Cosekeso?

Ciao, questo è il mio blog, il blog nel quale ogni tanto svuoto la mia testa dai vari elementi che la riempiono.
Non c'è quasi nulla di originale, i miei pensieri sono rivisitazioni o rielaborazioni di quello che l'ambiente mi insegna e propone.

Se leggerai qualcosa "buona lettura", se non leggerai nulla "buona giornata"

ATTENZIONE: contiene opinioni altamente personali e variabili
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giovedì 19 maggio 2016

Una zuppa di sasso. Nati per leggere

Ascoltando questo libro letto da Alfonso Cuccurullo mi sono innamorato della lettura ad alta voce. Mi ricordo quando ho fatto il corso per volontari NpL, pochi anni fa. C'era questo ragazzo con un'enorme testa di capelli ed una barba folta e scura. Prende in mano il libro e si trasforma in un lupo. Senza trucco, senza eccessi, senza effetti speciali senza "sovrastrutture", seduto su una sedia, ha in mano un libro, lo rivolge a noi ed inizia. E lì ho pensato che mi sarebbe piaciuto avvicinarlo. Ma non per farmi bello, mi sarebbe piaciuto riuscire a dare alle mie bimbe il coinvolgimento che mi ha dato lui quella volta. Ci sono stati altri lettori ed altri libri: Mariarosa mille volte, Marco con "e con tango siamo in tre" e poi tanti altri. Ma Una zuppa di sasso è stata la lettura che mi ha aperto un mondo, che mi ha letteralmente fatto impazzire per la lettura per bambini.
Tutta questa premssa per dire che il mio giudizio, che già di suo non è equilibrato, potrebbe risultare ancora più carico del solito.
Una zuppa di sasso è bellissimo. I disegni sono bellissimi, la storia è eccezionale, i personaggi sono tutti tratteggiati benissimo, anche la carta è eccezionale.
La storia è particolare ma molto semplice: c'è un vecchio lupo che arriva in un villaggio di animali e chiede ospitalità alla gallina. Da lì altri animali si uniscono alla serata e ne scaturisce una piacevole serata fra amici. Tutto questo fino a che il lupo non saluta tutti e sparisce col suo saccoccio in spalla.
Detto questo, perchè questo libro piace?
Io penso che le chiavi possano essere due.
La prima è che si presta ad essere colorato in mille modi, lo si può facilmente adattare al proprio umore. L'ho letto cupo e misterioso, l'ho letto gioioso, l'ho letto in maniera sospesa e curiosa, l'ho letto eccitato. La storia è semplice, ha dei momenti ricorsivi e si presta ad essere letta con colori e umori diversi, in base al nostro stato d'animo si può porre l'accento su diversi aspetti.
Il secondo motivo è che ha dei colpi di scena inattesi a livello emotivo. Non che nella storia succeda molto, in realtà. Anzi, diciamo che emotivamente è coinvolgente proprio perchè si resta in attesa che succeda qualcosa, quel qualcosa. Ci si aspetta che la gallina abbia paura ma prevale la curiosità e da quella sua iniziale decisione inizia una storia che può sfociare in "tragedia" ad ogni pagina voltata. E' bello vedere nei bimbi la loro curiosità nel sapere come la storia procede, quale destino avranno gli animali, se avranno fatto bene o male a fidarsi del lupo. Tutto fino alla fine, quando la curiosità tenuta sospesa per tutto il racconto si sposta sul destino del vecchio lupo che si allontana dal villaggio.
Il lupo, da sempre personaggio pauroso nelle favole per bambini, assume adesso anche ruoli diversi, portandosi sempre dietro gli stereotipi di cui l'abbiamo vestito e giocandoci per creare rotture e situazioni anomale, sospese e diverse. In questa storia il lupo si carica di tutti i suoi stereotipi (e gli altri animali li sottolineano e rafforzano) e fa trattenere il fiato ai bambini per tutta la storia, nell'attesa che si riveli come quel perfido animale del bosco. Invece non succede, il lupo è realmente vecchio e stanco e cerca solo un posto per scaldarsi. E' così che alla fine, la maggior parte delle volte, i piccoli finiscono per preoccuparsi per le sue sorti.
Insomma, non voglio dilungarmi oltre ma Una zuppa di sasso è un libro cult, di quelli che cambiano sotto la vostra voce, che si adattano a voi ed al vostro "pubblico", che più di ogni altro vi mostreranno il profondo legame fra un libro, chi legge e chi ascolta.
Edizioni Babalibri

