Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

martedì 21 settembre 2010

Un po' di insoddisfazione e politica

La politica non mi ha mai appassionato più di tanto.
Ho scoperto cosa fosse, mi sono fatto un'idea su quale area/corrente mi rappresentasse meglio e poi è iniziato il periodo di disaffezione.
Questo perchè sono sempre rimasto deluso, forse da figlio degli anni 80 e della pubblicità sono rimasto deluso dalla mancanza di concretezza di quello che succedeva.
Interpetavo i messaggi e i programmi come spot pubblicitari ma rimanevo deluso dal prodotto.
Non mi sono mai sentito il destiantario finale del prodotto/servizio politico (un po' come con le banche, ma questa è un'altra storia).
Non ho mai avuto la percezione che qualcuno lavorasse per me, ho sempre visto il mio voto più vicino a quello per il concorso di miss che non quello di un'elezione politica.
La mia percezione è sempre stata quella di essere uno sponsor per il lavoro di qualcuno e non il cliente di questo qualcuno.
E se inizialmente sentivo lontani i problemi dello Stato perchè i politici erano politici troppo professionisti per la mia capacità di intendere di allora, oggi non sento i problemi dello Stato al centro della questione.
Non sento più la parte Pubblica dell'etimologia Res Pubblica.
Credo che questo sia stato possibile anche da una certa ferocia che contraddistingue la società. Mi rendo conto di essere in una società competitiva, volta al mors tua vita mea, molto agguerrita nel difendere i propri interessi individuali e del ristretto cerchio di chi ci è attorno. Siamo egoisti, lo siamo diventati per poter sopravvivere a tutte le paure cui siamo stati abituati.
Chissà, se ci avessero raccontatao favole più cupe da piccoli e mostrato una realtà più ottimista da ragazzi adesso saremmo diversi, ma la pedagogia non è stata applicata così. Abbiamo favole con principesse che vivonmo felici e contente e realtà dove il nostro vicino di casa è un serial killer, magari perchè colleziona libri gialli.
In tutto questo la "cosa pubblica" non poteva che risultare lontano dalle priorità ed il fatto che altri scegliessero i problemi da risolvere e li risolvessero al posto mio era quasi un sollievo.
Però adesso, ora che la società mi farebbe comodo, ora che penso a cosa lo Stato potrà fare per rendere più semplici e funzionali alcune mie quotidinità, inorridisco a vedere a come si sia pian piano impoverito il serviizo reso a fronte del mio voto e dello stipendio che contribuisco a pagare con le tasse.
E allora mi chiedo, come si può fare a far tornare l'interesse per la politica in un contesto sociale come il nostro? E mi rispondo con una domanda: ma chi è in politica (in politica, non necessariamente al Governo)che interesse potrebbe avere a far ritornare interesse ai suoi elettori? Perchè dovrebbe far ricadere il faro dell'attenzione su quello che fa? E quindi mi rispondo dicendo che se questa necessità di governo non parte da me e poi da tutti difficilmente la ritroveremo.
La stessa crisi che abbiamo o stiamo attraversando non è stata abbastanza forte da riportarci a dei livelli di interesse antichi, dove, per poter operare in tranquillità, i politici erano costretti ad artifici legislativi e verbali per non farci comprendere.

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