Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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mercoledì 3 aprile 2013

Corsa dopo le festività religiose......

Lunedì era Pasquetta, giorno di riposo dopo tanto tirare al lavoro, giorno per ricaricare le batterie e ritrovarsi dopo la Pasqua con chi vuoi.... ma io sono andato a correre.
Nei giorni che stanno a ridosso delle feste, prima e dopo, è facile incontrarsi fra di noi, noi diversamente longilinei e ipoteticamente atletici. In genere l'animale sedentario, come me, si attiva un paio di settimane prima delle feste (Natale e Pasqua) e prosegue fino ad un paio di settimane dopo. La mia sfida sarà quindi perdurare fino ad oltre il 14 Aprile. Sostenetemi.
In genere noi runner dell'ultima ora siamo identificabili dall'abbigliamento.
Dopo Natale, a Santo Stefano, indossiamo abiti tecnici comprati da Decathlon da un parente che ha saputo che da due giorni abbiamo cominciato a correre. Quindi ci puoi vedere con tenute estreme indossate in maniera sgraziata e di colori vivacissimi che rendono impossibile non capire chi siamo e dove siamo. Ci ripromettiamo di sfruttare l'abbigliamento al massimo. In alcuni casi facciamo promesse estreme: entro Pasqua questa maglietta che comprime fortemente l'addome mi sarà larga e i pantaloni tecnici metteranno in evidenza il mio pacco senza farlo assomigliare ad un'ernia inguinale. I buoni propositi Natalizi durano sempre fino all'Epifania solo e soltanto perchè ad inizio anno vengono rinforzati da promesse solenni.
Sotto Pasqua è diverso, non ci sono nuovi indumenti da indossare. Quelli che ci hanno regalato per Natale ci mettono in imbarazzo, segnano la nostra sconfitta e senza la nebbia di Dicembre ci fanno sembrare più ridicoli. Ecco quindi che la nuova divisa è composta da: pantaloncino anni 80 vagamente troppo corto che viene inevitabilmente risucchiato dall'interno coscia durante la corsa facendoci sembrare un pollo spennato; felpa grande e larga per proteggere gli addominali dal freddo (versione ufficiale); calzino tecnico, forse l'unica cosa veramente idonea, atleta compreso; scarpe finto running, ovvero il primo paio di scarpe con la punta lievemente rialzata allacciate strettissime tipo arrosto; K-Way, o meglio, K a vento adidas rossa o blu con cappuccio indossata sempre e comunque perchè “fa sudare”.
L'atleta alla ripresa delle attività si distingue dal diversamente longilineo perchè il primo è disposto a concedere al suo corpo un ritorno blando, fatto di corsetta ma anche di camminata. Noi del secondo gruppo secondo no, corriamo in modo scomposto e sconvolto, procediamo ad una velocità che rende imbarazzante i sorpassi ai vecchi con il deambulatore ma non camminiamo. Mai. Camminare su di noi non suona come “cazzo che controllo del corpo che ha questo”, su di noi suona come “guarda il ciccione che non ce la fa”. E quindi corriamo, corriamo. Senza tregua, fino a quando spariamo dalla vista di qualcuno e ci lasciamo morire in solitudine, dietro ad una siepe.
Beh, adesso vado a correre, se vedete qualcuno arrancare dietro ad una siepe non pensate subito ad un tossico, potrei essere io.

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