Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

venerdì 29 marzo 2013

Ritorno alla corsa. Sempre più epico.

29/03/13

Sono appena tornato, mi sono appena fatto la doccia ed eccomi qua.
Oggi sono andato a correre. Yeah.
Volevo andare mercoledì ma durante la notte il mio corpo ha deciso di farmi lavorare sugli scatti brevi, dal letto supino al bagno in ginocchio. Le ripetute sono andate bene, dieci scatti e sono sempre arrivato in tempo. Però il mio scopo è rimettere in moto il mio corpaccione, non affinare i tempi sul breve. Ho quindi rinunciato agli scatti gastrointestinali e sono tornato sulle lunghe distanze.
Oggi sono partito gongolante, mi sentivo un eroe, due giorni fa stavo male e oggi sono in braghini e scarpette. Mi sentivo parte di quel gruppo formato da me, Filippide e pochi altri: coloro che hanno corso nonostante tutto. Eroi della corsa.
Parto con la consapevolezza di aver già vinto. Ho anche sviluppato una nuova espressione del volto che dice "questi secondi dieci km sono un po' più imballato rispetto ai primi, spero che negli ultimi dieci mi si sciolgano i muscoli". La provo dopo i primi dieci metri, lo sguardo della postina mi fa capire che funziona. La corsa è un po' faticosa nonostante io sia più leggero a causa delle ripetute di mercoledì notte. Il ritmo è sincopato, nel senso che a momenti mi viene una sincope. Anche l'iPod lo capisce a abbassa i toni: Puff Daddy ricorda l'amico Notorius B.I.G.
All'improvviso, mentre mi pare impossibile riuscire a riportare a casa le membra, un'immagine mi attraversa la testa. Ho lo stesso passo di un glorioso calciatore che gioca la sua ultima partita, viene sostituito a cinque minuti dalla fine e attraversa il campo salutando la curva. In qualche momento credo anche di aver agitato la mano in risposta a fantomatici cori provenienti dalla curva e che mi incitavano e salutavano. Ho anche immaginato i complimenti del direttore di gara che chiamo direttore di gara e non arbitro per calarmi meglio nell'allucinazione. Verso la fine della corsa, a pochi metri da casa, ho pure pensato "forse un altr'anno negli States potrei giocare". In quel momento, quando il mio cervello pensa "adesso doccia poi i giornalisti" la mia mano afferra il cancello e vengo riportato alla realtà.
Sono a casa, di nuovo. La Grecia è salva, Dario è sconfitto.

giovedì 28 marzo 2013

Diffidate da chi non balla e da chi non canta.

Aereoplane, Red Hot Chili Peppers
Nothing else matters, Metallica
Quelli che benpensano, Frankie hi NRG Mc
Basket Case, Green Day
Bohemian rhapsody, Queen
Paradise City, Guns And Roses
Not an addict, K's Choice
Highway to Hell, ACDC
Hedonism, Skunk Anansie

Ciao piccoline, queste sono alcune delle canzoni che il vostro babbo ama cantare e ballare. Appartengono ad anni a voi lontani, forse vi faranno sorridere. Non sono necessariamente le mie canzoni preferite, sono solo le canzoni che mi ritrovo in testa in due occasioni: quando sono in moto e quando sono a casa, da solo, con troppi pensieri in testa. 
A ben pensarci forse solo un paio finirebbero nella mia top ten, forse.
Bene, da quando ci siete voi ho alzato il mio sguardo, ho smesso di pensare a quello che succederà domani ed ho cominciato a chiedermi come quello che succederà domani potrà influenzare il dopo domani e il giorno dopo. Ho mille pensieri. Sempre. Fra i miei grandi difetti c'è un fottuto bisogno di controllo. Baratterei qualsiasi cosa per avere la certezza di poter controllare quello che succede. Sono fatto così, sono uno di quelli cui piace più organizzare che gestire. Non mi piace essere impreparato, non sapere cosa fare. Per farvi capire, quando mi fanno una domanda non solo mi piace sapere la risposta, mi piace persino avere individuato le possibili risposte.
Da quando ci siete voi ho capito che tutto questo non mi porta alcun vantaggio anzi, mi consuma.
Perchè preoccuparsi per me è poca roba, ma avere voi due vuol dire non ritenere mai abbastanza questo mondo. 
Vorrei trasmettervi questa piccola cosa che ho imparato e il modo in cui ho imparato a gestirla.
Quando il futuro mi spaventa, quando vedo problemi di proporzioni immense e insormontabili, quando ho bisogno di ritrovare me stesso, quando mi rendo conto che pensare ai problemi mi paralizza ed ho bisogno di sbloccarmi, mi lascio andare.
Il modo migliore che ho per ridimensionare i problemi, per capire che anche “una maratona incomincia con un solo passo” è quello di lasciarmi andare.
In genere metto un CD (chissà se esisteranno i CD quando sarete adolescenti) e ascolto una di queste canzoni. L'ascolto poco, poi mi alzo, chiudo gli occhi, alzo il mento verso il soffitto, comincio a muovere il culo e le mani e inizio a cantare.
Io credo che ballare e cantare sia il modo migliore per capire i problemi.
Io inserirei dieci minuti di ballo e canto sfegatato prima di ogni seduta in parlamento. 
Diffidate da chi non balla e da chi non canta.
Potrei spiegarvi per ore che anche da un punto di vista fisiologico è vero che ballare e cantare aiutano a risolvere i problemi ma lo capirete da sole non appena partirà la musica.

