Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili

lunedì 22 novembre 2010

Documentario GOOGLE

Ieri sera ho visto un documentario che parlava di Google.
Ovviamente la mia attenzione è ricaduta sulle parti che riguardavano il personale.
Alcuni aspetti sono di un altro pianeta: il fatto che i dipendenti vengano invitati a dedicare il 20% del loro tempo ad attività che ritengono importanti, a prescindere che siano pertinenti col lavoro; il fatto che vi siano lavagne bianche ovunque dove prendere appunti; la grande condivisione di tutte le informazioni nonostante la chiusura delle stesse informazioni verso l'esterno; alcune modalità di fare le riunioni, in particolare mi ha colpito la camminata settimanale, che è meno banale di quel che sembra.
In realtà, alla fine, la cosa che più mi ha incuriosito è stata la selezione.
Partiamo un passo indietro. Cosa fa Google: offre servizi on line agli utenti e ottiene ricavi delle pubblicità che compaiono a margine di tali servizi (pubblicità sempre molto discrete, solo testo). Ad esempio è molto bello come loro parlavano degli utilizzatori come dei loro veri clienti, nonostante prendano soldi da chi occupa gli spazi pubblicitari.
Siamo al 2.0 dei servizi, la cosa che ancora sfugge alle banche: io non sono quello che ti paga ma sono ugualmente il tuo cliente. Se io sono soddisfatto altri ti pagheranno.
Quindi si tratta di un manipolo di ingegneri informatici che deve anticipare il più possibile le esigenze dei clienti e tradurle in idee, quindi in codici, quindi in servizi.
C'è molta creatività e ricerca.
Bene, ieri raccontavano di percorsi di selezione che prevedono anche 15 colloqui.
Perchè questo? Perchè la parte importante è capire se la persona può inserisi bene nel gruppo, se ne potrà condividere cultura, modelli, valori, obiettivi, modalità operative.
Le conoscenze, gli ottimi voti accademici sono condizione necessaria ma non sufficiente: ci devono essere caratteristiche personali che facilitino l'integrazione.
Che spettacolo, non mi viene da aggiungere altro.
la cultura organizzativa, i modelli mentali, i valori, il clima sono al centro del processo di seleizone.
Certo, magari non è sempre così, magari lo è solo per determinate figure.
Però è molto interessante, credo che cercherò di approfondire la cosa, ci saranno scritti, racconti.
Certo, pensando alla nostra realtà fa sorridere, specialmente se pensiamo che un certo livello di attenzione verso le risorse umane l'abbiamo avuto in Italia qualche decennio fa.....Adriano Olivetti.

2 commenti:

  1. Leggo ora un articolo che parla di talenti e di gestione di talenti. Cito "Google ha stabilito tramite un'analisi quantitativa che una provata capacità di assumere iniziativa rappresenta un indicatore di gran lunga migliore di prestazioni professionali elevate".
    Minchia, chissà che bel lavoro per arrivare ad isolare questa informazione.....

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  2. No, scusate, sto impazzendo.
    In Google esiste un ufficio che si chiama "Pilab", People and innovation lab dove studiano problematiche relative al personale ed laborano indagini mirate per clienti interni. Cioè, una cosa extra alla gestione HR, una funzione per fare analisi sulle HR. Un po' come, in una realtà produttiva, c'è chi anlizza i processi. In una realtà di persone c'è chi analizza le persone.
    Cito infine Laslzo Bock: "Non è certo il pranzo offerto dall'azienda che tiene qui le persone. Il popolo di Google dice che sono tre i motivi per restare: la mission, la qualità delle persone e la possibilità di costruirsi il set di competenze che fanno di un leader o di un imprenditore un professionista migliore. Tutte le nostre analisi ruotano attorno a queste motivazioni". N'latro mondo!

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