Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

martedì 5 ottobre 2010

Ci riprendiamo il coraggio

Anzitutto ribadisco che se qualche fazione politica cercasse un leader under 35 io mi sento pronto a rivoltare l'Italia in 5 anni.
Detto questo, stamane mentre ero immerso nel mio dormiveglia, ho cominciato a pensare e vi riporto quanto scaturito.
Siamo cresciuti col mito del progetto di vita, del mutuo ventennale, delle scelte durature. I nostri genitori hanno fatto scelte e sacrifici per noi e noi abbiamo fatto tesoro di tutto questo.
A 13 anni ci hanno chiesto di scegliere il nostro futuro, di cominciare a prepararci per quello che volevamo fare. Conosco più gente che si è pentita del proprio percorso alle superiori di quelli che hanno sbagliato università.
Non eravamo pronti ma ci siamo sentiti grandi, abbiamo scelto scuole che, in alcuni casi, opzionavano i successivi 10 anni della nostra vita.
5 anni dopo, appena maggiorenni, ci hanno chiesto di dare una direzione alla nostra vita.
Non eravamo pronti e, a parte qualcuno che era in vacanza per l'università, abbiamo scelto tutti fra 2, 3 facoltà, per essere sicuri di non sbagliare.
Siamo tutti ingegneri, avvocati ed economisti, perchè era la scelta meno scelta che si poteva fare, quella meno coraggiosa, quella che ci garantiva di poter continuare a scegliere dopo gli studi. E così ci siamo impoveriti culturalmente, non i singoli, la società.
Abbiamo reso poco appetibili i ruoli culturali, professori, ecc ecc e abbiamo abbassato il livello di cultura della nostra società.
Poi i nostri sogni di programmi di lunga durata si sono infranti contro il precariato, contro il mondo del lavoro che era cambiato ma senza darci il tempo di prepararci.
Abbiamo visto nascere le agenzie interinali pensando che non ci riguardassero, ci siamo avvicinati con sospetto e quasi di nascosto. Solo dopo abbiamo scoperto che erano la diretta risposta del mercato che era cambiato senza che ci fosse stato dato il tempo di adeguarci.
Adesso abbiamo appena passato i trentanni, se siamo stati bravi a difenderci dagli attacchi di paura e ignoranza che ci sono stati rivolti, adesso abbiamo un progetto, un'idea.
Siamo stati più bravi e questa è la dimostrazione che c'è in giro del potenziale, che nonostante i tentativi che ci sono stati rivolti per affossarci noi ci siamo difesi, con un lavoro ballerino, un mutuo forse, una compagna o un compagno di vita, le scelte da fare tutti i giorni pensando solo al successivo.
Siamo stati obbligati ad imparare a pensare solo a domani, perchè è più facile pensare ai problemi salienti, perchè siamo abituati ad inseguire risposte anzichè fermarci a chiederle.
Nonostante questo, nonostante il fatto che se adesso parliamo di quello che vorremmo essere e fare fra 10 anni ci prendono per pazzi visionari, nonostante ci dicano sempre di pensare a cosa succede domani, ad essere pronti perchè dopodomani non si può sapere. Nonostante questo vedo in giro molti dei miei amici che non hanno paura, che hanno il coraggio di pensare a domani, dopodomani e a quello che succederà.
ci siamo ripresi un po' di coraggio, non ci siamo fatti spaventare. Certo, forse siamo meno preparati di quel che avremmo potuto, sicuramente siamo meno conoscitori della vita di quello che sono i nostri genitori.
Però ci siamo ripresi lo stesso il nostro coraggio.
E se forse non l'avete fatto non nascondetevi più, non cambia nulla se noi non cambiamo nulla.
Pazzo è colui che fa sempe le stesse cose aspettandosi risultati differenti.

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