lunedì 25 marzo 2013

Io e la corsa e la musica

25/03/2013
Oggi è stata molto dura.
Molto dura perchè molti fattori giocavano contro di me. Le forze del male si erano alleate per tenermi lontano dalla corsa.
Thor flagella il centronordsud Italia di pioggia e freddo, durante la notte ho avuto male al cuore (e dubito fosse una fitta dovuta alla crescita....), sono un po' raffreddato e non ho fatto una playlist nell'iPod dedicata alla corsa.
Quest'ultima era l'arma segreta del mio inconscio, la morte nera delle forze del male che abitano il mio cervello. Se fosse stato bello avrei potuto dire "come faccio a correre se rischio di imbattermi in una canzone che ha lo stesso effetto sulla corsa dei gambaletti per il sesso?". Avrei potuto dirlo senza sentirmi in colpa perchè non era una rinuncia del mio io pigro avverso alla corsa, era colpa di quell'altro me stesso che la sera è troppo stanco per fare playlist. Dalla serie, io sarei andato ma c'è quell'altro che rema contro.
Invece stamane son successi due fatti:
ore 8.40, mentre parcheggio la macchina e nel mio cervello serpeggiano voci tipo "no dai, oggi non ci porta, è troppo brutto, mica abbiamo più vent'anni", alla radio parte una voce roca..
I call you when I need you, my heart's on fire
You come to me, come to me wild and wild
you come to me, Give me everything I need

Give me a lifetime promises and a world of dreams
Speak a language of love like you know what it means
And it can't be wrong
Take my heart and make it strong baby

You're simply the best , Better than all the rest
Better than anyone, Anyone I've ever met

Ecco, quando Tina dice "You're simply the best" le mie gambe dicono "noi andiamo" e il cuore risponde "vengo pure io".

Il secondo fatto solo un paio d'ore dopo.
Viene a trovarmi un amico che entra in negozio con fare beffardo e dice "oggi ti sfido ad andare a correre con un tempo così"...lo dice e poi mi riferisce che ieri ha fatto una corsa di 21 km mentre chiacchierava con un amico, che c'ha messo un po' di tempo ma ha dovuto soccorrere una donna che stava partorendo e che ha messo il suo nome al nascituro nei primi km e poi sul finire è stato convocato da Napolitano per dire la sua sul quadro politico che ci troviamo davanti. Dice tutto questo mentre fa la manovra di Heimlich a un bambino che aveva mangiato una nocciolina e si stava strozzando salvandolo e contemporaneamente lanciando un barattolo di fagioli coi quali centra in testa uno scippatore che aveva rubato la borsetta ad una anziana signora che aveva appena ritirato la pensione e che aveva bisogno di quei soldi per pagare le cure all'anziana sorella di cui si prendeva cura. Fa tutto questo con fare beffardo e chiosa dicendo "e poi ce l'ho più grosso".
A quel punto anche il cervello è convinto, oggi si corre.

