Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

sabato 9 giugno 2012

Gaia, Bianca e gli allenamenti.


Mattinata e pomeriggio a casa, la febbre della notte mi ha messo KO.
Oggi sto meglio ma devo riguardarmi un attimo, non ho più vent'anni. Dato che mi sento bene decido però di dare un po' d'aria a Giulia e la obbligo ad uscire senza le bimbe. Anche solo un paio d'ore. In fin dei conti stanno dormendo, dormiranno ancora un po', riuscirò a sopravvivere senza troppi problemi.
Passa un'ora e ancora nessuna delle bimbe si sveglia. Un po' mi dispiace, speravo in un pomeriggio di tranquillità ma quando dormono mi mancano un sacco. Decido di smettere completamente i panni del bravo papà e di fare un po' di rumore per svegliarle. Mi avvicino alla cameretta e sento Bianca che mugula e Gaia che la incita. Mi metto nascosto fuori dalla porta e ascolto.
Gaia “Forza che ce la fai, ci sei quasi”
Bianca “Quanto manca, quanto manca”
Mi affaccio e vedo Gaia che è in piedi sul suo lettino e guarda Bianca intenta a cercare di afferrare una delle api colorate che ha appeso sopra la testa. Per quanto siano vicine lo sforzo è considerevole, Bianca è paonazza, occhi stretti sguardo fisso sull'obiettivo, mano sinistra protesa e gambe stese e tinche.
G “Ti manca molto poco, ci sei quasi, non mollare”
B “Ce la faccio, ce la faccio. Quanto manca?”
G “Dai che ci sei pochissimo, in pratica ci sei”.
Sono bellissime, Gaia sembra un allenatore della Boxe, di quelli protesi verso il ring e verso il proprio assistito, di quelli che se potessero entrerebbero per picchiare l'avversario.
B “Non ce la faccio più, me la faccio sotto”
G “Non mollare, meglio farsela sotto che arrendersi, ci sei quasi, ti giuro che ci sei vicina”.
In realtà Bianca non è così vicina, Gaia forse se ne accorge o forse è ingannata dalla prospettiva ma Bianca non è così vicina. Però la incoraggia.
G “Dai piccolina, forza, sei una forza, ci sei quasi”
A stento riesco a rimanere nascosto, vorrei entrare in camera, strappare l'ape dal filo che la sostiene e darla a Bianca mentre le abbraccio entrambe. Tengo duro anche io.
Bianca è in stallo e Gaia se ne rende conto.
G “Piccolina, facciamo così, conto fino a tre e tu fai un ultimo grande sforzo e ti butti, vedrai che ce la fai”
B “Vai, conta”. Bianca è rossa come un pomodoro, credo sia in apnea da due minuti per lo sforzo. Gaia conta “Uno, due e tre”.
A questo punto Bianca si slancia, le sue dita cicciottelle e corte sfiorano l'ape di quel tanto da permetterla di stringerla. Ce l'ha fatta, rimane appesa qualche istante, giusto il tempo di rilassare un po' i muscoli e poi si lascia cadere nel letto soddisfatta.
Sono un padre in estasi, la sorella grande ha appena guidato la piccola in un piccolo trionfo. Trattengo a stento le lacrime ma non l'orgoglio quando sento gaia che riprende.
G “Forza, ci sei quasi, un ultimo piccolo sforzo”.
Ritorno in me e rivedo la stessa identica scena dell'inizio.
Bianca distesa, paonazza, contratta che cerca di afferrare l'ape.
Non capisco ed entro.
N “Ciao piccole, che fate?”
G “Bianca si allena”
N “Che bello, cosa si allena a fare?”
G “A raggiungere un obiettivo alla portata ma non facile”
N “Che brave, ho visto che c'è riuscita, perchè continuate”
B “Ci sono riuscita quattro volte negli ultimi cinque tentativi”
N “Ma allora perchè continui, sei paonazza, grondi sudore e sei affaticata?”
B “Perchè mi dovrei fermare?”
N “Perchè ce l'hai fatta, hai raggiunto il tuo obiettivo”
B “Ma io mi sto allenando adesso” mi dice sbigottita dal fatto che io non capisca
N “E quindi?”, in effetti io non capisco, è riuscita in quello che si era prefissata. E qui interviene la sorella.
G “Perchè non ci si allena fino a quando una cosa riesce, ci si allena fino a quando non si sbaglia più. Non ci accontentiamo di sapere che una volta ce l'abbiamo fatta, noi avremo in pugno i nostri obiettivi”. Lo dice guardando Bianca che, sfruttando il fatto che la sorella parlava, ha nuovamente afferrato l'ape.

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