mercoledì 18 maggio 2016

Sono io il più forte. Nati per leggere

Questo libro, assieme a "sono io il più bello" è ormai uno dei grandi classici delle letture per bambini. Il libro ha già una quindicina d'anni, giusto per ricordarmi come passa il tempo.
E' un libro che si può leggere dai 4 anni, anche prima. Viene consigliato a partire dai due anni, ed in effetti si presta. Però, uno degli aspetti da tenere presente è che lo si apprezza di più se si conoscono i grandi classici, per quello alzerei un po' l'eta. Anzi, ancora meglio, diciamo che si può iniziare a leggerlo dai 2 anni e lo si continua a leggere molto volentieri anche dopo, quando si impara a conoscere i personaggi. Infatti il lupo, nel suo girovagare nel bosco, si imbatte nei tre porcellini, nei sette nani, in cappucceto rosso. Quindi sapere chi sono aiuta a seguire ed aumenta il divertimento. Vedere il lupo che incontra dei personaggi fuori dalle loro storie è sempre divertente.
Il libro è molto simpatico, il personaggio del lupo è molto ganzo, spocchioso e la sua sicurezza cresce pagina dopo pagina, fino all'incontro finale. Pagina dopo pagina diventa sempre più baldanzoso, dopo ogni incontro diventa sempre più soddisfatto e sicuro. Questa crescita prepara al finale che è veramente divertente.
La storia ha una sua simmetria ed un suo ritmo che si ripete: una pagina con tutto il bosco disegnato e curato ed il simpatrico uccellino rosso che segue da lontano il lupo che passeggia da solo, una pagina bianca con il lupo che incrocia di volta volta i personaggi, senza sfondo, senza il contesto. Quindi andamento e ritmo lo rendono accessibile anche ai più piccoli, probabilmente è proprio la struttura a far sì che sia consigliato anche dai 2 anni. La complessità e l'accessibilità delle storie dipendono molto anche dal ritmo, dalla musicalità.
Il ritmo e l'andamento vengono ovviamente spezzati quando incontra l'ultimo personaggio, il rospo/drago, che porta al finale della storia e al ridimensionamento del lupo cattivo.

Insomma, un evergreen come si dice. Un libro che potrete tenere a portata per molto tempo. Come detto, esiste anche Sono io il più bello,dove lo schema si ripete e dove il lupo è alal ricerca di gratificazione estetica, diciamo così, mentre il draghetto questa volt aelegge il suo babbo a "più bello". Io preferisco Sono io il più forte ma i libri sono molto simili, si differenziano dal fatto che in uno il finale è "mammacentrico" e nell'altro è "babbocentrico".

Edizioni Babalibri

lunedì 16 maggio 2016

Mangerei volentieri un bambino. Nati per leggere

Probabilmente questa è la storia che ho letto di più in pubblico. Perchè è molto semplice da leggere, molto lineare e con un finale divertente. Il libro è bello, disegnato bene, Achille è uno di quei personaggi che diventa subito un idolo. Questo lo consiglierei anche a chi deve avvicinarsi alle letture per i bambini. Della serie "ma noi non è che in casa leggiamo, ho provato con un libro ma non gli è piaciuto, poi mi sembrava cupo". Ecco, se siete in questa condzione, partite da qui, partite da questo racconto. Perchè la storia di Achille è lineare, è simile a tante altre che abbiamo in testa, è facile. Però, nasconde un finale molto divertente, che fa ridere molto gli adulti (e un adulto che si diverte è un adulto che legge....). Quindi è uno di quei libri che può servire per avvicinare voi ai libri per bimbi. Poi vi stancherà, lo leggerete fino allo sfinimento solo perchè Achille è adorabile, perchè ai piccoli fa ridere quando il piccolo coccodrillo ripete "Mangerei volentieri un bambino".
Io l'ho letto molto per questo motivo, mi aiutava ad avvicinare i genitori, a farli divertire. Ho scoperto che quando un bimbo ride, se poi inizia a ridere anche il suo babbo, il bambino cambia modo di ridere, ride di più. Quindi è stata un po' un'arma segreta, diciamo così. Ecco l'occasione per un'altra riflessione, di quelle paternali che ogni tanto piazzo nei post. Non limitatevi a leggere i libri per bambini, non seguite sempre le loro indicazioni. Ogni tanto, a casa mia, si legge quello che voglio io, ogni tanto quello che sceglie Giulia e ogni tanto quello che chiedono le piccoline. Spesso coincide, ma leggere quello che avete voglia di leggere voi è importante. La lettura coi vostri bimbi imparate a viverla come un'attività con loro e non per loro. Fatelo perchè vi piace, chiedetegli di leggere il libro di Achille piuttosto che Topotto perchè ne avete voglia. Vedrete che cambierà tutto. I libri per bambini, come ho già scritto qualche post fa, "sono per bambini nel senso che piacciono a tutti" (cit da Elogio delle azioni spregevoli). Quindi non pensate di fare qualcosa per loro, che sia un momento per alleviare il vostro senso di colpa per essere stati al lavoro un po' di più o non site venuti via dal parco prima o chissà cosa. No, è un momento vostro e per renderlo tale dovete anche partecipare della selezione dei libri.