Torno a casa, prima che qualcuno dica "si però" mi metto gli abiti tecnico-sportivi e mi butto in strada, nell'auricolare parte "Eye of the tiger" (messa ad hoc) e io ho gli occhi di una tigre fino al semaforo, poi divento lince e a metà strada sono un gattone castrato. Ma, stranamente, non mollo, intensifico gli sforzi, il mio corpo ha il sopravvento sul mio cervello e corro. La mia corsa è quanto di meno efficiente si sia mai visto sulla faccia della terra.
Ma non mi fermo, corro come il vento che soffia....no, dai non è vero.
Corro e, se nessuno mi affianca, posso pure sembrare veloce.
Poi il disastro, parte Mandy di Barry Manilov. Questo è il gambaletto color carne della corsa.
Piantato su me stesso. Finita, kaput, non ne ho più.
Per fortuna ho fatto solo i consueti 13 metri e per tornare a casa non devo telefonare.
Non mollare.

Mangia le verdure!

L'altro giorno ho scritto la mia riflessione sulla paura. 
A questa riflessione sul cercare di dare una connotazione positiva alle motivazioni delle mie figlie se ne aggiunge una seconda. Sempre in giro (o forse in negozio) ho sentito una mamma discutere con il figlio (e già discutere con un piccolo è tutto un programma. Si discute come si fanno le risse, con quelli della tua taglia, altrimenti si parla). Comunque, l'oggetto erano le verdure.
La mamma ha detto “se mangi le verdure questa sera ti faccio vedere un cartone animato” con il tono rassegnato ma risoluto di chi lotta ogni sera con la scarsa propensione alle verdure dell'erede.
Io non so come sia finita, magari è andata bene, magari il bimbo non ha mangiato le verdure e visto lo stesso la TV, magari ha mangiato le verdure e poi letto Kant. 
Non lo so. Non voglio giudicare l'efficacia del metodo nell'immediato.
Ok, questa in realtà è frutta...
Però mi è saltata agli occhi una roba assurda: dando un rinforzo positivo ad una cosa come mangiare le verdure ha connotato negativamente il fatto. Mi spiego. Se io voglio che Gaia mangi le verdure cerco un modo per fargliele mangiare (in realtà tutto questo lo fa Giulia con una perseveranza encomiabile) ma non le prometto qualcosa. Se lo facessi darei per scontato che mangiare le verdure è un traguardo che merita un premio. Merita un premio perchè sono cattive e fanno bene. Sinceramente preferisco trovare mille e uno stratagemma (Gaia non mangia verdure ma è estremamente golosa di passato di verdure) ma non farle associare al cibo un rinforzo positivo. Non penso sia sbagliato tout court (accezione giuridica della locuzione) premiare i comportamenti dei bambini, dico solo che in un momento così emotivamente carico come la cena (se avete figli piccoli sapete quanto sia carica emotivamente la cena, fra preparare, dar da mangiare, accontentare e la tentazione di nutrirli a biscotti) si rischia di marchiare negativamente un gesto naturale come mangiare verdure. Il rischio non è che il bambino associ il premio alle verdure, il rischio è che faccia l'associazione “mi premiano perchè fa schifo, ho ragione a non volerle”. Sinceramente mi dispiacerebbe le mie piccole facessero, anche involontariamente queste associazioni col cibo.
Ripeto, non ritengo sbagliato essere premiante, anzi, però bisogna sempre ricordare che il premio è facilmente associabile ad uno sforzo e non ritengo corretto associare il cibo ad uno sforzo.

