Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

martedì 27 settembre 2011

Gaia, la manovra economica e le galline

Gaia sta crescendo, fra qualche mese avrà una sorellina e forse non avrà più tempo per me, forse non verrà più a pormi i suoi dubbi esistenziali, a coinvolgermi nei suoi ragionamenti. Me la immagino che si atteggia a donnina mentre spiega la vita alla piccolina.

Mentre sono steso sul nuovo divano la guardo giocare e penso a queste cose.

Ad un certo punto lascia cadere un mattoncino in gomma, mi guarda, si alza tremolante sulle gambe ma ferma nello sguardo e come suo solito copre la distanza fra lei e me reggendosi al divano. Il suo sguardo è fermo ed ipnotico, non riesco a distogliere il mio dal suo. Ha in mente qualcosa.
G: “Sei contento della manovra economica?”
Oddio che colpo secco, come si risponde ad una bambina di undici mesi?
N: “Ma vedi, di fondo direi di no ma spero che ci siano comunque spazi per dare respiro all’economia”. Bravo Nicolò, diplomatico come non mai, stai a guardare dove ti vuole portare.
G. “Pensi che funzionerà?”. E qui non ho capito che era un tranello.
N: “Spero proprio che funzioni, che i mercati rispondano bene e che l’Europa sia serena guardando alla nostra economia”. E’ incredibile la quantità di cose che non penso io sia riuscito a dire. E l’ho pagata.
G: “Mah, io sono perplessa. I mercati ormai vanno a prescindere dalle decisioni del Governo, fortunatamente. Mentre l’Europa non ha alternative. E’ come se tu ti comprassi un bilico di cocomeri il 20 di agosto e poi ti chiedessero cosa ne pensi dei cocomeri. E’ chiaro che hai paura che ti rimangano lì, ti chiedi perché diamine li hai presi ma dici che sono ottimi in questo periodo. Rendo?”
N: “Rendi bene, in effetti con tutto il tira e molla che c’è stato se i mercati avessero aspettato ci sarebbe stato un collasso, temo.” Prendo tempo, ho colto che la domanda era a trabocchetto e temo lo sviluppo, ormai sono in difesa.
G: “Sai secondo me cosa doveva servire in realtà la manovra?”
N: “Dimmi”.
G: “Doveva farci capire lo stato di salute di chi ci governa, era l’occasione per trasmetterci serenità, per farci capire che siamo in un periodo difficile ma noi ci siamo”.
N: “Wow, è vero, abbiamo perso un’occasione, dovevamo chiedere un segnale”. La assecondo ma sono pienamente in linea, la mia cucciola.
G: “Sai cosa avrei voluto sentirmi dire? Anzi sai cosa voglio dire a tutti voi, voi che dovete pensare al mio bene?”.
Oddio è di fuoco, comincio a pensare di doverle mettere il ciuccio per placarla ma sarebbe come puntare uno stuzzicadente contro un Pitbull.
G: “Dovete insegnarmi che l’uovo oggi è un’illusione, che devo avere la forza di procrastinare le gratificazioni di oggi perché domani saranno più grandi. Dovete dirmi che domani c’è la gallina, che l’uovo oggi non c’è e se c’è serve per fare una gallina. Invece siete cresciuti col mito del poco ma subito, non sapete guardare oltre ad un uovo e ogni tanto alcuni pensano anche di non meritarsi la gallina domani. Siete abituati a mettere i soldi nel materasso a pensare a come sistemare i problemi di oggi, a prescindere dal fatto che ne creino altri domani. Vi siete fatti fregare, avete paura del futuro perché non capite che il futuro è già domani, non è un tunnel buio e lontano. La gallina è domani, non è fra mille anni, è solo domani. Serve coraggio e serve fiducia in chi mi garantisce la gallina domani.”
Ormai è paonazza, cerco con lo sguardo il ciuccio, dovesse servire con un balzo posso raggiungerlo e darglielo.
G: “E sai un’altra cosa, non mi serve neppure l’uovo oggi. Non saprei cosa farmene dell’uovo oggi. Voglio vedere che c’è un bel progetto per far diventare il mio uovo una gallina, non voglio mettere al sicuro un semplice uovo”.
E’ cotta dura, non si è mai seduta durante tutta la dissertazione, sempre sulle sue gambe tremanti con le mani appoggiate al divano, le nocche bianche e lo sguardo verso di me. Lo sguardo pieno di fiducia. Ecco, questo è incredibile, in poche battute mi ha fatto vedere cosa non stavo facendo per il suo avvenire ma lei non ha smesso un attimo di avere fiducia. Adesso si è calmata, si stropiccia gli occhi, la solevo e la porto a letto, mi guarda e sorride e mi dice: “Insegnami ad aspettare la gallina, te ne sarò grato quando sarà mia”.

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