Ho scritto due commenti sulla ripresa delle mie fatiche fisiche dopo qualche tempo di inattività. Dato che in questo periodo latito di idee ho deciso di vedere se può esistere un "filone fitness=", magari dal retrogusto fantozziano.
Comunque, ecco le prime due puntate:
18/03/2013
Ho ripreso a correre. La motivazione è di tipo salutistico, mi vedo un po' bloccato, sento le mie ossa e i miei muscoli che faticano più del dovuto e i 35 anni non aiutano. Per la prima volta mi rendo conto che anche il non far niente mi causa dolore. Da giovane mi indolenzivo quando ripartivo dopo un po' di inattività, adesso mi fa male la schiena se sto troppo inattivo. Morirò prima o poi, lo facciamo tutti. Però ho questa nuova motivazione. La corsa non aiuta, ci vuole tempo prima che sia utile, ci vuole la motivazione per correre almeno tre settimane prima di godersi il gesto, il momento. Poi a me correre non piace. Mi piacerebbe mi piacesse, vorrei ma proprio no. Il diminuire delle dimensioni dei supporti musicali mi è venuto incontro in tutti questi anni e correre con la musica è fattibile.
Parto, dopo mesi di inattività fisica e anni (2 e 1/2) che non corro per correre. Falcata distesa, mani che tirano l'aria accompagnando il movimento e dando il senso che tutto il corpo sia proteso verso il correre, non solo le gambe. Il baricentro mantenuto ad altezza costante, per non sprecare energie saltellando inutilmente, i piedi che rullano in maniera precisa, per ridurre lo shock dato dall'impatto del mio corpaccione con il terreno, il respiro controllato.
I primi 13 secondi.
Poi: falcata dimezzata, schiena inclinata leggermente in avanti e vistosamente di lato, passo saltellato x dare parvenza di ritmo al misero gesto in corso, piede destro che striscia e punta del sinistro rivolta in dentro, respiri alternati a deglutizioni al limite del soffocamento, visione di divinità appartenenti a 5 culti diversi.
Totale prima uscita: 15 minuti, quasi 4 brani musicali ascoltati e 153 metri
20/03/2013
Secondo tentativo con la corsa.
Amareggiato dal risultato di lunedì raschìo motivazione per andare anche oggi. Fortunamente ho delle analisi del sangue con una anomalia e la paura funge da nuovo carburante per la mia motivazione.
Alla fine l'anomalia non è nulla, per coloro che si fossero preoccupati.
Però non funziona. Nonostante la paura le gambe non ne hanno voglia, lo capisco mettendo le scarpe, non c'è bumba. Mi sforzo, mi dico che sono pronto all'umiliazione di camminare al Fagiolo come fossi un vecchio, sono pronto a farmi superare da quelli che fanno Nordik Walking (o come diavolo si chiama). Io non tornerò a casa, ho già pronta la scusa ma non lo farò. Mi metto le cuffie e mi butto in strada. Accendo l'iPod e partono gli ultimi secondi del brano interrotto lunedì. Non lo ricordavo. Che amarezza, penso, non mi ricordo neppure cosa ascoltavo, ero cotto. Poi risuonano nelle mie orecchie le note inconfondibili di un pezzo anni 80...the final countdown.
Il mio cervello si desta e comincia a sprizzare entusiasmo reclutando complici fra gli altri organi, il cuore risponde come se dicesse "non è oggi che ti abbandonerò vecchio mio", i miei muscoli vogliono una cosa sola, correre, correre come se avessi 13 anni.
Sento un fine comune che lega i miei muscoli, una cosa che credo non mi sia mai capitata, tutti rivolti verso l'obiettivo comune.
Parto leggero e mi stupisco, sono veloce e incredulo, sorrido mentre il travolgente assolo del pezzo mi risuona forte nelle orecchie e anche il barista dalla vetrina, intento ad asciugare tazzine mi guarda e sembra incitarmi. Sono carico, corro. Corro per me, per i miei organi e per tutti i pigri del mondo, sono un uomo in missione.
