Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

lunedì 6 dicembre 2010

Nuovo sport nazionale: dare consulenze professionali ai colleghi

Esistono lavori più o meno interessanti, lavori che alcuni percepiscono come molto interessanti e che per altri sono un incubo.
Lavori che non vorremmo mai fare, lavori che dobbiamo fare e non vorremmo.
Lavori che non potremo mai fare e altri che non smetteremo mai di dover fare.
Bene, c'è però un lavoro che piace a molti, direi quasi a tutti: quello che tocca al collega.
Ormai si diffonde sempre di più la passione per quello che fa il collega.
Ci hanno insegnato, negli scorsi decenni, a collaborare, ad essere proattivi, ad essere problem solver. In pratica ci hanno autorizzato a farci i fatti altrui. O almeno questo è quello che abbiamo appreso.
Hanno inventato gli open space perchè le informazioni girassero meglio ma si sono dimenticati la cosa principale: non ci hanno detto che arriva sempre, prima o dopo, il momento in cui ci si deve assumere le responsabilità di un proprio compito. Abbiamo avuto gli strumenti per far girare le informaioni e li usiamo come ci pare appropriato, ascoltando il collega in difficoltà.
Ci hanno detto che lavorare con maggiore autonomia implicava responsabilità ma eravamo troppo incantati a sviscerare le fantastiche sfumature del problem solving, a capire quale infinito potere ci avessero insegnato.
Possiamo chiedere, possiamo farci aiutare, possiamo parlarne al caffè, dirlo forte al telefono, mandare mail di presenteazione, mail di intenti, richieste di riunioni, inserire in copia delle nostre mail mille colleghi: prima o dopo arriverà la responsabilità.
E per fortuna, dico io.
C'è però una nuova disciplina professionale, un nuovo virtuosismo da ufficio che ci permette di sfogare tutte le nostre competenze senza rischiare nulla: farci gli affari altrui. Ci sono maestri nel saper fare il mestiere delgi altri, nel saper consigliare, nello scuotere la testa. I più pericolosi sono quelli che instillano dubbi, che ti fanno tornare a riflettere su un concetto che ormai hai ampiamente sviscerato.
Perchè oggi, sfruttando tutte le occasioni di condivisione che le aziende ci offrono, si sviluppa così tanto l'occuparsi del mestiere altrui? Perchè è facile. Se io sento un collega che ha un problema posso permettermi un consiglio senza l'analisi costi/benefici. Posso fare della consulenza pura sugli affari altrui. Posso commentare con proposte talmente belle da non essere applicabili, tanto applicarle non sarà compito mio. Divento un filosofo d'azienda, mi siedo calmo alle sue spalle, lo rassicuro poggiando la mia mano sulle sue spalle e con voce calma gli regalo una soluzione perfetta, pura nel suo intento, scevra da qaulsiasi contaminazione con la realtà quotidiana. E' l'archetipo di ogni risposta e, in quanto tale, assolutam,ente inapplicabile. In questo modo ho allenato la parte più evoluta di me, mi sono soddisfatto mentalmente concependo una risposta di livello intellettivo superiore ma ho dimenticato che il mio collega non vive nelle mie masturbazioni mentali, vive nella realtà. Però, fortunatamente,m quando la fase del problema arriva alla conclusione posso sfilarmi e vedere cosa farà il mio collega, restando sempre in una posizione vincente, lasciandolo solo con i suoi problemi reali mentre mi gongolo del fatto che la mia soluzione, per quanto questo mondo non fosse pronto ad accettarla, era perfetta.

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