Carissimi babbi e futuri babbi che vi
abbeverate alla fonte della mia esperienza come pellegrini dispersi
del deserto suggono umidità da ogni arbusto ecco un'altra perla
della rubrica: “Per fortuna che le mie figlie sono veloci ad
imparare a fare le figlie perchè io ad imparare a fare il babbo ci
metto del tempo” (è aperta la selezione di un titolista per le
rubriche).
Ci sono alcuni falsi miti circa le
prime tappe di sviluppo dei figli e vorrei mettervi in guardia in
modo che vi possiate concentrare sulle cose veramente importanti.
Uno di questi è la prima parola. La
prima parola di un bimbo non esiste, esiste invece l'interpretazione
faziosa ed esagerata delle mamme di ogni suono che fuoriesce dalla
bocca della piccola. Arriva un certo punto dello sviluppo delle
piccine in cui tutti sentono emettere parole distinte. Sono versi,
strani incastri sillabici, non esiste nessuna prima parola.
Stessa cosa per i primi passi. Sono un
falso mito. Non c'è un giorno in cui vostra figlia comincia a
camminare, semplicemente c'è una progressione di appigli, equilibri
statici, equilibri dinamici, inerzia e alla fine passi messi in fila.
Quindi non perdete tempo aspettando
questi eventi con telecamere sempre sotto carica per registrare
l'evento.
Le cose che veramente contano sono
altre.
La prima volta che, dopo una poppata,
vi mettete la piccola sulla spalla, delicatamente le battete la
schiena e lei esplode un boato che fa girare vostra moglie (o
compagna, in questo blog accettiamo anche che un bimbo abbia due
mamme o due babbi, pensiamo comunque che sia una buona cosa avere
attorno gente che ama dei figli) con sguardo disgustato convinta
siate stati voi. Questo è un momento epico. Oppure quando siete sul
divano, stremati, una mano che culla la sdraietta dove la piccola ha
appena trovato un po' di tregua e sentite un rombo che subito vi
porta a incrociare lo sguardo degli altri adulti presenti in sala per
cercare il colpevole e sentite il sospiro di sollievo della piccina.
Vi auguro di cuore che nessuno dei vostri piccini soffra mai di
coliche ma, dovesse capitarvi, arriverete ad esultare ad ogni missile
del piccolo come fosse un goal di Grosso ai mondiali. Non
sottovalutate mai i suoni emessi dai vostri figli. Altro momento
mitico è quando assaporate il significato di paradiso. Il vostro
piccolo amore prende la sua ultima poppata alle 22,30/23,00, voi lo
poggiate e, se siete fortunati, si addormenta. Ecco, arriva un giorno
in cui, come per miracolo, realizzando un sogno che da mesi non si
concretizzava, la vostra creatura inizia a piangere e voi aprite gli
occhi, guardate la sveglia e leggete 6,07. Ecco, in quel preciso
momento non esiste persona che amate di più al mondo di quella
piccola creatura dormigliona. Poi ci sono le piccole soddisfazioni
tipiche del babbo. La mamma si gode i primi mesi con le piccole (July
ti ammiro un sacco per come resisti, per come lo fai e per come stai
trasformando in splendide donnine le due bimbe. Io non riuscirei in
un decimo delle cose che fai tu per loro e con loro. Sei la mamma che
tutti dovrebbero avere e la moglie che tutti dovrebbero invidiarmi)
il babbo è un po' più distante. Però arrivano due episodi che sono
stupendi. Il primo avviene quasi subito, state pronti a godervelo. Vi
avvicinate alla culla o alla sdraietta, allungate le mani e quella
piccola gioia vi mette a fuoco per la prima volta. E vi riconosce. E
vi sorride. Ecco in quel momento non dite nulla a nessuno, non
chiamate il vostro
compagno/compagna/moglie/unionenonaccettatadallachiesa, tenetevi per
voi quel sorriso, siate egoisti. In fin dei conti è voi che ha messo
a fuoco. Se state attenti potete sentire il vostro apparato endocrino
rilasciare ormoni di felicità.
Il secondo momento è ancora meglio. Ci
saranno saluti alla sera quando rientrate, ci saranno parole
dolcissime, carezze, tenerezze, però c'è un momento in cui vi
sentirete invincibili. State rientrando da una uscita serale e ad un
certo punto la vostra creatura si addormenta. Arrivate a casa,
slacciate le cinture del seggiolino e la prendete in braccio. Lei
apre gli occhi, li apre per un istante, cerca di capire dov'è, poi
incrocia il vostro sguardo e voi sentite il suo piccolo corpicino che
si rilassa e vi abbraccia. E' il suo modo di dirvi “ok, sono al
sicuro”. In quel momento, quando sentite il suo corpo che perde
tensione e si rilassa in braccio a voi può succedere di tutto.
Quella che segue vi giuro è una storia vera. Avevo parcheggiato un
po' distante da casa, era notte e avevo Gaia in braccio che mi
stringeva rilassata. Un meteorite delle dimensioni dello stato del
Texas mi ha centrato in pieno la testa ma nell'impatto con me si è
frantumato, tanto che non ne avete neppure avuto notizia nei
giornali. Giuro che è vero, è scritto su internet non può non
essere vero.
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