Bene, torniamo al nostro Achille, la storia si presta molto anche perchè gli autori fanno coi genitori quello che in genere si fa coi figli: creano delle situazioni famigliari, in cui ci si riconosce ed identifica, ci propognono situazioni che conosciamo bene e questo ci rende partecipi. Achille, che per la mamma è bellissimo, che però non vuole mangiare, che fa i capricci e simile a tutti i nostri bimbi e i vari fallimenti di babbo e mamma coccodrillo sono i nostri. Quindi gli autori ci tirano dentro, ci coinvolgono, diventiamo attori del libro. Un po' lo stesso meccanismo che rende magico "dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini" l'identificazione coi personaggi.
Direi che non ho molto da aggiungere, anzi, dopo tutta questa filippica mi rimane una cosa da dire: leggete Mangerei volentieri un bambino e divertitevi, ridete e ghignate. Voglio sentirvi da qui.
Edizioni Babalibri

giovedì 12 maggio 2016

Zeb e la scorta di baci. Nati per leggere

Ero  in auto che ascoltavo la radio ed ho sentito la frase "il mondo non si vede bene girati di schiena". Mi ha colpito un sacco. Mi è piaciuta. Poi mi è venuto in mente Zeb. Non so perchè, non ci vedo una gran connessione fra la frase ed il libro. O forse no, forse il senso della frase lo si può ritrovare quando Zeb decide di non stare più nascosto sotto la coperta, con la sua scorta di baci, ma di condividerla con la zebra piccola. Poco importano le mie connessioni neuronali, poco importa perchè mi è venuto in mente Zeb. Adesso però tocca parlarne.
Zeb è un libro anche per bimbi piccoli, diciamo dai due anni. E' un libo estremamente dolce, se non fossimo genitori che leggono ai nostri cuccioli forse lo troveremmo persino troppo smielato. Ma non c'è mai un troppo, se parliamo dei nostri figli.
Facendo i seri (!?!?!), Zeb è molto carino, ben disegnato, con una storia molto dolce. Anche molto delicata, le disavventure, i problemi di Zeb sono molto contenuti ed il finale allegro è sempre dietro l'angolo. Insomma, uno di quei libri facili facili, da tenere a portata quando avete voglia di mettervi molto accoccolati coi vostri piccoli, quando volete fargli sentire una bella storia, piena di affetto e....baci. Un libro che io vivo in maniera molto intima, non lo leggo quasi mai quando faccio letture "pubbliche", ma che tengo per me e per le mie bimbe, per i momenti da divano.
I disegni sono in linea con la delicatezza e la dolcezza della storia, sempre arrotondati, delicati e accennati.
Insomma, un libro che non mi fa impazzire del tutto, la letteratura per bambini ha terribilmente alzato i miei standard. Però mi fa impazzire che le mie bimbe lo vogliano leggere quando han voglia di coccole, quando vogliono mettersi sul divano ad ascoltare le storie accucciolandosi. E' ormai diventato una dichiarazione di intenti un "adesso coccolole" detto attraverso un libro. Come si fa a non tenerlo sempre bene in vista?
Edizioni Babalibri.


