Allora, oggi ero sul furgone con mio
babbo che si parlava dello schifo in Italia. Abbiamo fatto due
commenti.
Il primo è che adesso non c'è più
pericolo di fare figure di merda a parlare di politica. Una volta,
specialmente in certi ambienti, ci si muoveva cauti per capire se il
nostro interlocutore la pensava come noi o meno, per evitare di
parlare un ora ed essere d'accordo su tutto e poi scoprire che l'altro era “dall'altra parte”.
Adesso non è più così, siamo tutti contro, tanto lo schifo è
generalizzato e chi fa ragionamenti del tipo “più di qua o più di
là” non gode della mia attenzione.
Il secondo ragionamento riguarda la
quasi totale assenza di ribellione da parte di noi Italiani. Cioè,
manifestano ovunque tranne che in Italia.Tanto la vignetta con la foto dell'Italiai in fila per l'iPhone con il confronto con la Spagna l'abbiamo vista tutti.
Ora, un furgone con mio babbo e me
forse non è massima espressione dell'intellighenzia mondiale (avrei
giurato che si scriveva intellighentia.....) ma credo che abbiamo
elaborato un pensiero sensato.
Una volta tutte le grandi proteste,
quelle che avevano portata diffusa, non quelle legate al disagio di
una singola categoria, partivano sempre dall'Università.
Una volta chi frequentava l'Università
aveva la leggerezza di chi ancora è fuori da un meccanismo
lavoro-casa-famiglia-finemese-pensione, aveva la passione tipica di
chi ha vent'anni, aveva valori ed era inserito in un ambiente in cui
c'era fermento culturale.
Adesso l'Università si è impoverita,
non è più un centro culturale di così grande portata, non è più
il posto dove un ragazzo può trovare confronto e forza. La mia
esperienza nel vecchio mestiere mi aveva già portato a notare come,
per raggiungere un fine giusto e ammirevole, fosse stato utilizzato un
approccio sbagliato: per rendere accessibile a tutti l'Università e
creare maggiore diffusione di conoscenza e cultura era in realtà
stata semplificata, a tratti banalizzata.
Credo che adesso manchi un centro
culturale anche per accendere la miccia, ci vuole un ambiente in cui
ancora ci possa essere leggerezza (io con due bimbe, la famiglia ed i
debiti non riuscirei a mollare tutto e mettermi in gioco per portare
avanti una protesta, sono onesto. Voi?) e servono menti pronte, con valori e
voglia di provarci, ci vuole un po' di incoscienza con dei valori.
Io credo che se vedessi esplodere la
protesta potrei supportarla, potrei seguire una marea se ne vedessi i
giusti valori e obiettivi. Credo che in molti vorrebbero “andare a
Roma” ma serve qualcuno da seguire e serve che questo qualcuno non
sia un leader, fa troppa paura. Tutti vorremmoa ndare ma nessuno vuole partire.
Però, se ci fosse un gruppo di
ragazzi che tutti noi guardiamo consapevoli che sono portatori di valori,
di voglia e di cultura credo che in tanti potremmo seguirli. Poi una
volta partiti....
Oggi ho anche pensato una roba che
adesso mi mettono in carcere: ma se io arrivo a Roma e comincio a
prendere a badilate un politico siamo sicuri che le forze dell'ordine
mi fermano.
Non lo fate, però rispondetevi.
in effetti è così.... l'università si è impoverita e un punto di cultura da dove possa partire una forma di protesta non c'è più... purtroppo tanti urlano e parlano ma quando c'è da passare ai fatti si ritorna in casa e si cura il proprio giardino...(mi ci metto pure io)Sono strapreoccupato x il futuro dei miei figli anche perchè mi sembra di capire che la laurea in italia ultimamente serve a poco.. che fare allora? per ora li amo incondizionamente e farò di tutto per aiutarli però se le cose nn cambiano la vedo dura. Se vai aroma col badile io vado sulla cupola di s'pietro a protestare!! Un abbraccio!! Mevar
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