Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

martedì 17 giugno 2014

Oggi il mondo è un bel posto

Ohilà, trascuro questo blog da tantissimo, ormai preso dall'altro blog e da altri mille impegni e mille cose che mi ronzano in testa.
Però è da ieri che continuo a scrivere “oggi il mondo è un bel posto” come commento ad un evento sportivo appena concluso: le finali NBA.
Trascuro questo blog ma quando succede qualcosa che merita due righe le butto ancora giù, anche solo per potermele rileggere.
Hanno vinto gli Spurs, gli Spurs di Tim Duncan (Post su Duncan), una delle mie squadre preferite. Diciamo che il mio tifo oltre-oceano è fatto di rivalità: fra New York e Brookling tengo NY; fra Lakers e Clippers tengo Clippers, tifavo Bulls e non Jazz, tifo Orlando e non Miami. Però fra tutte quella che resta sempre è San Antonio. Dai tempi del liceo, da prima di TD21.
Ma perchè “oggi il mondo è un bel posto”, non per il risultato sportivo, almeno diciamo che un risultato sportivo non mi porterebbe ad esternazioni così forti (no no mi porterebbe, eccome).
Però la vittoria degli Spurs è la dimostrazione che le cose fatte bene funzionano.
Avete presente quando qualcuno vi spiega come si fa una cosa, vi dice come sarebbe da fare in maniero ottimale e poi vi spiega come in realtà viene fatta? Avete presente l'allenatore di calcio di quando eravate bambini che ripeteva che tutti devono giocare e poi urlava di passare la palla a Matteo o a Luca perchè erano quelli buoni che risolvevano tutto? Avete presente quando il vostro allenatore di pallavolo diceva che siamo lì per divertirci e poi vi faceva giocare palleggiatore al centro e palla alta per Matteo e Luca (che vacca boia son bravi anche a volley)? Avete presente quando siete rimasti incantati da Edberg o Sampras e avete sempre giocato cercando un bel colpo o un colpo vincente e venite sconfitti da un ragazzino di venti chili, che tiene la racchetta come un badile, non ha alcuna tecnica ma la butta oltre la rete e corre come la polvere (e si chiama Matteo o Luca)?
Insomma, avete presente tutte le volte in cui avete imparato che c'è il modo in cui le cose andrebbero fatte e poi c'è quello in cui vengono realmente fatte? Che è limitante perchè non è come dovrebbero, però nessuno ci prova più a farle come andrebbero fatte, la non perfezione basta...purchè funzioni.
Ecco ieri notte gli Spurs hanno ribaltato tutta questa mediocrità. Hanno giocato a basket come si gioca a basket, fanculo i super-atleti, fanculo “palla a quello buono”. Hanno rimesso a posto un sacco dei cose. Poi, come solo in America può accadere, il tutto condito con storie umane incredibili, con talmente tante differenze che solo la ricerca del modo giusto poteva tenere unite.
Complimenti agli Spurs, vecchi, grassi, lenti, spompati, con meno talento, con meno fisico, ma con la convinzione che se si fanno le cose nel modo giusto e si crede fino in fondo in quello che si fa si può persino diventare NBA Champions.
E non hanno solo vinto, hanno dominato, anche se nessuno lo dirà mai, perchè la NBA è uno show e bisogna tutelarlo.
Grazie ragazzi, da oggi si ricomincia, far le cose nel modo giusto funziona, eccome.
Un ultimo ringraziamento a Marco, perchè ha aggiunto a tutto questo che se ci credi e ci provi fino in fondo magari ti ritrovi con l'anello di campione.

venerdì 10 gennaio 2014

Come creare favole della buona notte...ovvero, cosa faccio io, non è detto vada bene,

Allora, ieri ho scritto su FB che mi sono specializzato a raccontare favole e, dall'alto del piedistallo su cui mi ergo per dare spazio e visibilità a tutto il mio ego, vi racconto come faccio.
No dai, avevo voglia di scrivere di nuovo sul blog e mi è scappato questo.
Io, in realtà, sono più lettore che non raccontatore di favole ma il recente step di crescita di Bianca e Gaia mi ha portato a questa nuova sperimentazione.
Fino a poco tempo fa le piccole andavano a letto in momenti distinti e quindi leggevamo a Bianca un libro (mille in realtà, la piccola è un po' ossessiva nelle sue passioni) e poi nanna e successivamente un libro della buonanotte per Gaia, che andava a letto mezz'ora dopo.
Adesso vanno a letto assieme e, quando sono nei loro lettini la luce non permette di leggere. Eccio quindi che si inventa.
Le mie storie sono sempre partecipate, cerco di coinvolgerle nella scelta dei dettagli e degli eventi, per capire quando stanno partendo, quando la risposta alle mie domande è sbiasciata e quando, infine, non c'è più risposta. Conosco le mie piccole e le coinvolgo sulle cose che amano.
Un dettaglio importante è che nelle storie che inventiamo ci sono eventi avversi che complicano l'evolversi della storia ma non ci sono personaggi avversi. O almeno, non ci sono streghe, fantasmi e simili. Al massimo dei pirati. Questo perchè sono favole della buona notte e ancora le streghe e i fantasmi sono un po' indigesti. Quindi ci sono temporali che rovinano feste, pirati che rubano gioielli, parenti dispettosi, animali del bosco che mangiano torte e altre complicazioni. Di solito però ci sono eventi “negativi” e ancora nessun personaggio “negativo”.
Poi ci sono sempre le cose che a loro piacciono: feste, giardini, fiori, torte e frutta, balletti, principesse.
Ecco, una cosa che a loro piace molto è quando dico “adesso occhi chiusi che vi racconto il giardino” e gli chiedo di dirmi che colori hanno i fiori e le farfalle.
Ieri Gaia mi ha detto “babbo una farfalla mi fa il solletico volando”.
Poi gli chiedo di raccontarmi come sono vestite le principesse (Gaia pretende che nella storia ci siano sempre due principesse di nome Gaia e Bianca e che prima o dopo si festeggi); oppure che cosa mangeranno le principesse. E' incredibile le risposte che mi danno. Anche Bianca, che è piccola, interagisce un sacco, in genere puntualizzando le scelte di Gaia.
Ultimo dettaglio, le piccole si addormentano sempre prima della fine ma io la favola la finisco sempre. Questo perchè se capita che al risveglio mi chiedano “ma poi la festa com'è finita?” (e capita) non è bello rispondere “tutto bene”, voglio essere pronto, raccontare ogni cosa. Tanto in tutto la favola dura 10 minuti, si può fare.
Ad ogni buon conto, andate piano quando leggete, lentamente, leggete a voce medio bassa, date loro il tempo di capire, coinvolgetele (sono piccole, saprete governare una storia anche se all'improvviso appare un drago o un coccodrillo in mezzo ad una festa da ballo), lasciate che loro immagino quello che voi raccontate.

Bene, prestissimo i corsi sul come raccontare favole, il primo modulo gratuito e poi € 500 a lezione.
Beh, probabilmente ci saranno molti errori in quello che faccio ma il risultato è che le bimbe in dieci minuti si addormentano, dormono serene e si riposano. Non ho altri obiettivi con una favola della buonanotte.