L'altro giorno ho scritto la mia riflessione sulla paura.
A questa riflessione sul cercare di
dare una connotazione positiva alle motivazioni delle mie figlie se
ne aggiunge una seconda. Sempre in giro (o forse in negozio) ho
sentito una mamma discutere con il figlio (e già discutere con un
piccolo è tutto un programma. Si discute come si fanno le risse, con
quelli della tua taglia, altrimenti si parla). Comunque, l'oggetto
erano le verdure.
La mamma ha detto “se mangi le
verdure questa sera ti faccio vedere un cartone animato” con il tono rassegnato ma risoluto di chi lotta ogni sera con la scarsa propensione alle verdure dell'erede.
Io non so come sia finita, magari è
andata bene, magari il bimbo non ha mangiato le verdure e visto lo
stesso la TV, magari ha mangiato le verdure e poi letto Kant.
Non lo
so. Non voglio giudicare l'efficacia del metodo nell'immediato.
Però mi è saltata agli occhi una roba
assurda: dando un rinforzo positivo ad una cosa come mangiare le verdure
ha connotato negativamente il fatto. Mi spiego. Se io voglio che Gaia
mangi le verdure cerco un modo per fargliele mangiare (in realtà
tutto questo lo fa Giulia con una perseveranza encomiabile) ma non le
prometto qualcosa. Se lo facessi darei per scontato che mangiare le
verdure è un traguardo che merita un premio. Merita un premio perchè
sono cattive e fanno bene. Sinceramente preferisco trovare mille e
uno stratagemma (Gaia non mangia verdure ma è estremamente golosa di
passato di verdure) ma non farle associare al cibo un rinforzo
positivo. Non penso sia sbagliato tout
court (accezione giuridica della locuzione) premiare i comportamenti
dei bambini, dico solo che in un momento così emotivamente carico
come la cena (se avete figli piccoli sapete quanto sia carica
emotivamente la cena, fra preparare, dar da mangiare, accontentare e
la tentazione di nutrirli a biscotti) si rischia di marchiare
negativamente un gesto naturale come mangiare verdure. Il rischio non
è che il bambino associ il premio alle verdure, il rischio è che
faccia l'associazione “mi premiano perchè fa schifo, ho ragione a non volerle”.
Sinceramente mi dispiacerebbe le mie piccole facessero, anche
involontariamente queste associazioni col cibo.
Ripeto, non ritengo sbagliato essere premiante, anzi, però bisogna sempre ricordare che il premio è facilmente associabile ad uno sforzo e non ritengo corretto associare il cibo ad uno sforzo.
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