Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
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martedì 8 marzo 2011

Come Roberto Saviano, le mie 10 cose per cui vale la pena vivere

Domenica sera ho visto Roberto Saviano da Fazio.
Preannuncio che invidio moltissimo il suo talento e spesso non sono onesto nel dare giudizi su di lui, offuscato dall’invidia.
Però, al di là di tutto, è un personaggio che ammiro e rispetto. Lo rispetto moltissimo, per il coraggio.
Lo ammiro per il dono che ha, quello di rendere accessibili anche le storie più complesse. Lui rende facile il complesso. Questo è quello che gli invidio: racconta con una facilità ed una semplicità unica storie complesse, intricate. E’ un dono, sicuramente, ma è anche indice di grande preparazione, di attenzione, di ricerca. Troppa, è per questo che ogni tanto non trattengo la stima e diventa invidia.
Ieri Fazio gli ha chiesto della politica, per sapere se intende candidarsi o meno. Il mio pensiero è stato “oddiosantissimo no”. Poi mi sono chiesto il perché di questa reazione. Perché Saviano è un bel personaggio, in ogni caso è libero, non vorrei fosse limitato dalla politica.
Il mio pensiero successivo è stato di vergogna, in che posto vivo se ho premura di tenere lontani dalla politica i personaggi che ammiro.
Non dovrebbe funzionare così, la politica dovrebbe attrarre personaggi eccellenti (poi ognuno può dire la sua liberamente sull’eccellenza di Saviano, il ragionamento è un altro, ovviamente) e non allontanarli. E’ vero che è un mestiere da professionisti, dove non ci si può improvvisare (!?!?!?!) ma ritengo che ognuno di noi dovrebbe aspirare ad avere le capacità di fare il politico. Invece non è più così, la politica ormai non è più un centro di eccellenza e il mio pensiero è stato “no, dai, lasciamolo stare, non roviniamolo con la politica”. Mi faccio pena da solo se il mio Stato mi fa fare questi pensieri. In passato ho scritto che mi piacerebbe fare il “Principe d’Italia”, che vorrei circondarmi di una decina di personaggi eccellenti e con loro raddrizzare l’Italia. Beh, i personaggi eccellenti dovrebbero essere attratti anche senza di me…..
Ok, lasciamo perdere questo ragionamento amaro, doveva essere solo un preambolo.
Volevo prendere spunto dalla puntata di ieri sera di “Che tempo che fa” per fare anche io un elenco, lo stesso che ha fatto Saviano: l’elenco delle dieci cose per cui vale la pena vivere. Non sono in ordine di importanza, come detto da Saviano, sono di getto, come vengono in mente:
Uno, svegliarsi la mattina e ritrovare Giulia. Vederla la mattina al mio fianco vuol dire che ogni cosa importante è al suo posto. La notte è sempre un momento di assenza, trovare al suo posto Giulia al risveglio significa che la notte non ha portato via nulla, significa che c’è tutto quello che mi serve e che mi è necessario;
Due, il sorriso di Gaia quando mi mette a fuoco. Non so perché mi sorride, è piccola, non può capire chi sono e cosa prova per me. Però quel sorriso lì ce l’ha solo per me e io dopo mi sento un uomo immenso, mi fiorisce il cuore;
Tre, essere interisti. Già, essere interisti vuol dire provare l’intera gamma di emozioni che una passione sportiva possa farti provare: rabbia, delusione, derisione, felicità, estasi, ammirazione, orgoglio, esaltazione, sconcerto, schifo,ecc ecc. E provare emozioni è sempre bello;
Quattro, avere un suocero Vigile del Fuoco, anzi, Pompiere e una suocera maestra all’asilo. Il primo perché mi fa sentire orgoglioso, perché so che quando ci sono brutte cose da fare sono i Pompieri che vanno avanti e gli altri seguono, spesso solo per prendersi gli applausi e gli articoli. E lui l’ha scritta negli occhi questa passione e io l’ammiro. La seconda perché è bello pensare che i nostri figli sono in mano a persone così;
Cinque, mia mamma, perché è nata per fare la mamma, perché mi ha protetto da tutto e mi ha fatto divertire un sacco, perché sono stato un bambino felice e adesso non potrei sperare infanzia migliore per Gaia;
Sei, la moto, anzi la solitudine che può creare l’andare in moto. Il momento in cui fai un cenno ai tuoi compagni, chiudi il casco e il resto del mondo rimane resto del mondo. C’è un istante preciso, quando il casco si chiude, in cui senti per un attimo il resto del mondo che si allontana, i suoni si attutiscono e nella tua testa diventa chiara la tua stessa voce, senti solo te stesso, i tuoi pensieri. E’ un momento intimo, che ognuno può interpretare a suo modo;
Sette, il mare. Chiunque sia nato vicino al mare ha un cordone ombelicale che lo lega forte al mare. Io farei fatica a vivere lontano dal mare, sapere che è lì in estate e in inverno mi serve. E’ la cosa pericolosa che si possa avvicinare di più, puoi addentrarti in lui ma devi sempre ricordarti che sarai al sicuro solo quando capirai che è pericoloso. Merita rispetto e ammirazione;
Otto, le telefonate animate con mio babbo, quando ci appassioniamo, quando sembra che al mondo solo lui ed io abbiamo ragione e ci stupiamo di come gli altri non ci capiscano, quando ci animiamo perché abbiamo trovato qualcuno che ci capisce, che segue i nostri ragionamenti, e questo qualcuno può essere solo tuo padre o solo tuo figlio;
Nove, l’ingegneria. Io non sono ingegnere e non ammiro particolarmente lo stereotipo dell’ingegnere. Però vedere realizzate dall’uomo costruzioni avveniristiche, vedere l’uomo trovare soluzioni tecniche innovative, vedere accettate sfide tecniche avvincenti mi piace e mi entusiasma, anche se non capisco la soluzione, mi basta cogliere che il problema è complesso (non grande ma complesso).
Dieci, Andrea, Fabrizio, Marcello, Filippo, Alessandro, Massimo, Simone, Francesco, Giovanni, Mattia, Lorenzo, Mauro, Guido, Enrico, Gianluca, Marco, Eugenio e tutti gli altri e le altre, insomma, gli amici.

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