Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

giovedì 21 aprile 2011

Sfogo su individualismo e leader, è primavera.

« Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi »(Mario Ferretti).
Questa è la frase che più spesso pronuncio quando sono davanti ad una persona che dovrebbe gestirne delle altre ma, messa in ombra dal suo stesso ego, non le guida come dovrebbe ma si focalizza su sè stessa.
La frase originale era rivolta a Coppi, un grande ciclista. Il ciclismo è un finto sport individuale ma, in quell'occasione, mancavano tre tappe alla fine del giro e l'intento era di esaltare il campione. In quel momento era lecito scorderei squadra e gregari, era un uomo, solo e al comando, gli seguivano.
Invece in azienda, al lavoro, è diverso, non può più esistere un uomo solo al comando.
Neppure gli imprenditori possono più permettersi di essere uomini soli al comando. Ricordo che una volta, mentre tiravo un carretto, mi hanno detto di spingerlo, che a tirare ci pensano i muli. Anche questo mi ha colpito e adesso ho queste due convinzioni: un leader non è un uomo solo al comando e soprattutto spinge i suoi, non li tira.
Ma perché? Alcuni di voi amici che leggete forse già state pensando che quello che dico ha senso ma perché? Forse lo pensate perché vorreste un capo che vi coinvolge e che risolve meno problemi (tira) ma supporta voi nel trovare la soluzione (spinge). È normale non volere un capo "somaro".
Questo è vero ma il motivo è anche un altro.
Viviamo in un'era globale, fatta di mille risorse, fatta di conoscenze, di network.
Abbiamo accesso al mondo. Trovare le risposte è più facile, possiamo "googlelare" ogni nostro dubbio. Dovremmo essere tutti in grado di essere uomini soli al comando. Cosa manca? Cosa ci impedisce di esserlo.
Lasciatemi introdurre un concetto a me caro e molto semplice: l'approccio sistemico. Banalizzo, secondo questo pensiero la somma delle singole componenti è superiore alla pura somma algebrica. Ri-banalizzo: due uomini sono più produttivi di un uomo più un uomo. Molto banalizzato ma mi serve così.
Bene, già questo potrebbe bastare, mettersi a sistema con gli altri aumenta il nostro potenziale.
Non solo.
La riflessione che mi viene in mente è che anche il contesto in cui viviamo è sistemico, che anche i problemi e le domande nascono in questo mondo complesso, con queste complessità. Essere specialisti non basta, è necessario essere in grado di mettere a sistema le nostre conoscenze perché possano fondersi con altre nella ricerca di una soluzione superiore, per problemi di complessità superiore.
Ecco, questo dovrebbe fare il leader, facilitare l'incontro di specializzazioni diverse, coordinandole per io bene comune, per la soluzione comune.

2 commenti:

  1. Non mi sembra per niente banale il tuo approccio, anzi penso che la stragrande maggioranza degli esseri umani non ha mai pensato al concetto di leader così come ne parli tu...

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  2. Grazie mille. Non ho molta esperienza di leadership ma provo a compensare con la curiosità.
    Se cerchi nel blog puoi trovati altre riflessioni sull'argomento....
    Ciao

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