotto la doccia e abbiamo deciso che avrebbe tenuto Gaia in bagno e che Gaia avrebbe deciso se fare il bagno era un'attività che valeva la pena fare per divertirsi. Nessuno l'avrebbe obbligata, aveva qualche gioco e la compagnia della sua mamma. Gaia è stata in bagno, Giulia cantava, cosa che rasserena e diverte Gaia. L'ha invitata sotto la doccia ma lei non se la sentiva. Eravamo d'accordo che non l'avrebbe forzata ad entrare. Alla fine, con un po' di insistenze, Gaia è andata sotto la doccia con Giulia. Non ha ancora trasformato un momento di strazio e angoscia in un gioco ma stasera è stato un momento quanto meno neutro. Anzi, è stato un momento di coccole mamma figlia. Il passaggio strazio-gioco non può essere in un'unica soluzione, è ovvio, bisogna priam "riqualificare" il luogo bagno e poi arrivare alla piacevolezza. Servono diversi episodi. Perché tutto questo? Per dire che dal momento in cui abbiamo spostato il nostro focus dal fare il bagno al giocare a fare il bagno, al trovare nel momento del bagnetto un'occasione per essere sereni le cose sono migliorate. Non siamo più concentrati sul portare a termine il percorso di igiene personale della piccola, siamo concentrati sul quello che lei prova e cerchiamo di inserire nelle attività che la fanno stare bene anche il bagnetto. Ce la stiamo facendo, se non altro oggi si è lavata, non ha pianto e quando abbiamo finito rideva come solo lei sa fare. Ok, lo so, come genitore sono un cane, dovevo farlo prima. Ma non è banale, per niente. Voglio tenerlo presente sempre, l'ho fatto per la pappa e per la nanna. Non so perché mi era scappato il bagnetto. L'unico obiettivo è che le mie piccole siano serene, il mio compito è trasformare ogni attività in un'occasione per esserlo.
Nessun commento:
Posta un commento