Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

lunedì 3 gennaio 2011

Gaia ed un nuovo dialogo sulla felicità. Quarto scambio di idee con mia figlia

Mia figlia apparterrà a quella generazione nata con il pc. Come già detto, io l’ho conosciuto quando avevo una decina d’anni ed era un affare che stava in una stanza nel magazzino di mio babbo e che alimentava uno schermo nero con caratteri verdi.
Ma non è su questo che volevo tornare.
Questo Natale, approfittando del nuovo vassoio porta PC a fianco del divano, Gaia ha letto un mio post sull’ottimismo e dopo cena mi ha esposto un paio di suoi ragionamenti.
G: “Ohi babbo, prima leggevo sul pc della mamma il tuo posto sull’ottimismo”.
N: “Piaciuto?”.
G: “Non c’è male, volevo però fare un commento solo che non arrivo a digitare i tasti QWERTYUIOP perché ho le braccia troppo corte e allora te lo dico a voce”.
N: “eh eh eh certo, dimmi pure”.
G: “Niente, ragionavo sul collegamento fra ottimismo e felicità”.
N: “Immediato, direi”.
G: “Sì, sì, ma fammi finire una volta”.
N: “Ok, ok, scusami”.
G: “Ragionavo su cosa compone la felicità”.
N: “Ammazzate, mangiato pesante?”.
G: “Io no, tu pare di sì. Comunque mi sentirei di dire che la felicità si compone di libertà e di autodeterminazione. Ovvero noi siamo felici quando possiamo fare e crediamo di poter riuscire in qualcosa. E queste sono anche componenti dell’ottimismo.”
N: “Mi sfugge un po’ l’autodeterminazione, mi spieghi”.
G: “Mi verrebbe da dire, grazie per la domanda. Comunque, il senso, a grandi linee è questo: cos’è che maggiormente influenza il nostro ottimismo e la nostra felicità?”.
N: “Forse non mi metti a fuoco perché sono a più di 40 cm da te ma ho la faccia a punto interrogativo”.
G: “Lo sentivo dal respiro. Comunque, riformulo la domanda: qual è la persona con cui ci confrontiamo di più sulle nostre questioni private, che conosce ogni nostro stato d’animo, che ci suggerisce ogni lettura delle situazioni che ci sono attorno?”
N: “La mamma?!”.
G: “Ma lascia stare!!!!!! Siamo noi stessi, la persona con cui ci confrontiamo su tutto siamo noi stessi.”
N: “Era la mia seconda opzione, giuro”.
G: “Ok, bravissimo. Comunque, se da noi stessi non ci scappi neppure se sei Eddy Merxx, come diceva Ligabue, allora siamo noi gli unici veri veicoli della nostra felicità. Solo noi possiamo dare una lettura negativa alle situazioni che affrontiamo. Cioè, non solo noi, ma gli episodi in cui noi possiamo esserne direttamente responsabili sono la maggior parte”.
N: “Interessante, quindi dici che l’ottimismo e la felicità si autodeterminano perché noi siamo la persona con cui abbiamo più a che fare, se ho ben capito”.
G: “Mio babbo è un genio”.
N: “Ehi piccola, attenta”.
G: “Perdono. Comunque sulla felicità ho pensato che è talmente tanto impalpabile che l’unico vero agente su cui è possibile agire siamo noi stessi, il nostro approccio”.
N: “Impalpabile?”
G: “Certo, ti faccio alcune domande, La felicità è oggi o domani?”
N: “Oggi e domani”.
G: “La felicità è vita in diretta o progetto di vita”
N: “Entrambe”.
G: “L’attesa della felicità è meglio della felicità stessa?”
N: “In alcuni casi direi proprio di sì”.
G: “Ultima, la felicità è egosita?”
N: “Beh, direi di sì”.
G: “Sicuro, se io sono felice tu sei…..”
N: “Felice”
G: “Ecco vedi.”
N: “Hai ragione, però non vedo il nesso”.
G: “Ripensa alle domande, la felicità è tutto e anche il suo contrario, abbiamo detto che in alcuni casi un evento che ci porta felicità è addirittura meno bello della sua attesa. La felicità non è identificabile, è oggettiva in alcuni casi ma soggettiva sempre.”
N: “In effetti”.
G: “Quindi la felicità è qualcosa che è nostra, ci appartiene, è legata alla nostra libertà e solo noi possiamo esserne partecipi e fautori.”
N: “Grazie, mi piace, lo terrò presente nel corso dell’anno”.
G: “Un’ultima cosa, la felicità è pervasiva, è per questo che quando torni a casa e ti vedo sorrido ed è per questo che quando mi vedi sorridere diventi felice al limite dello scemo”.
N: “Grazie piccolina.”

Al termine della chiacchierata Gaia si è addormentata ma prima mi ha consigliato di leggere alcuni scritti di uno psicologo che parla di felicità, per chi fosse interessato è Tal Ben-Shahar

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