Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

mercoledì 28 novembre 2012

Non vedo l'ora che sia....

Quando ti nasce un figlio è un po' come la caduta dell'impero romano d'occidente del 476 che segna l'inizio dell'età medioevale e la fine di quella antica (boato, non ho guardato wikipedia): per quanto puoi aver rimandato prima, quell'evento segna la fine del tuo essere giovine e ti proietta nell'essere adulto.
Il segnale più forte di questo trapasso lo danno i genitori, quelli per i quali prima eri il centro del mondo e che adesso ti ignorano completamente.
Bene, ero solo sul divano a gestire questo trapasso (ok mi ci vuole del tempo, le mie bimbe ormai ci sono da mesi e mesi), pensavo a come gestirlo. Ho subito ritenuto che dovessi darmi degli obiettivi, dei progetti miei. Insomma, dovevo continuare a difendere Nicolò all'interno della mia vita.
Non fraintendetemi, la mia più grande pulsione sarebbe di annullarmi completamente e dedicare la mia esistenza alle mie figlie, però so che non gli gioverebbe.
Allora, forte di questa conquista comincio a pensare ai miei progetti.
Mi dico subito “cerca di essere concreto e datti delle scadenze”. Comincio a sentirmi figo, in un momento di delirio da cagnina arrivo pure a pensare “cazzo questa volta faccio il botto, meglio rispolverare l'inglese perchè nel giro di due anni mi ritroverò a parlare di come ho deciso di dare nuovo impulso alla mia vita in giro per l'Europa. Anzi in giro per il mondo.”.
Gongolo e comincio a riflettere.
Rispolvero l'antico sogno di fare il Coast to Coast negli Stati Uniti per i miei 40 anni, meglio iniziare da qualcosa di ludico, di facile, di fattibile.
Comincio a sognare di finire il mio libro, di realizzare video, di sistemare il mio gioco da tavola, di creare cose e sono gasatissimo.
Bianca mi osserva come fossi scemo e Gaia è distratta da Nina e Nello (un libro).
Da fuori sembro un'otaria spiaggiata sul divano ma dentro, dentro sono un fermento di idee. Sgorgano programmi, traguardi, piani, progetti, chissà se mi basta il tempo!
Prendo pure in mano l'iPad per inserire tutto in un calendario/Gantt in modo da non scordare nulla.
Sono un fiume in piena, non mi basterà una vita per fare tutto ma ci riuscirò, basta saper dosare Magnesio, Ginseng, Vitamina B e Omega 3/6.
Mentre sono all'apice dell'autocompiacimento, mentre sono pronto ad essere invaso da tutta questa progettualità, mentre recettivamente sono ad un passo dall'essere iperstimolato dal futuro, Gaia chiude il suo libro, scende dalla sua sediolina Ikea e viene verso di me.
Mi dice “leggiamo insieme, prendimi in braccio” e alza le braccia come fa quando la devo sollevare. Nel momento stesso in cui la prendo in braccio e la guardo negli occhi vedo il presente.
E capisco. Capisco che il mio delirio da ex-figlio è giusto, è corretto ma che non devo aspettare domani per qualcosa, capisco che non ha senso dire “non vedo l'ora che sia Marzo per poter cominciare ad andare in bicicletta al lavoro (uno dei miei progetti che rientrava nella sottocategoria “attività fisica” della categoria principale “stato di salute”)”. Capisco che devo pensare a fare le cose adesso.
Gaia si siede sulle mie ginocchia, apre il libro e poi lo richiude. Mi guarda e mi dice “anche Bibi”.
Prendo Bianca e me le metto sulle gambe, a fianco di sua sorella. Gaia riapre il libro e dice “Non vedo l'ora che sia adesso. Dai leggi”.
Non vedo l'ora che sia adesso, ecco quello che mi serviva per capire.

Questo è un post che avevo in mente di pubblicare la prossima settimana. Ma oggi ha più senso.

lunedì 26 novembre 2012

Gaia e la paura delle streghe

Seduta sul divano, il corpo si contrae e si paralizza, la mandibola contratta che trema, gli occhi lucidi ma che non piangono e la voce singhiozzante “ho paura delle streghe”.
Sono sul divano con lei quando Gaia mi dice così. E' piccolissima, terrorizzata, non piange nessuna lacrima perchè ha troppa paura.
In quel momento ho desiderato apparisse una strega per poterla uccidere con le mie mani.
Mia figlia terrorizzata di una cosa che non esiste e la mia impotenza di fronte a questa situazione sono la situazione più brutta che mi sia capito di vivere in questa mia vita fortunata.
Mi sono ricordato di quando io ero piccolo e avevo paura. Mi sono ricordato di quelle paure incontrollate, quelle che ci fanno dormire assottigliati nel letto, quelle che ci fanno trattenere il respiro e che ti fanno controllare tutte le ombre e le ho viste su Gaia. Mi sono sentito inutile e l'ho abbracciata.
Abbiamo provato a dirle che le streghe non esistono ma lei trovava conforto solo per il fatto che la tenessimo abbracciata a noi.
Lei la strega l'ha vista in un cartone animato. Era una strega buffa che faceva una bella fine ma a lei è bastata per aver paura. Era qualche notte che non dormiva serena e finalmente ci ha detto il perchè.
Abbiamo dovuto accettare che lei, in questo momento, non è disposta a credere che le streghe non esistano. Le ha viste.
Però è disposta a credere che possiamo tenerle lontane. Abbiamo fatto il giro della casa per farle vedere che non ci sono streghe ma avevo paura che rimanesse la paura della notte.
Allora ho detto a Giulia di prendere lo spray balsamico che in genere usiamo nelle stanze da letto e abbiamo spiegato a Gaia che la notte noi lo spruzziamo perché l'odore spaventa le streghe. Si è calmata, abbiamo spruzzato spray ovunque.
Poi ci siamo rimessi sul divano, più sereni, era passata la paura, adesso aveva bisogno di certezze.
Si è sincerata, dolcissima, del fatto che gli altri membri della famiglia non avessero paura. Ci ha chiesto se Bibi ha paura e se i nonni (nominati uno a uno) avessero paura. Voleva sapere se anche altri stavano male.
Poi mi ha chiesto di telefonare a tutte le streghe per avvisarle che noi non avevamo paura e che in casa avevamo lo spray. L'abbiamo fato una decina di volte, le ultime volte abbiamo detto alle streghe che anche Gaia non ha paura e che loro dovevano stare lontano da noi.
Spray antistreghe e forse anche anti mostri.
Non so se funziona, non credo di aver fatto bene, forse avrei dovuto insistere sul fatto che le streghe non esistono. Però Gaia ha due anni, il mio obiettivo è che sia serena, ieri sera non era disposta a credere che non esistessero le streghe, non poteva capire quello che serviva. Per qualche giorno so già che dovremo dare la caccia alle streghe e poi passerà e allora potrò dirle di stare serena, che le streghe non esistono. Per ora basta così, basta che lei dorma, non manca molto a trasformare tutto questo in un gioco e allora il peggio sarà passato.

Però vederla così è un massacro, non vedere subito la soluzione a quello che rende così impaurita tua figlia è una cosa che non dovrebbe essere provata da nessuno.