Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

mercoledì 10 agosto 2011

Verba volant, scripta manent sed verba confirmant

Tutti noi abbiamo almeno una volta sentito l’espressione “Verba volant scripta manent”.
L’origine è da ricondurre a tale Caio Titus che si rivolse così al senato romano invitando massima prudenza nel mettere per iscritto le parole.
Io l’ho sempre usata ribaltata, l’ ho sempre intesa come un invito a mettere per iscritto le cose importanti. E non solo io. In ogni caso, l’origine lascia intendere che è un consiglio che da molti anni resiste. L’invito, in un’accezione o in un’altra è sempre attuale. O almeno lo è stata fino all’avvento delle mail.
Infatti adesso mi capita di assistere ad un nuovo fenomeno che ribalta quanto la saggezza di secoli ci ha insegnato. Adesso assistiamo allo “scripta manent sed verba confirmat”.
Viviamo in una società che si spersonalizza progressivamente, ormai siamo immersi in contatti senza contatto. Guardiamo negli occhi solo delle foto e non siamo più abituati a parlare. Esistono sistemi informativi micidiali che con un click condividono informazioni e processi con il mondo in un attimo.
Il “ti mando una mail” è diventato uno strumento di onnipotenza: si incrocia un collega che ci fa una domanda, magari al caffè, e presi dall’ansia gli si dice “ti mando una mail”, lui è sereno perché ti impegni a mettere per iscritto il tuo pensiero e tu guadagni tempo. Arrivi in scrivania e, dopo aver investito un paio di secondi per formulare in un italiano opinabile una risposta, ti concentri sulle cose importanti: oggetto, destinatario, destinatario in copia e….destinatario in copia conoscenza nascosta.
Apro una veloce parentesi, quando mi ritrovo in BCC o CCN in genere il contenuto della mail mi fa imbestialire e chiamo il mittente invitandolo a mettermi per conoscenza, in modo da poter esplodere la mia rabbia in diretta e non reprimerla nel mio anonimato nascosto. Chiusa parentesi.
Una volta inviata la mail scatta il “verba confirmant”. Sono così tante le mail che riceviamo ogni giorno che diventa difficile discriminare guardando solo l’oggetto la loro importanza e quindi il mittente in genere fa seguire alla mail una telefonata di conferma, del tipo: “hai ricevuto la mia mail, cosa me ne dici?”.
E’ evidente la bestialità di tutto questo, ma è la direzione in cui si sta sclerotizzando il sistema.
Io non ti rispondo a voce (perché verba volant), ti scrivo e poi ti chiamo per chiedere conferma della ricezione ed eventualmente anche un commento.
Geniale.
Ragazzi, riprendiamo le fila di quello che stiamo facendo che è meglio.


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