Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

domenica 26 dicembre 2010

Piacere, sono il tuo vicino

Vivo in una via di casa singole o abbinate. Massimo 4 nuclei per immobile.
La mia casa è condivisa con un'altra famiglia e a destra e sinistra ho due case singole. Vivo qui da 30 anni, mi ci sono trasferito da piccolo e ho cacciato i miei genitori qualche anno fa trasferendoci la mia nuova famiglia......
Riflettevo sul fato che non conosco il nome di nessuno dei miei vicini.
Mia nonna conosce il nome, il cognome e la storia di tutti quelli che abitano nella sua via in un raggio di 500 metri.
Io conosco il cognome di quelli che vivono sopra di me. Fra l'altro conosco il cognome di lui, non di li.
Ho un soprannome per ogni vicino, ovviamente ma non ho i loro nomi.
Quindi non è che io non sia curioso, anzi, seguo con attenzione le cose che accadono. Semplicemente mi tengo lontano.
Il mio campanello non funziona e mi guardo bene dal ripararlo.

E se l'integrazione e la biodiversità cominciassi a farla coi miei vicini?
Forse mi sparerebbero.
Forse prima di guardare molto lontano e dire che arrivarci è difficile sarebbe meglio fermarsi ai nostri vicini e dire che non ne abbiamo voglia.
Rispetto a mia nonna ho più strumenti, più consapevolezza ma meno integrazione.
Vedo, ogni tanto, l'abitudine di fronte ad un problema che non incuriosisce o non invoglia, di raddoppiarne la grandezza per renderlo impossibile. O almeno per renderlo abbastanza grande da rendere il non impegno legato alle percentuali di riuscita e non alla pigrizia.
Mi spiego meglio, se dobbiamo fare una cosa, tutto sommato abbastanza alla nostra portata ma che non ci interessa, ecco cosa può accadere, ecco cosa ho visto fare e, a volte, ho fatto: svisceriamo il problema, lo studiamo, lo smontiamo, lo rimontiamo, lo guardiamo dall'alto, da un lato, applichiamo tutte le tecniche di problem solving in nostro possesso. Fin qui niente di male, da fuori sembriamo seri professionisti all'opera, solo che lo scopo è quello di trovare una complicazione, una difficoltà, un appiglio che renda impraticabile affrontare la questione.
Se avete un piccolo problema e non lo affrontate siete pigri, svogliati ma se riuscite a farlo diventare grande allora è diverso, non sarà più colpa vostra. Semplicemente ci vorrà più impegno e forse non sarà il momento, avrete altro da fare.
Il problema è continuare a fare così sempre, complicarsi la vita con aggiunte fatte da noi, con virtuosismi inutili.
Nella vita è sempre meglio togliere (anche in cucina e nella moda si dice così...), sempre meglio semplificare, anche se più difficile.
Buone feste

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