Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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lunedì 16 maggio 2011

Stavolta fotovoltaico

Una volta uno molto sveglio ha detto che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
E’ vero, non lo dico e non lo confermo io, ovviamente, però ci sono alcune trasformazioni che sono più spettacolari di altre, che rendono quasi magico questo passaggio. Ognuno di noi si fa influenzare da qualcosa ed ha la sua preferenza. A me han sempre colpito gli impianti che generano energia elettrica, le centrali. Da piccolo sono stato in gita in una centrale ENEL della mia zona e sono rimasto affascinato. La trasformazione, anzi le trasformazioni, avevano allora qualcosa di “potteriano” e questo fascino ai miei occhi rimane.
Ecco perché mi piacciono i pannelli solari. In un altro post ho parlato di energia nucleare, di quella che era la mia percezione. Oggi voglio parlare di pannelli solari. Mi affascina vedere come sia possibile generare energia dal sole, più di quanto mi affascinino gli impianti eloici, la cui trasformazione è meno “magica”.
Però, come ho già detto da qualche parte, mi spiace vedere campi “seminati” a fotovoltaico. Mi spiace che i pannelli prendano il posto delle colture. Mi pare ancora molto virtuoso quando vedo pannelli solari nelle pensiline dei parcheggi di qualche centro commerciale o di qualche azienda ma le campagne a specchio non mi piacciono e un po’ mi spaventano. Mi sembra che, come spesso accade, ci contrentriamo sull’oggi e non sul domani: oggi è molto semplice costruire in campagna, i costi sono contenuti e gli impatti strutturali minimi. Molto più intrusivo pensare di mettere un impianto su un capannone: bisogna valutare che la struttura possa sopportare il peso, che non sia intrusiva per le attività, ecc ecc.
Insomma, seminare un campo è più facile (e ad occhio meno costoso) che ricoprire un tetto. Invece io è su quelli che punterei, prima di privarci di spazi agricoli io penserei il sistema per ricoprire tutti i tetti dei capannoni delle nostre zone industriali, credo che potrebbe essere già un inizio.
Però mi rendo conto che adesso sono utopistico e dico cose facili all’approvazione, demagogiche. Però il succo è sempre quello: risolviamo un problema oggi e lasciamo ad altri il problema che questa soluzione potrà creare domani. Eistono guerre per il petrolio ma ne esistono anche per il cibo.
La scorsa settimana una persona mi ha detto “non esiste più il futuro di una volta”. Già.

1 commento:

  1. Un detto che mio nonno ripeteva e che mi è sempre rimasto impresso è "chi pianta datteri non mangia datteri", perchè si dice che la palma da dattero impieghi cento anni prima di dare il primo frutto.
    Hai ragione, oggi chi pianta datteri? Chi fa qualcosa senza potere mangiarne i frutti?

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