venerdì 22 marzo 2013

Auguri Bibi

Un anno vola, capperi. Tua sorella, quando mi ha concesso di entrare a far parte della sua vita, mi ha insegnato tante cose, mi ha aggiustato le priorità rendendo la mia vita migliore.
Con Gaia, Giulia ed io abbiamo coniato il nostro motto “se le cose non vanno come vogliamo noi è perchè vanno meglio” che racchiude la fortuna di essere genitori ma anche la determinazione a voler sempre le cose al meglio.
Poi sei arrivata tu. Da bravi capricorni avevamo programmato tutto e, secondo i nostri piani, tu dovresti nascere fra qualche mese. Ma le cose sono andate meglio di come volevamo e sei arrivata.
Sono diventato padre la prima volta totalmente impreparato ed ho avuto l'unico lampo di genio nel voler apprendere da chi mi poteva insegnare, mia figlia. Sono diventato padre una seconda volta convinto di essere pronto a tutto e invece ho capito che non ero pronto a nulla di così bello. L'energia con cui sei entrata nella mia vita è inspiegabile. Travolgente. Gaia mi ha sciolto con i suoi sorrisi, tu mi hai dato vita con le tue risate, con il tuo carisma. Le tue risate riempiono la stanza e sono contagiose, sempre.
Sei energia allo stesso modo in cui tua sorella è serenità. Ed è proprio quello che serviva alla mia vita, fonti inesauribili di serenità ed energia vitale.
Vederti giocare con Gaia è un dono di cui sono grato infinitamente. Vedervi assieme, vedere come ti si accendono gli occhi quando siete nella stessa stanza e vedere come lei ti cerca quando non ti vede sono emozioni. Forti.
Vi adoro, vi osservo interagire e temo con rassegnazione il momento in cui una di voi si rivolgerà all'altra dicendo “questo non lo diciamo a mamma e papà”. Quel giorno si cementerà un sodalizio contro cui non vorrei mai dovermi scontrare.

Ti amo alla follia piccola Bibi. Tanti auguri.

giovedì 21 marzo 2013

E basta con la paura.

Vicino al negozio ha aperto un nuovo bar.
L'altro giorno aspettavo il mio turno e c'erano due mamme al banco che parlavano e con loro una bimba (3 anni?!) su un passeggino che reclamava attenzione prima cantando una canzone e poi frignando. Quando la cosa è diventata fastidiosa la mamma ha detto “se continui a disturbare la dada (barista) si arrabbia con te”.
Se fossi stato la barista le avrei tirato una testata causandole la frattura del setto e avrei detto “se non impari a comportarti da madre la barista ti trova e ti fa di peggio”.
A parte questo mi sono successivamente interrogato sul potere della paura.
Io stesso, a seguito di un esito anomalo delle mie analisi, ho trovato la forza per andare a correre e prestare maggiore attenzione alla mia alimentazione. Il problema è che il medico mi ha tranquillizzato dicendo che non è nulla e di non preoccuparmi.....cioè, in realtà è cosa buona.
Ho fatto mente locale per due giorni (invecchio, una volta facevo mente locale in cinque minuti) e mi son reso conto che la paura è uno degli stimoli più usati per motivare.
Io ricordo che al Liceo studiavo per paura dei brutti voti. Studiavo, no dai non è l'esempio giusto.
Riproviamo. Fino alle medie a scuola ero un fenomeno, andavo veramente bene ma ricordo di aver sempre fatto i compiti (ecco, io ho sempre fatto i compiti più che studiato) per paura di andar male non per la gioia di andar bene. E non ne sbagliavo uno, ero proprio un bimbo a modo.
Da giovane ho praticato uno sport molto bastardo (tennis) e anche lì ho scoperto la paura di perdere e.....la paura di vincere. Cioè la nostra società si è inventata anche una cazzo di paura di vincere.
Fortunatamente a tennis ero molto più scarso che a scuola e la paura di vincere l'ho assaporata poche volte.
Però tutti questi pensieri mi hanno fatto pensare che forse non è il massimo crescere le mie figlie perdurando nel farle confrontare con la paura. Certo, la paura esiste ma non così tanta come ci vogliono far credere. E poi non è motivante, dura poco.
Quindi la mia piccola riflessione odierna è di cercare di trovare sempre motivazioni che inducano stati d'animo positivi, cercare di esercitare gli stati emotivi più forti, quelli "positivi" che non sbrigarmela velocemente con la paura. A casa mia non ci sarà nessun uomo nero che rompe i coglioni se non mangi o nessuna strega che disturba se non dormi o non fai il bravo.
Quando le mie figlie faranno casino al bar sono abbastanza sicuro che basterà sedermi ad un tavolo dove loro possano sentirsi coinvolte anche se non capiscono o farle sedere sul banco per farl eseguire quello che sto dicendo.

