Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

sabato 22 gennaio 2011

Libertà di parola e dovere di intelligenza

La libertà di parola è un diritto sancito in tutte le Carte Costituzionali che si rispettino. Nella nostra, l'articolo 21 dice che Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Dice anche altro ma sempre con lo stesso principio, more or less.
È molto famosa anche la citazione attribuita a Voltaire che dice "Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo".
Mi piace e condivido molto questa affermazione. Racchiude due principi molto importanti, la libertà di parola e la libertà di pensiero.
L'avvento di infernet e dei vari social network ha reso un po' più accessibile la libertà di parola. Ho avuto modo di parlare con un ragazzo tunisino che mi ha spiegato come la rivoluzione in atto in questi giorni sia partita su Twitter e Facebook e poi sia arrivata in strada. Lo trovo fantastico. La libertà di parola, grazie ad internet, arriva a sfidare regimi molto chiusi. Ogni tanto si legge di tentativi di arginare e censurare infernet ma si tratta di rallentare un processo che in realtà è partito e non si fermerà.
E questa è una conquista che vorrei godermi 10 secondi.
Pausa.

Anche questo spazio, ad esempio, è uno spazio di libertà che ho avuto la possibilità di ritagliarmi. E cerco di sfruttarlo con buon senso, forse troppo, ma credo che la mia libertà di parola debba andare di pari passo con la mia intelligenza di parola.
Non voglio dire che dico sempre cose intelligenti, anzi, voglio però riconoscermi il merito di non essere mai di cattivo gusto, di non approfittare dell'assenza di regole di certi spazi.
Purtroppo i modelli comunicativi che ci vengono proposti dai "professionisti" non sono sempre adeguati.
Riporto un pensiero letto oggi http://www.corriere.it/spettacoli/11_gennaio_22/grasso-che-noia-i-talk_0ab47fbc-25ee-11e0-8bad-00144f02aabc.shtml

Se i nostri modelli sono questi come facciamo ad abbinare la nostra libertà di parola alla nostra intelligenza di parola?
Non ce la facciamo. Quotidianamente leggo pensieri di persone che esprimono la loro libertà di parola vantando il fatto di poterlo fare ma perde do ogni volta credibilità di parola.
Il fatto di essere liberi di dire quello che ci pare ci espone ad un grande rischio: quello di farlo effettivamente.
Avere il diritto di farlo non ci obbliga a farlo. Anzi, dovrebbe responsabilizzarci.
Abbiamo il sacrosanto diritto di esprimere un'opinione ma dobbiamo avere la responsabilità di quello che diciamo. Ha ragione Voltaire, difenderò fino alla morte il tuo diritto di parola ma disapprovo quello che dici. Io dico sicuramente un mare di sciocchezze, posso essere sgraziato nello scrivere ma quello che dico è sempre disapprovabile ma anche difendibile. Voglio sempre usare l'art. 21 della Costituzione per dire cose che ritengo intelligenti, per me ovviamente non per l'umanità, non voglio usarlo solo perché è un mio diritto.
Ci sono persone che insultano invece che disapprovare; che offendono anziché contestare; che aggrediscono anziché confutare.
Facciamo attenzioni alle nostre libertà, sono pericolose e preziosissime.
Troppo spesso infernet porta a fenomeni di ostentazione di libertà. La libertà non è da ostentare, è da riempire di significato.

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