Cosekeso?

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sabato 4 agosto 2012

Differenza fra un vincente e un campione, post olimpico


Dai, potevo non scrivere un posto olimpico?
Intanto, atleta olimpico è colui che partecipa, atleta olimpionico è colui che vince. Così, per fare un po' di cultura e far vedere che so le cose son bravo a usare wikipedia.
Bene, guardando le olimpiadi si entra in contatto con la vita di tante persone, chi ci racconta l'evento, quando è bravo, ci fa conoscere anche chi sta per compierlo, la sua storia, le sue difficoltà.
Per alcuni di loro si tratta del coronamento di anni di lavoro, spesso all'ombra, con fatica, mezzi risicati. Ci sono un sacco di sportivi che vivono sotto i riflettori, come star, ma ce ne sono altrettanti che non lo fanno, semplicemente perchè madre natura li ha dotati di talento e passione per uno di quelli che si chiamano sport minori (chi inventa un altro modo di dire? Altrimenti comincio a chiamare il calcio “sport inferiore”).
Mi son fatto una bella scorpacciata di olimpiadi e di storie di atleti e ho scoperto una cosa.
Ho scoperto la differenza fra il campione e il vincente.
Il vincente è colui che ha il grandissimo dono di riuscire a portare il proprio livello di energia al massimo quando conta e quindi vince. Ci sono stati tanti atleti che nella loro vita hanno vinto solo tre gare e hanno portato a casa tre ori e altri che hanno vinto cento gare e neppure un bronzo.
I campioni invece li ho scoperti con questa olimpiade.
I campioni sono quei ragazzi che vincono da tempo competizioni di diverso tipo, europei, mondiali e arrivano alle olimpiadi per la consacrazione. Hanno tutto da perdere.
Si dice spesso che un atleta che non ha nulla da vincere è in grado di prodursi in performance incredibili proprio perché non ha nulla da perdere.
Ecco, in queste prima settimane ho scoperto che il campione, quello vero, è quello che non devi incontrare perché ha tutto da perdere e quando ha tutto da perdere porta la sua performance ad un livello superiore.
Volete degli esempi: Jessica Rossi oggi, Daniele Molmenti ma anche Valentina Vezzali.
Valentina è stata la nostra portabandiera, ha perso la semifinale contro la compagna di squadra ed entrata nella finale per il bronzo. La finale del bronzo, sportivamente parlando, è una carognata.
Bene, avete visto la gara per il bronzo. Vale aveva tutto da perdere, anni di dominio, era stata portabandiera, già vedevo i titoli “crolla un'altra grande donna ma il fioretto Italiano è salvo”. Io non riesco a immaginarmi una situazione in cui un'atleta di 38 anni ha più da perdere. Forse la situazione peggiore sarebbe stata con le olimpiadi a Jesi, per dire.
Torniamo a noi, avete visto quella cazzo di finale? Bene, dopo poco dall'inizio io fossi stata la Coreana avrei preferito mi avessero scatenato contro 5 tigri affamate e mi avessero cosparso il corpetto di sangue.
La campionessa, quella vera, con le spalle al muro e tutto da perdere era imbattibile. Quella finale se la disputano 100 volte lei la vince 101.
Ecco cosa ho imparato dalle olimpiadi, quando hai tutto da perdere hai l'occasione di alzare il tuo livello vitale dove non pensavi e salvare tutto quello che hai da perdere, in ogni caso. Chi non ah nulla da perdere non ha nulla per cui combattere, nulla più.
Da Londra (magari) per ora è tutto.

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