Ritengo di essere una persona che nella vita ha avuto molto culo (ho usato la parola culo perchè assieme alla parola Berlusconi credo sia una delle più googleate e quindi spero di recuperare qualche contatto. Fra l'altro con queta parentesi ho usato anche la parola Berlusconi, che è molto ricercata. Sono un genio del crimine).
Tornando a noi, ho avuto fortuna perchè professionalmente ho sempre avuto la possibilità di fare molti errori e di imparare da essi.
Le persone che mi hanno guidato mi hanno sempre messo in situazioni di grande tranquillità rispetto ai miei errori chiedendomi solo di imparare da essi, di non ripeterli due o tre volte ma, casomai, di cambiare errore.
Questo mi ha fatto crescere con una forte cultura dell'errore e ho sviluppato una grande attenzione rispetto ai diversi inciampi in cui possiamo incorrere.
Ho imparato che anche nello sbagliare si possono fare errori.
Succede quando non siamo in grado di trarne valore aggiunto, quando non siamo in condizione di risalire alle cause del nostro sbaglio.
E' importante avere la serenità di dedicare tempo ai nostri errori.
Altra cosa importante che ho capito è che c'è differenza fra l'errore e la persona che lo commette. Mi è servito per acquisire la giusta serenità davanti alle mie cavolate. La scuola in questo non aiuta, tende a non far differenza fra performance e persona. Tende a giudicare la persona insufficiente e non una serie di prestazioni della stessa.
Mettere la persona al centro dell'errore rischia di generare comportamenti di chiusura e di far perdere l'occasione di imparare dall'errore.
Io spero di riuscire a passare questi concetti a chi mi è vicino, non solo professionalmente. Sbagliare è una delle migliori occasioni che abbiamo per capire in pratica la logica delle cose. Alcune tecniche di analisi del lavoro partono dall'analisi degli errori. Sbagliare ci offre un'opportunità di imparare che forse neanche una performance perfetta ci garantisce.
Essere davanti ad un proprio errore ci mette in condizioni di avere tempo per pensare, per valutare, per ragionare. Procedere dritti e spediti senza intoppi può privarci di queste occasioni e nel tempo renderci meno consapevoli.
Ovvio che se potessi scegliere vorrei non sbagliare mai ma, dal momento che sono altamente "fallibile", cerco di mettermi nelle condizioni di non chiudermi davanti ad un mio errore e di giustificarlo solo fin dove il farlo aggiunge elementi di analisi.
Perchè tutto questo? Non ne ho idea, come sempre è un pensiero della sera, di prima di addormentarsi che la mattina, nel viaggio verso l'ufficio, diventa testo.
Quindi buon errore a tutti, se vi capita di sbagliare sorridete, assumetevene la responsabilità ma ritirate anche come premio una occasione di apprendimento.
Thanks God it's friday.
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