mercoledì 20 marzo 2013

Riprendere a correre-

Ho scritto due commenti sulla ripresa delle mie fatiche fisiche dopo qualche tempo di inattività. Dato che in questo periodo latito di idee ho deciso di vedere se può esistere un "filone fitness=", magari dal retrogusto fantozziano.
Comunque, ecco le prime due puntate:

18/03/2013
Ho ripreso a correre. La motivazione è di tipo salutistico, mi vedo un po' bloccato, sento le mie ossa e i miei muscoli che faticano più del dovuto e i 35 anni non aiutano. Per la prima volta mi rendo conto che anche il non far niente mi causa dolore. Da giovane mi indolenzivo quando ripartivo dopo un po' di inattività, adesso mi fa male la schiena se sto troppo inattivo. Morirò prima o poi, lo facciamo tutti. Però ho questa nuova motivazione. La corsa non aiuta, ci vuole tempo prima che sia utile, ci vuole la motivazione per correre almeno tre settimane prima di godersi il gesto, il momento. Poi a me correre non piace. Mi piacerebbe mi piacesse, vorrei ma proprio no. Il diminuire delle dimensioni dei supporti musicali mi è venuto incontro in tutti questi anni e correre con la musica è fattibile.

Parto, dopo mesi di inattività fisica e anni (2 e 1/2) che non corro per correre. Falcata distesa, mani che tirano l'aria accompagnando il movimento e dando il senso che tutto il corpo sia proteso verso il correre, non solo le gambe. Il baricentro mantenuto ad altezza costante, per non sprecare energie saltellando inutilmente, i piedi che rullano in maniera precisa, per ridurre lo shock dato dall'impatto del mio corpaccione con il terreno, il respiro controllato. 
I primi 13 secondi. 
Poi: falcata dimezzata, schiena inclinata leggermente in avanti e vistosamente di lato, passo saltellato x dare parvenza di ritmo al misero gesto in corso, piede destro che striscia e punta del sinistro rivolta in dentro, respiri alternati a deglutizioni al limite del soffocamento, visione di divinità appartenenti a 5 culti diversi. 
Totale prima uscita: 15 minuti,  quasi 4 brani musicali ascoltati e 153 metri

20/03/2013
Secondo tentativo con la corsa. 
Amareggiato dal risultato di lunedì raschìo motivazione per andare anche oggi. Fortunamente ho delle analisi del sangue con una anomalia e la paura funge da nuovo carburante per la mia motivazione. 
Alla fine l'anomalia non è nulla, per coloro che si fossero preoccupati.
Però non funziona. Nonostante la paura le gambe non ne hanno voglia, lo capisco mettendo le scarpe, non c'è bumba. Mi sforzo, mi dico che sono pronto all'umiliazione di camminare al Fagiolo come fossi un vecchio, sono pronto a farmi superare da quelli che fanno Nordik Walking (o come diavolo si chiama). Io non tornerò a casa, ho già pronta la scusa ma non lo farò. Mi metto le cuffie e mi butto in strada. Accendo l'iPod e partono gli ultimi secondi del brano interrotto lunedì. Non lo ricordavo. Che amarezza, penso, non mi ricordo neppure cosa ascoltavo, ero cotto. Poi risuonano nelle mie orecchie le note inconfondibili di un pezzo anni 80...the final countdown. 
Il mio cervello si desta e comincia a sprizzare entusiasmo reclutando complici fra gli altri organi, il cuore risponde come se dicesse "non è oggi che ti abbandonerò vecchio mio", i miei muscoli vogliono una cosa sola, correre, correre come se avessi 13 anni.
Sento un fine comune che lega i miei muscoli, una cosa che credo non mi sia mai capitata, tutti rivolti verso l'obiettivo comune.
Parto leggero e mi stupisco, sono veloce e incredulo, sorrido mentre il travolgente assolo del pezzo mi risuona forte nelle orecchie e anche il barista dalla vetrina, intento ad asciugare tazzine mi guarda e sembra incitarmi. Sono carico, corro. Corro per me, per i miei organi e per tutti i pigri del mondo, sono un uomo in missione. 
Poi, ovviamente, il mio corpo accusa, rallento, mi fermo. Però sorrido compiaciuto, ne valeva la pena, i 20 metri migliori della mia vita. Nanananaaaaaa