Poi, ovviamente, il mio corpo accusa, rallento, mi fermo. Però sorrido compiaciuto, ne valeva la pena, i 20 metri migliori della mia vita. Nanananaaaaaa
Comunque, ecco le prime due puntate:
18/03/2013
Ho ripreso a correre. La motivazione è di tipo salutistico, mi vedo un po' bloccato, sento le mie ossa e i miei muscoli che faticano più del dovuto e i 35 anni non aiutano. Per la prima volta mi rendo conto che anche il non far niente mi causa dolore. Da giovane mi indolenzivo quando ripartivo dopo un po' di inattività, adesso mi fa male la schiena se sto troppo inattivo. Morirò prima o poi, lo facciamo tutti. Però ho questa nuova motivazione. La corsa non aiuta, ci vuole tempo prima che sia utile, ci vuole la motivazione per correre almeno tre settimane prima di godersi il gesto, il momento. Poi a me correre non piace. Mi piacerebbe mi piacesse, vorrei ma proprio no. Il diminuire delle dimensioni dei supporti musicali mi è venuto incontro in tutti questi anni e correre con la musica è fattibile.
Parto, dopo mesi di inattività fisica e anni (2 e 1/2) che non corro per correre. Falcata distesa, mani che tirano l'aria accompagnando il movimento e dando il senso che tutto il corpo sia proteso verso il correre, non solo le gambe. Il baricentro mantenuto ad altezza costante, per non sprecare energie saltellando inutilmente, i piedi che rullano in maniera precisa, per ridurre lo shock dato dall'impatto del mio corpaccione con il terreno, il respiro controllato.
I primi 13 secondi.
Poi: falcata dimezzata, schiena inclinata leggermente in avanti e vistosamente di lato, passo saltellato x dare parvenza di ritmo al misero gesto in corso, piede destro che striscia e punta del sinistro rivolta in dentro, respiri alternati a deglutizioni al limite del soffocamento, visione di divinità appartenenti a 5 culti diversi.
Totale prima uscita: 15 minuti, quasi 4 brani musicali ascoltati e 153 metri
20/03/2013
Secondo tentativo con la corsa.
Amareggiato dal risultato di lunedì raschìo motivazione per andare anche oggi. Fortunamente ho delle analisi del sangue con una anomalia e la paura funge da nuovo carburante per la mia motivazione.
Alla fine l'anomalia non è nulla, per coloro che si fossero preoccupati.
Però non funziona. Nonostante la paura le gambe non ne hanno voglia, lo capisco mettendo le scarpe, non c'è bumba. Mi sforzo, mi dico che sono pronto all'umiliazione di camminare al Fagiolo come fossi un vecchio, sono pronto a farmi superare da quelli che fanno Nordik Walking (o come diavolo si chiama). Io non tornerò a casa, ho già pronta la scusa ma non lo farò. Mi metto le cuffie e mi butto in strada. Accendo l'iPod e partono gli ultimi secondi del brano interrotto lunedì. Non lo ricordavo. Che amarezza, penso, non mi ricordo neppure cosa ascoltavo, ero cotto. Poi risuonano nelle mie orecchie le note inconfondibili di un pezzo anni 80...the final countdown.
Il mio cervello si desta e comincia a sprizzare entusiasmo reclutando complici fra gli altri organi, il cuore risponde come se dicesse "non è oggi che ti abbandonerò vecchio mio", i miei muscoli vogliono una cosa sola, correre, correre come se avessi 13 anni.
Sento un fine comune che lega i miei muscoli, una cosa che credo non mi sia mai capitata, tutti rivolti verso l'obiettivo comune.
Parto leggero e mi stupisco, sono veloce e incredulo, sorrido mentre il travolgente assolo del pezzo mi risuona forte nelle orecchie e anche il barista dalla vetrina, intento ad asciugare tazzine mi guarda e sembra incitarmi. Sono carico, corro. Corro per me, per i miei organi e per tutti i pigri del mondo, sono un uomo in missione.
Poi, ovviamente, il mio corpo accusa, rallento, mi fermo. Però sorrido compiaciuto, ne valeva la pena, i 20 metri migliori della mia vita. Nanananaaaaaa
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