Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

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ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

giovedì 16 dicembre 2010

Dialogo sulla felicità con Gaia

Ieri sera Giulia è uscita e mi ha lasciato in compagnia di Gaia. Fra l'altro compiva 10 settimane e abbiamo festeggiato.
Le ho chiesto come stava, come si trovava al mondo e in cosa potevo essere un babbo migliore.
Abbiamo parlato a lungo e vi voglio riportare il nostro dialogo, almeno alcuni spunti.
N: "allora com'è qusto mondo? Vista da fuori mi pari serena ma vorrei che me ne parlassi sinceramente".
Gaia: "Sai, non è facile, non controllo ancora bene tutte le mie funzioni, riesco a spiegarmi ancora in pochi modi e poi mi infastidisce non vederci ancora bene del tutto, anche se miglioro".
N: "immagino piccolina mia, mi dispiace che per te sia difficile, sai ormai io ho perso di vista i miei bisogni primari, mangiare, dormire, evacuare.."
G: "puoi benissimo dire che io cago, non c'è bisogno che fai il fine. Però volevo aggiungere che, anche se è difficile, io sono felice".
A quel punto ha visto il mio sguardo tenero e ha aggiunto:
"Sai, è varo che tu non ha i più la percezione dei tuoi bisogni primari, che non ti accorgi del cibo e di tutto il resto perchè non ti mancano, ma credo tu ti stia confondendo su un aspetto. Felicità e facilità non vanno assieme".
N:"Cioè, credo di capire ma mi piacerebbe approfondissi, non vorrei aver inteso male".
G:"Certo. Vedi, nella tua ricerca di soddisfare beni sempre più grandi stai confondendo il facile con il felice. Io faccio una gran fatica a cagarmi addosso, cosa credi. Sono sforzi epocali che mi sfiancano. Faccio fatica pure a mangiare, quando finisco di bere dal biberon sono stremata. Ogni tanto sono pure troppo stanca per dormire ed è una fatica boia non riuscire a farvi capire perchè comunichiamo a livelli diversi. Tutto questo è difficile".
N:"Ok, ti seguo".
G:"Bene. Ecco, il fatto che sia difficile non vuol dire che io non sia felice. Così come non vuol dire che quando una cosa mi riesce facilmente mi faccia felice per forza".
N:"Giusto, felicità e facilità non sono la stessa cosa".
G:"Bravo, si vede che sei mio babbo. Sono due caratteristiche che possono o non possono essere legate. Ecco, invece ogni tanto mi pare che tu ti confonda. Che ti faccia felice una cosa che è solo facile. Ti faccio un esempio che puoi capire. Quando eri piccolo giocavi?"
N: "Certamente".
G: "Bene, i giochi facili quanto duravano?"
N: "Poco".
G: "Perchè dopo un po' non erano divertenti. Un bambino non si pone il problema di non riuscire a fare una cosa, per lui è tutto possibile. Ecco che allora le cose troppo possibili, troppo facili, annoiano".
N: "Ok, questo regge se la cosa difficile è fattibile".
G: "sì e no, la fattiblità di una cosa, o meglio la percezione di fattibilità di una cosa, è più legata alla motivazione che non alla felicità di riuscirci".
N: "Hai ragione. Provo a riassumere: nella vita non è importante quanto sono facili o difficili le cose, importa quanto ci rendono felici".
G: "e....."
N: "E una cosa facile non necessariamente rende felici, semplicemente è facile".
G: "Bravo babbo. Ora io dormirei che ho fatto una gran fatica".
N: "Buon riposo amore mio".

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