Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

giovedì 21 marzo 2013

E basta con la paura.

Vicino al negozio ha aperto un nuovo bar.
L'altro giorno aspettavo il mio turno e c'erano due mamme al banco che parlavano e con loro una bimba (3 anni?!) su un passeggino che reclamava attenzione prima cantando una canzone e poi frignando. Quando la cosa è diventata fastidiosa la mamma ha detto “se continui a disturbare la dada (barista) si arrabbia con te”.
Se fossi stato la barista le avrei tirato una testata causandole la frattura del setto e avrei detto “se non impari a comportarti da madre la barista ti trova e ti fa di peggio”.
A parte questo mi sono successivamente interrogato sul potere della paura.
Io stesso, a seguito di un esito anomalo delle mie analisi, ho trovato la forza per andare a correre e prestare maggiore attenzione alla mia alimentazione. Il problema è che il medico mi ha tranquillizzato dicendo che non è nulla e di non preoccuparmi.....cioè, in realtà è cosa buona.
Ho fatto mente locale per due giorni (invecchio, una volta facevo mente locale in cinque minuti) e mi son reso conto che la paura è uno degli stimoli più usati per motivare.
Io ricordo che al Liceo studiavo per paura dei brutti voti. Studiavo, no dai non è l'esempio giusto.
Riproviamo. Fino alle medie a scuola ero un fenomeno, andavo veramente bene ma ricordo di aver sempre fatto i compiti (ecco, io ho sempre fatto i compiti più che studiato) per paura di andar male non per la gioia di andar bene. E non ne sbagliavo uno, ero proprio un bimbo a modo.
Da giovane ho praticato uno sport molto bastardo (tennis) e anche lì ho scoperto la paura di perdere e.....la paura di vincere. Cioè la nostra società si è inventata anche una cazzo di paura di vincere.
Fortunatamente a tennis ero molto più scarso che a scuola e la paura di vincere l'ho assaporata poche volte.
Però tutti questi pensieri mi hanno fatto pensare che forse non è il massimo crescere le mie figlie perdurando nel farle confrontare con la paura. Certo, la paura esiste ma non così tanta come ci vogliono far credere. E poi non è motivante, dura poco.
Quindi la mia piccola riflessione odierna è di cercare di trovare sempre motivazioni che inducano stati d'animo positivi, cercare di esercitare gli stati emotivi più forti, quelli "positivi" che non sbrigarmela velocemente con la paura. A casa mia non ci sarà nessun uomo nero che rompe i coglioni se non mangi o nessuna strega che disturba se non dormi o non fai il bravo.
Quando le mie figlie faranno casino al bar sono abbastanza sicuro che basterà sedermi ad un tavolo dove loro possano sentirsi coinvolte anche se non capiscono o farle sedere sul banco per farl eseguire quello che sto dicendo.

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