Dai, potevo non scrivere un posto
olimpico?
Intanto, atleta olimpico è colui che
partecipa, atleta olimpionico è colui che vince. Così, per fare un
po' di cultura e far vedere che so le cose son bravo
a usare wikipedia.
Bene, guardando le olimpiadi si entra
in contatto con la vita di tante persone, chi ci racconta l'evento,
quando è bravo, ci fa conoscere anche chi sta per compierlo, la sua
storia, le sue difficoltà.
Per alcuni di loro si tratta del
coronamento di anni di lavoro, spesso all'ombra, con fatica, mezzi
risicati. Ci sono un sacco di sportivi che vivono sotto i riflettori,
come star, ma ce ne sono altrettanti che non lo fanno, semplicemente
perchè madre natura li ha dotati di talento e passione per uno di
quelli che si chiamano sport minori (chi inventa un altro modo di
dire? Altrimenti comincio a chiamare il calcio “sport inferiore”).
Mi son fatto una bella scorpacciata di
olimpiadi e di storie di atleti e ho scoperto una cosa.
Ho scoperto la differenza fra il
campione e il vincente.
Il vincente è colui che ha il
grandissimo dono di riuscire a portare il proprio livello di energia
al massimo quando conta e quindi vince. Ci sono stati tanti atleti
che nella loro vita hanno vinto solo tre gare e hanno portato a casa
tre ori e altri che hanno vinto cento gare e neppure un bronzo.
I campioni invece li ho scoperti con
questa olimpiade.
I campioni sono quei ragazzi che
vincono da tempo competizioni di diverso tipo, europei, mondiali e
arrivano alle olimpiadi per la consacrazione. Hanno tutto da perdere.
Si dice spesso che un atleta che non ha
nulla da vincere è in grado di prodursi in performance incredibili
proprio perché non ha nulla da perdere.
Ecco, in queste prima settimane ho
scoperto che il campione, quello vero, è quello che non devi
incontrare perché ha tutto da perdere e quando ha tutto da perdere
porta la sua performance ad un livello superiore.
Volete degli esempi: Jessica Rossi
oggi, Daniele Molmenti ma anche Valentina Vezzali.
Valentina è stata la nostra
portabandiera, ha perso la semifinale contro la compagna di squadra
ed entrata nella finale per il bronzo. La finale del bronzo,
sportivamente parlando, è una carognata.
Bene, avete visto la gara per il
bronzo. Vale aveva tutto da perdere, anni di dominio, era stata
portabandiera, già vedevo i titoli “crolla un'altra grande donna
ma il fioretto Italiano è salvo”. Io non riesco a immaginarmi una
situazione in cui un'atleta di 38 anni ha più da perdere. Forse la
situazione peggiore sarebbe stata con le olimpiadi a Jesi, per dire.
Torniamo a noi, avete visto quella
cazzo di finale? Bene, dopo poco dall'inizio io fossi stata la
Coreana avrei preferito mi avessero scatenato contro 5 tigri affamate
e mi avessero cosparso il corpetto di sangue.
La campionessa, quella vera, con le
spalle al muro e tutto da perdere era imbattibile. Quella finale se
la disputano 100 volte lei la vince 101.
Ecco cosa ho imparato dalle olimpiadi,
quando hai tutto da perdere hai l'occasione di alzare il tuo livello
vitale dove non pensavi e salvare tutto quello che hai da perdere, in
ogni caso. Chi non ah nulla da perdere non ha nulla per cui
combattere, nulla più.
Da Londra (magari) per ora è tutto.
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