Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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giovedì 19 gennaio 2012

Chi fa il proprio dovere può essere un eroe?

Adesso voglio dire la mia pure io.
La scorsa settimana è successa la tragedia della nave Costa all'isola del Giglio.
Da subito si è capito che dietro c'era un errore umano, forse una leggerezza.
Da come si evolvono le cose credo che per la manovra che ha comportato l'urto avremo quasi un "tutti colpevoli nessun colpevole", credo che il Capitano della nave non facesse quella manovra senza che altri lo sapessero. Ma sono mie impressioni date da letture di articoli di giornali, non da conoscenza dei fatti.
Ma questo non è quello di cui volevo parlare. Dopo pochi giorni sono venute fuori una serie di telefonate fra il Comandante della Capitaneria e il Capitano della nave da cui emerge una figura positiva (Capitaneria) ed una figura diciamo di profilo minore.
Non voglio abbattermi sul Capitano, le telefonate sono abbastanza chiare.
Volevo invece analizzare quello che è accaduto.
Prima è saltato fuori il colpevole e tutti a sparare, me per primo, indicandolo come raccomandato, inadeguato, mediocre ecc ecc. Poi si è osannato il Comandante della Capitaneria, autoritario e fermo nel gestire una situazione d'emergenza.
Poi, come da copione, sono venuti fuori quelli che non ci stanno, quelli che "poveretti voi che inneggiate una persona che ha fatto il suo dovere come fosse un eroe". Uno dei primi a partire con questa crociata contro la normalità è stato Beppe Severgnini. Io lo ammiro, secondo me è sempre attento e preparato. Poi è pure interista, lo sento doppiamente affine.
Però non si può dire che non dobbiamo trasformare in eroe chi era comodo sulla sua poltrona che faceva solo il suo dovere.
Due note in relazione a quello che ho sentito da questi detrattori degli eroi normali.
1. Non credo che con tutte quelle persone che rischiavano la vita sotto la sua tutela (o comunque in sua competenza) lui fosse tranquillo sulla sua poltrona come ci viene descritto dai nuovi detrattori. Cazzo, mica giocava alla play station. Certo non era in acqua, non rischiava la sua vita,  ma stava comunque gestendo una tragedia, non la normalità. Non sono cose che fai tutti i giorni. Non è come lo stuntman che arriva in moto in impennata e che ci vien da dire "lui però si allena tutti i giorni e tutti i giorni fa quello". Il Comandante è addestrato, certamente, ma la situazione d'emergenza non va' banalizzata. Certo non era a soccorrere fisicamente le persone però se ascoltate le telefonate si capisce che è una persona che si sta dannando per fare quello che andava fatto.
2. Per quale cazzo di motivo chi fa il proprio dovere non può essere un eroe? Io credo che in questo momento ci siano, ad esempio, centinaia di Vigili del Fuoco che stanno solo facendo il loro dovere E CHE SONO DEGLI EROI!!! Cari miei, gli eroi con la tutina non esistono, gli eroi sono queste persone che fanno il loro lavoro, sono addestrate e quando capita non fuggono ma restano lì e ci provano, in alcuni casi rischiando fisicamente in altri assumendo ruoli ei prendendo decisioni di cui devono rispondere. E non decidono il colore di una penna, decidono di vite umane. Pensate che si afacile ordinare ad una persona di tornare su una nave sapendo che si mette a repentaglio la vita di quella stessa persona? Io non so se ci sarei risucito. Mi viene in mente un pezzo di Caparezza, ascoltatelo, gli eroi sono quelli che fanno il loro dovere, ogni giorno. Non è banalizzare, è rendere merito a chi ci mette del proprio ogni giorno anche se addestrato.
Qualcuno pensa che questa sia normalità, che non siano atti eroici? Ma avete capito quello che è successo all'Isola del Giglio? Siete sicuri che quella fosse normalità? Non vi pare che di per sè fosse una situazione straordinaria e che alcuni si son chiamati fuori dal proprio dovere mentre altri no?
La divisa che indossa questa gente non protegge da nulla, ricordatevelo.

Tutto qua, avevo bisogno di sfogarlo perchè certe cose non mi fanno solo ridere.

1 commento:

  1. Dimenticatevi di me.
    Smettete di parlare di me.
    Io ora ho solo bisogno di silenzio.
    L’eroe non sono io.
    L’eroe è il mio sottocapo Alessandro Tosi, è lui che ha capito tutto quella notte.

    È lui che alle 22,07 guardando un puntino verde su un monitor senza sapere nulla che non fosse una telefonata dai carabinieri di Prato mi ha detto, ‘comandante’, quella nave da crociera va troppo piano, 6 nodi… che ci fa a 6 nodi e a rotta invertita la Concordia? Comandante, chiamiamoli. Lì c’è un guaio. Un altro eroe? Sapete chi ha salvato quasi tutte le persone quella notte dopo che il comandante aveva abbandonato la nave? Un ragazzo meraviglioso del nostro elisoccorso. Marco Savastano.

    È questo il nome che dovete scrivere.
    E dovreste fare una pagina di soli nomi di marinai della Guardia costiera, della Marina militare, della Finanza, dei carabinieri, dei vigili del fuoco, della Protezione civile, che quella notte hanno dimenticato se stessi per gli altri. Savastano, dicevo. Lo hanno calato su quella nave al buio, con una muta invernale e un palmare, non una radio, non un filo con noi. Si è buttato a capofitto lì dentro senza pensare alla sua vita ma a quella di chi cercava di salvare. Si muoveva in un ambiente che non conosceva, tra suppellettili sfasciate, acqua, passeggeri che gridavano al buio. Chi è l’eroe? Io che strillavo con Schettino o lui, che ascoltava le urla di supplica di quelli che volevano essere salvati e non capivano perché perdeva tempo ad imbracare alle barelle spinali i feriti più gravi da tirare su con l’elisoccorso?

    Gregorio De Falco
    (18 gennaio 2012)

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