Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
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domenica 14 novembre 2010

Comunicazione e panni da lavare

Ci sono alcune attività che vengono svolte in maniera non efficace per diversi motivi.

Prendiamo come esempio sciocco, ma spero non banale, il ciclo di lavaggio dei vestiti nella mia azienda-famiglia.

Gli input del ciclo possono essere più d'uno:

La cesta dei panni sporchi è piena; mi manca una camicia da indossare; vorrei mettere per la cena di sabato proprio quel paio di pantaloni. Solo per citarne alcuni.

La fase successiva è la preparazione del carico e l'avvio della lavatrice. Consideriamolo come un'unica attività.

Poi il mezzo elettromeccanico lava e la fase successiva è stendere.

Ultima fase, stirare.

Bene, a mio avviso il ciclo potrebbe essere gestito con più efficacia da una sola persona. Non richiede competenze tecniche particolari (o che non possano essere apprese), in aggiunta non ci sono troppe occasioni di miglioramento o modifica del ciclo stesso. Spezzare e distribuire le fasi implica complicazioni.

Però a monte ci sono altre valutazioni. Veniamo a descrivere come funziona in casa mia, poi arriviamo alle valutazioni.

Io sono mortalmente pigro a livello domestico e il mio contributo per questa attività si esaurisce nello stendere i panni (cosa in cui comunque sono bravo). Raramente faccio la lavatrice e raramente senza una supervisione diretta.

Se una persona facesse tutto sarebbe più facile, dicevamo, poichè potrebbe gestire i tempi e gli spazi.

In casa mia, però anche con la divisione in fasi, funziona bene.

Cosa fa funzonare tutto?

La comunicazione.

Un processo semplice, complicato dal fatto che è suddiviso su più aree/persone/funzioni rimane efficace perchè c'è comunicazione.

Voi direte, perchè non può fare tutto Giulia? Perchè questo mi creerebbe difficoltà. Attenzione, è una necessità mia e non di Giulia, questo è importante per seguire il ragionamento. Come dicevo, io sono molto pigro ma voglio difendere il mio ruolo attivo anche a livello domestico e preferisco far leva sulla comunicazione e gesire un processo non efficace che non far saltare equilibri di motivazioni interni.

Spero che sia chiaro questo passaggio: vi sono necessità superiori all'efficacia del processo. Questo è il succo. Rendiamo complicata una cosa semplice perchè io ho bisogno di dare il mio contributo. Eccoci.

Questo implica che il mio sforzo per mantenere l'equilibrio di prima è nella comunicazione. Nel dire che i panni sono da lavare, nell'ascoltare quando mi dicono che la lavatrice funziona (o nel essere attento io stesso a sentire che lei funziona o nel far caso quando rientro se le luci del disply sono accese), nel comunicare che i panni sono aciutti. Poi, dato che la comunicazione ha un potere infinito, ci offre l'occasione per rendere un processo inefficace un processo comunque ottimale e di creare occasioni di miglioramento. Occasioni figlie del confronto.



Quindi, cosa volevo dire in tutto questo caos? Intanto che secondo me, se non si considerano le emozioni e le motivazioni, nessun processo potrà mai dirsi efficace. La programmazione organizzativa deve considerare questi aspetti. Diversamente dovrà considerare dei fallimenti o rendersi conto che ci sono valori superiori all'efficacia produttiva.

In aggiunta direi che qualunque processo apparentemente non funzionale può essere compensato con la comunicazione (e l'ASCOLTO, lo metto fra parentesi ma maiuscolo).

In conclusione ritengo che qualunque processo preveda comunicazione crea un'occasione di confronto. Lo sforzo organizzativo di dare spazi e tempi alla comunicazione ed al cofnronto è inferiore al valore aggiunto che se ne può ricavare. Tenendo presente che il rischio di fallimento è inferiori.



In fin dei conti, se ho imparato ha stendere bene le camice dai feedback ricevuti vuol dire che funziona....



Ora vado, non sento più la centrifuga, è il mio turno.



p.s. ogni riferimento a modelli gestionali famigliari è puramente casuale e potrebbe non rispecchiare la verità. Oppure, sappiate che non è vero che stendo solo i panni......

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