Sulla pelle viva. Come si costruisce
una catastrofe. Il caso del Vajont, Milano, La Pietra, 1983.
In genere non scrivo recensioni di
libri, o almeno lo faccio nell'altro blog e parlo di libri sulle
moto.
Su questo però due parole le voglio
spendere.
Se, come nel mio caso, avete visto lo
spettacolo di Paolini e il film di Martinelli le prime 150pagine di
questo libro non aggiungeranno nulla. L'autrice è stata l'unica voce
di tutta questa vicenda e chiunque ne parli si basa sempre sui suoi
articoli, sui suoi lavori.
Quindi nulla di nuovo, il racconto è
quello tristemente noto.
Non ha la capacità narrativa dello spettacolo di Paolini (spettacolo di un equilibrio unico, davvero ben fatto) o la forza delle immagini del film (altro consiglio di visione) ha la freddezza e la banalità della verità. Non ha artifici artistici, una giornalista racconta una verità che in quanto tale non ha bisogno di nulla, già di per sè è pure troppo.
Non ha la capacità narrativa dello spettacolo di Paolini (spettacolo di un equilibrio unico, davvero ben fatto) o la forza delle immagini del film (altro consiglio di visione) ha la freddezza e la banalità della verità. Non ha artifici artistici, una giornalista racconta una verità che in quanto tale non ha bisogno di nulla, già di per sè è pure troppo.
La cosa che manca, nel film e nello
spettacolo di Paolini è il dopo. Già perchè c'è anche un dopo.
Oltre a tutto quello che è accaduto, l'Olocausto di cui parla la
Merlin, c'è anche quello che è successo dopo.
Ci sono le difficoltà, le umiliazioni,
le sofferenze, le pres ein giro. L'ultima parte del libro parla proprio di questo.
L'evento è così devastante che spesso ci si ferma lì, ci si ferma
a Erto e Casso evacuate a Longarone spazzata via. Poi ci si ritrova a
elogiare la ricostruzione di Longarone.
Roma non è stat acostruit ain un giorno eneppure questo tratto della valle del Piave. Ci sono altre storie, altre sofferenze, altre umiliazioni, altre vergogne, tutte coperte perchè il peggio era già successo. Il peggio l'avevamo già visto.
Roma non è stat acostruit ain un giorno eneppure questo tratto della valle del Piave. Ci sono altre storie, altre sofferenze, altre umiliazioni, altre vergogne, tutte coperte perchè il peggio era già successo. Il peggio l'avevamo già visto.
Io vi consiglio il libro di Tina Merlin
perchè fa meglio capire quanto è stato immenso il danno, il disagio
e la distruzione che questi Italiani hanno dovuto subire. Vi
consiglio il libro per quelle poche pagine che raccontano il dopo,
raccontano di sussidi, di gente che si fa ospitare, che diventa
ospite sgradito, che diventa criminale in casa propria, che viene raggirata, la cui pazienza e inegnuità viene abusata. Non c'è solo
lo spettacolo della rinascita di Longarone, ci sono anni e anni di
umiliazioni aggiuntive, che rimangono spesso coperte del boato di una
catastrofe immensa e assurda.
Tutto qua, se avete tempo leggete il
libro. Bastano poche ore.