Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
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giovedì 30 dicembre 2010

Ottimismo e 2011.

Ho appena terminato una lettura molto interessante e ho deciso di ricordarmene spesso nel corso del 2011.
Si tratta di un brano del “dizionario dell’ottimista” di Langensheidt.
Sono da sempre convinto che il nostro atteggiamento influenzi direttamente i nostri risultati, non per una strana magia o alchimia, semplicemente perché un atteggiamento positivo rende accessibili i risultati.
La riflessione di partenza di Langensheidt è tanto semplice quanto illuminante: nasciamo consapevoli che prima o dopo moriremo ma, nonostante questo, viviamo la nostra vita. Solo un essere capace di ottimismo potrebbe accettare questa condizione e vivere ugualmente la propria vita alla costante ricerca dello stare bene. Perché devo lavorare sulla mia crescita se sono consapevole che prima o dopo morirò? Perché sono un essere ottimista.
Fra l’altro, per quanto in molti di noi un atteggiamento ottimista richiami la stupidità, sono molti i grandi pensatori che si sono occupati di ottimismo.
Lutero diceva: “se sapessi che domani il mondo finirà, pianterei ancora un albero di mele”; Immanuel Kant “il Cielo ha dato tre cose all’uomo per bilanciare el tante fatiche della vita: la speranza, il sonno ed il riso”; Primo Levi, uno che ha deciso di vivere anche quando era impossibile trovare motivi per farlo, ha detto che “tutte le speranze sono ingenue, ma noi ne vivevamo”.
Questo solo per citarne alcuni.
Io sono spesso sorridente, alle volte lo sono forse troppo, o forse lo sono troppo presto.
Comunque ho deciso di non far più caso all’inopportunità di questo mio atteggiamento.
Essere sorridenti, positivi e ottimisti non significa necessariamente essere superficiali e approssimativi. Alla base di ogni grande cosa realizzata c’è stato qualcuno che ha creduto che fosse possibile, con speranza e ottimismo. Per quanto fosse impossibile, per quanto altri la ritenessero non praticabile, per quanto altri prima di lui avessero magari fallito, chi c’è riuscito ha creduto di poterlo fare. Essere ottimisti non esclude la possibilità di fallire, anzi, ma accresce la possibilità che da questi fallimenti si apprenda, si impari.
Credo che se non altro la persona ottimista sia dotata di energia, di voglia di fare. Non ho mai visto una negativo con troppa energia addosso.
E poi, come dice Langensheidt, essere ottimisti è nella nostra natura e migliaia di anni di evoluzione non potranno sbagliare.
Ho deciso di leggermi la biografia di alcuni personaggi del ‘900 e di questo inizio di nuovo millennio, Olivetti, Borghi e Jobs, credo che troverò in ognuna di queste biografie un accento di ottimismo. Credo che ognuno di loro avesse una visione, oltre che capacità cognitive rilevanti, e che questa visione avesse un forte accento positivo. Non credo fossero guidati dalla convinzione di fallire o dalla consapevolezza dell’inutilità dei loro sforzi.
E hanno cambiato, magari solo in parte, il mondo.

Quindi, caro 2011, asseconderò la mia natura che mi porta inevitabilmente all’ottimismo.
Quindi, se mi vedrai sorridere nei momenti in cui mi metterai alla prova vorrà dire che sarò prossimo a farcela, qualunque prova sia.

3 commenti:

  1. Ciao, ho linkato questo post sulla pagina Facebook e sul Twitter del Gruppo Editoriale Armenia, gli editori del Dizionario dell'Ottimista

    Buona Giornata

    Francesco Tedeschi

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  2. Grazie mille.
    Se vuoi riportare il link del "Gruppo Editoriale Armenia" fai pure.
    Nel blog ci sono altri spunti sull' ottimismo, se ti interessa.

    Grazie della condivisione.
    Nicolò

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  3. Ecco il link, non so se Blogspot me lo fa riportare

    Nel caso non compaia, dopo facebook punto com, si mette /edarmenia ;-)

    http://www.facebook.com/Edarmenia

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