Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

mercoledì 24 luglio 2013

Post picaresco sul mio sviluppo musicale.

L'altra sera, in un momento di massimo relax, mi son ritrovato a cantare canzoni per un paio d'ore assieme a 3 amici. E' stato un momento molto bello, di gusto, di divertimento, di allegria.
La musica è sempre stata presente nella mia vita, ho ascoltato, ho ballato e anche cantato (non in pubblico, grazie a chi vi pare).
Uso questo post per riscoprire un po' gli amici e le persone che mi hanno portato una canzone o un artista, che mi hanno presentato qualcosa che gli piaceva.
Inizio da mia mamma che mi ha fatto conoscere Baglioni e me l'ha fatto amare tanto; ringrazio mio babbo perchè, forse senza neppure saperlo, mi ha regalato gli Eagle e, soprattutto, aveva in casa un vinile con una strana copertina sopra, molto bello, che ho ascoltato tanto e che si intitola Aqualong, a firma Jethro Tull.
Poi, in ordine cronologico ma per puro caso, c'è stato Tia che un pomeriggio di anni fa (tanti tanti) mi disse, senti questa cassetta, sono i Queen a Wembley. Fu amore e lo è ancora oggi. Per i Queen, non per Tia.
Poi ci sono stati i centri federali estivi della FIT che mi hanno regalato tutto il repertorio anni 60/70/80 che mi sarebbe poi servito durante le gite scolastiche degli anni 90, da Samarcanda a La Canzone del Sole, da Il Pescatore a Io Vagabondo, da C'era un Ragazzo a Banana Cocco Baobab.
Le suddette gite mi hanno portato Litfiba, Ligabue, Vasco (contro la mia volontà) e Elio e le Storie Tese.
Poi è arrivato il liceo e ci vorrebbe un post intero su due persone: Cino e Jacopo.
Il primo mi ha fatto scoprire Guns, i musical di Andrew Lloyd Webber, son tornati i Jethro Tull ma in maniera più consapevole, è arrivato Bon Jovi, i Led Zeppelin e altre decinaia di mostri sacri, di quelli che dovranno entrare anche nel bagaglio minimo delle mie figlie.
Jacopo mi ha introdotto ai Nirvana, specialmente l'album In Utero e al Brit Pop, anche se lui era più Oasis mentre io scoprii una predilezione per i Blur. Nota a margine, ammetto a distanza di un ventennio però che sentire alla radio gli Oasis di Wonderwall mi riporta più a quegli anni che non Boys and Girls o Song2.
Poi Jacopo è stato per anni l'amico che riconosceva le canzoni, tipo che eravamo in discoteca, partiva un pezzo che non conoscevi, lo guardavi e lui faceva baby-talk dicendo “Pennywise” (NOTA: baby-talk è quando uno parla muovendo eccessivamente le labbra, come si fa ai bambini o in un ambiente rumoroso come una discoteca).
In quegli anni c'è stata la France che mi ha fatto amare Sinnead O'Connor ed Enya.
Ah, doveroso passo indietro per citare mia cugina e il concerto di Madonna a Firenze del 1987. No, non ci sono andato io, però quell'estate ho scoperto Madonna pure io attraverso i suoi racconti.
Sono arrivato da solo, ma lo voglio citare ugualmente, a Bjork. Mi ricordo che al tempo ascoltavo diversa musica, potevi andare nei negozi di dischi ed ascoltare prima di comprare. Rimasi folgorato da lei.
Cito Ronco perchè attraverso lui (e il sempre presente Jacopo musicologo fra i 15 ai 23 anni) ho scoperto i Rage Against the Machine; cito Jaffa per i System of a Down.
Passo indietro ancora una volta: c'era Fede quando arrivarono Sapoltura e Pantera e la saletta del Vidia con i suoi artisti.
Durante l'università c'è stato molto Fusco ma con scoperte molto spesso contemporanee, ormai ero musicalmente maturo...
Siamo quasi in fondo ma a questo punto arrivano un paio di chicche.
Ci sono una manata di album che non mi stanco mai di ascoltare, che non ho bisogno di smettere di suonare per un po' perchè mi hanno smagato. Uno è Dead Winter Dead dei Savatage e devo ringraziare forse il più grande conoscitore di musica che conosco, Lorenzo AKA Painkiller. Sempre a Painkiller devo anche una rivisitazione della musica italiana che precedentemente mi si era palesata ai centri FIT e dei Metallica che mi avevano lambito senza troppa convinzione salvo poi segnarmi come un marchio a fuoco.
Sicuramente mi dimentico altre mille cose, fatemi pensare un po'. Diciamo che al resto sono arrivato sulla scia di queste scoperte, un po' come arrivare ai Blur attraverso gli Oasis (stasera mi trovo le gomme tagliate).
Ultimissima nota sui locali, in ordine a cazzo: Vidia, Velvet, Rock Planet, Flinstone, Millenium, Tittitwister, Gufo e chissà cosa mi dimentico di importante.

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