Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

venerdì 7 gennaio 2011

Quando una legge fallisce?

A cosa servono le leggi? Le leggi, per come l'ho capita io, servono perché in una società convivono molti individui con molteplici interessi e le leggi sono il mezzo per garantire a tutti equità di "spazi" nel perseguire tali interessi.
Sicuramente c'è chi è più preciso di me nel dare questa definizione ma ritengo che il senso non sia molto distante dalla mia percezione. Poi diciamo che alcune leggi hanno lo scopo di raccogliere i fondi che lo stato usa per offrire servizi.
Quindi io sono inserito in una società regolata da leggi che mi mettono in condizioni di perseguire i miei obbiettivi senza che questa mia foga realizzatrice leda gli spazi e le libertà altrui. Più la società è complessa e più leggi ci sono. Questo per coprire mille sfumature. Ecco perché i cittadini non conoscono tutte le leggi, perché non operano in tutti i contesti che queste devono coprire.
Bene, mi dicono che la certezza della pena è la conditio sine qua non perché le leggi siano rispettate. Questo lo si capisce bene a tre anni, la prima volta che la si fa franca con la mamma e si capisce che la si farà franca altre volte, da lì in avanti, anche se veniamo sorpresi in flagrante. In realtà, più che la mamma sono i nonni a farci provare il brivido di farla franca, in genere.
Fatte queste premesse mi trovavo questa mattina a riflettere, mentre spingevo la carrozzina con Gaia che dormiva, su quand'è che una legge fallisce.
Ho riflettuto che il problema non è solo la certezza della pena o un caso non previsto dal legislatore o il fatto che le forze preposte non siano a sufficienza per perseguire tutti i colpevoli.
No, ho riflettuto che il vero problema si presenta in un altro caso.
Il problema è quando qualcuno tratta una legge, e la relativa pena, come un rischio accettabile.
Prendiamo i reati di tipo amministrativo, non reati penali.
Quante volte sentiamo di imprenditori, aziende, CdA che prendono in considerazione una eventuale condanna e/o sanzione come un rischio manageriale?
Sinceramente, sentire che un imprenditore lombardo, veneto o romano valuta una pena un rischio accettabile è per me il vero dramma. In quel preciso istante la legge fallisce, quando qualcuno non considera più quello che fa un crimine ma soltanto una strategia con un certo livello di rischio. Questo accade non solo e non sempre perché abbiamo di fronte persone spietate, accade anche perché forse alcune leggi non hanno lo scopo di cui accennavo all'inizio. Già, esistono leggi che hanno lo scopo di mettere lo Stato in condizioni di offrire servizi. Le tasse, ad esempio, hanno lo scopo di creare un portafoglio per lo Stato. Beh, se qualcuno valuta l'opportunità di evadere le tasse per avere un tornaconto assumendosi il rischio di essere beccato, significa che anche queste hanno fallito.
L'atteggiamento, come sempre, fa la differenza. Non rispettare le leggi per necessità, per disperazione, per occasioni sbagliate è un problema con cui la società si confronta quotidianamente, non rispettare le leggi per calcolata necessità è un fallimento ed un dramma sociale.
In questi giorni a Ravenna verrà il Presidente Napolitano, mi piacerebbe avesse anche lui in mente questa situzione.

Nessun commento:

Posta un commento