giovedì 21 aprile 2016

Piccolo blu e piccolo giallo. Nati per leggere

Intanto comincio col salutarvi e ringraziarvi. Non importa che siate in due, in venti o in duecento (propendo per i due), vedere che qualcuno legge quello che scrivo è sempre molto appagante. Vi saluto e vi ringrazio perché, dopo aver dato spazio a questo libro sovversivo, questo blog verrà probabilmente chiuso e io sarò bruciato sulla pubblica piazza come nemico dei valori del popolo.
Già, anche questo libro è stato preso di mira per i contenuti sessualmente ambigui.
Doverosa una precisazione, parliamo di un libro del 1959. I miei genitori ed i miei suoceri erano appena nati, per dire. E adesso son 4 nonni spettacolari.
La storia racconta di due colori, due amici che giocano e si divertono. Spesso studiano e giocano assieme ad altri colori e vivono coi loro genitori colori. Un giorno giocando si mischiano dando vita ad un terzo colore, il verde. Una volta divenuti un unico piccolo verde nessuno li riconosce. Pensano di sfruttare la cosa per divertirsi un po' finoa quando anche i loro genitori non li riconoscono. Infine riescono a che ritornare ad essere come prima. Diversamene dal solito vi ho sintetizzato tutta la storia per essere chiaro sul fatto che non ci sono pezzi ambigui che ho saltato, non ci sono pagine esplicite di cui non vi ho parlato. Il libro è tutto qui, solo che è bellissimo.
Tutto qua. Piace ai bimbi piccolissimi perché fa loro "scoprire" i colori, come si mischiano e cosa nasce dalla loro unione.
Qualcuno ha visto in questa storia degli elementi corruttibili. Non voglio neppure ipotizzare cosa abbiamo visto, ma questa è la società che ci meritiamo, perché l'abbiamo costruita o abbiamo permesso che fosse costruita così.
Per quel che mi riguarda considero Piccolo blu e piccolo giallo un libro tenerissimo, che in poche pagine esplora anche tanti stati emotivi coi quali è molto bello far interagire i piccolissimi. E ci crea l'occasione per far loro imparare a riconoscere e dare un nome alle varie emozioni (come usare un libro come questo per far parlare di emozioni i vostri bimbi ve lo spiego un'altra volta, ma se lo leggete vedrete che vi viene in mente). E' importante che i bimbi crescano capendo che le emozioni sono fatte anche di sfumature e che non siamo solo felici o tristi ma possiamo essere felici, gioiosi, euforici, ecc ecc. Quello di Lionni è uno strumento molto interessante per parlare e dare un nome alle emozioni.
Oltre non so cosa dire, l'ho letto e continuo a leggerlo perché credo che i problemi siano altri (e non due colori che si mischiano anche se tutti e due maschietti), che questo libro non solo non rappresenti nulla di lesivo per il sistema di valori della nostra società ma non intendo neppure farmi distrarre oltre da certi ragionamenti. Continuerò a leggere alle mie bimbe e, se e quando me lo chiederanno, mi fermerò a parlare con loro ed ascoltare le loro domande. Che sicuramente verteranno su dettagli che  mi erano sfuggiti e che mi incuriosiranno un sacco.
Ecco, tutto qua. Un libro delicato, divertente e coinvolgente. Da quasi sessant'anni. 


mercoledì 13 aprile 2016

Cacca pupù. Nati per leggere

Torniamo un po' sui grandi classici: la saga dei libri di Simone e dalla sua famiglia. Per me questo (CaccaPupù) rimane il primo ed il solo, gli altri bene ma non benissimo, per dire.
CaccaPupù però è un must, di quelli che troverete in tutte le biblioteche di tutti gli asili d'Italia. Asilo, perché questo si inizia a leggerlo molto presto, anche sotto i tre anni.
Disegni semplici, colori pieni, con poche sfumature, poco testo e scritto molto in grande, storia semplice, lineare e divertente. Questo rientra nella categoria dei libri che non sopporterete più, tanto dovrete leggerlo. Amerete il momento in cui il vostro cucciolo sarà cresciuto e non lo vorrà più sentir leggere tutti i giorni (un po' come quando non vuol più vedere i Teletubbies). CaccaPupù diventerà anche un suo intercalare quotidiano e voi dovrete far appello a tutta la vostra pazienza per non far succedere qualcosa di spiacevole al libro. Pensate sempre che sta comunque rivolgendo tutta la sua passione verso un libro e che presto ce ne saranno altri, tenete duro.
Io l'ho letto molto, anche nelle mie letture "pubbliche" e devo dire che ha sempre riscosso un grande successo. E' uno dei primi libri che i bimbi imparano a riconoscere anche dalla copertina. Quante volte mi son sentito dire "ehi ma hai CacacPupù, lo vedo, leggilo". Poi si presta anche all'interazione, dato che il piccolo ripete spesso il suo nome (CaccaPupù) e i piccoli tendono a ripeterlo anche loro in coro. Tante volte mi son sentito Vasco Rossi a San Siro, quando sono stato travolto dall'urlo CACCAPUPU'.
Dunque, ecco un altro di quei libri da tenere nella vostra libreria, un altro asso nella manica capace di "vincere" su tutto. Quando arriva la fase di CaccaPupù potreste estorcere qualunque promessa ai vostri figli, in cambio di un lettura. Non fatelo, in ogni caso. Però sappiate che un libro è sempre un buon modo per spezzare ogni tensione e coccolare ogni stato d'animo. Questo è uno di quei titoli che vi permetterà facilmente di entrare nella sfera emotiva del vostro cucciolo, perché vorrà sempre che glielo leggiate. Qualunque cosa stia succedendo, CaccaPupù letto sulle vostra ginocchia vincerà su tutto.
Edito da Babalibri, un'altra casa editrice da tenere sempre sott'occhio